sabato 7 aprile 2018

L'antropocentrismo che si fa difendere da giudici antropocentrici



Non si sa se quel giorno avesse intenzione di preparare le lasagne o le tagliatelle. Fatto sta che mentre la donna girava lentamente il ragù a fiamma bassa secondo l’antica tradizione modenese, la figlia vegana - esasperata dall’odore di carne per casa - si è messa a urlare e l’ha minacciata di morte: «Adesso ci penso io a farti smettere! - ha esclamato, come si legge nella denuncia - se non la pianti di fare il ragù ti pianto un coltello nella pancia!» La madre non solo non ha smesso di cucinarlo ma ha denunciato la figlia e ora il caso è affrontato dal Giudice di Pace per un reato minore (minaccia semplice). 



Chissà se questa notizia sarà letta anche da Cruciani, il papa degli anti-vegani che dal suo studio radiofonico lancia anatemi a colpi di salame.   La notizia, che si presta a rinfocolare le eterne liti tra carnivori e non-carnivori, è in realtà buffa, se non fosse che la contrapposizione tra madre e figlia, entrambe modenesi, proprio perché insanabile è finita davanti al Giudice di Pace di Modena. Che ora dovrà tentare una conciliazione.

LA VICENDA 
Al centro della vicenda unica nel suo genere c’è una madre 68enne. Una tipica rezdora modenese che ama la cucina tradizionale e segue le ricette di una volta. Dall’altra parte la figlia 47enne. Una donna disoccupata che vive ancora con la madre ma che nel corso degli anni ha sviluppato una sua consapevolezza alimentare e verso il mondo animale allontanandosi dai gusti materni fino a diventare una convinta vegana. Insomma, due mondi opposti in qualche modo costretti a convivere tra le stesse mura. Divise da un insanabile contrasto intorno al cibo, un argomento che, come sanno bene gli psicologi, determina spesso il controllo e il potere in una famiglia.



Nel corso dei mesi non sono mai cessati i rimproveri della figlia per le attitudini carnivore della madre ossequiosa alla tradizione culinaria modenese; anzi sono cresciuti con offese e improperi. Finché un giorno del marzo 2016 la situazione è precipitata. La rezdora stava cucinando con amore il suo ragù a fuoco lento e l’odore - vissuto come una provocazione e una mancanza di rispetto - ha attirato la figlia vegana disgustata. Ne è nato il solito battibecco. Finché la figlia è sbottata con le frasi riportate in querela: «Adesso ci penso io a farti smettere|! Se non la pianti, ti metto un coltello nella pancia!» La denuncia della madre ha avuto seguito e ora si è arrivati davanti al Giudice di Pace. Il giudice Nadia Trifirò ha affrontato una prima udienza fissando per la prossima, in giugno, un tentativo di conciliazione tra madre e figlia. Diversamente si andrà avanti a valutare la causa fino alla sentenza. Intanto la madre continua a preparare il ragù e la figlia a infuriarsi.
(PS. Il riferimento a Cruciani è puramente scherzoso)

3 commenti:

  1. Io sto con la figlia. L'orrore reale è tutto rappresentato dalla pasta condita con pezzi di cadavere (cosiddetto ragù). Le macellerie sono posti tremendi. Gli umani sono perfidi.

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    1. Alcuni sostengono che agli umani è stata interrotta la strada che dal cuore collega il cervello e per tale ragione molti umani sono senz'anima, cioè sono privi di consapevolezza.

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    2. Non sono propriamente sicuro che gli Anunnaki siano soddisfatti della loro "invenzione".

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