mercoledì 16 maggio 2018

Ebrei, bugiardi e manipolatori



Il 2 di novembre del 1917 Arthur James Balfour, segretario agli Esteri del governo di Sua Maestà del Regno Unito, firmava un documento ufficiale, a nome dell’esecutivo inglese, poi consegnato a Lord Lionel Walter Rothschild, secondo barone del casato e, soprattutto, maggiore esponente della leadership della comunità ebraica inglese, affinché a sua volta lo trasmettesse alla Federazione sionista di Gran Bretagna e Irlanda. Il testo, inequivocabile nei suoi contenuti, così andava affermando: «Egregio Lord Rothschild, è con grande piacere [il] consegnarle, a nome del governo di Sua Maestà, la seguente dichiarazione di simpatia verso le aspirazioni del sionismo ebraico, che è stata presentata, e quindi approvata, dal governo». 


In immediata successione il testo del documento statuiva, in forma perentoria: «Il governo di Sua Maestà guarda con favore allo stabilirsi in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico [a national home for the Jewish people], e si adopererà attivamente per facilitare il raggiungimento di questo scopo [and will use their best endeavours to facilitate the achievement of this object]». La Dichiarazione Balfour era, al medesimo tempo, un punto di conclusione e uno di avvio all’interno di un complesso processo storico che avrebbe portato, più di trent’anni dopo la sua formulazione, alla costituzione dello Stato d’Israele, così come a un complesso ridisegno degli equilibri mediorientali e mediterranei. Il punto d’arrivo riguardava, nel 1917, essenzialmente il movimento nazionale ebraico che otteneva, in tale modo, un riconoscimento politico fondamentale, superando quella fase di iniziale evoluzione che si era aperta con le prime immigrazioni di massa, a partire dagli anni Ottanta del 1800, verso i territori della Palestina ottomana. 


Il contemporaneo punto di partenza era invece il complesso di percorsi politici tra gli attori della regione mediorientale (soprattutto arabi, ebrei, inglesi) che si sarebbero accompagnati nel corso del tempo, fino alla loro soluzione per vie di fatto in uno scenario, quello degli anni tra il 1946-1948, completamente diverso da quello originario. La convinzione ancora oggi diffusa è che nei territori che stavano conoscendo una trasformazione sempre più accelerata esistesse non una popolazione araba bensì un popolo, quello “palestinese”, in grado di autodeterminarsi con istituzioni proprie poiché pienamente cosciente di sé, unito da vincoli non solo culturali ma anche e soprattutto politici. La radice del confronto tra ebrei e una parte delle società autoctone, poi tra israeliani e arabi, sarebbe quindi da attribuirsi a questa sorta di “furto delle terre” da parte dei sionisti.


Ci permettiamo ancora una volta di dissentire. Quel che fa di una comunità una nazione è la cognizione di una reciprocità di legami che si tramutano in una sovranità unica, esercitata da quell’organismo collettivo che è lo Stato, a nome e per conto di ogni individuo che ne sia parte. Non ci sogneremmo mai di dire che comunità autoctone non preesistessero all’immigrazione ebraica. Tuttavia, la popolazione dei territori palestinesi conduceva perlopiù un’esistenza autonoma, ossia estranea all’attività politica ufficiale del sangiaccato, l’unità amministrativa dell’Impero ottomano. Si trattava, per diversi aspetti, di una società priva di coinvolgimento politico, nella quale la quasi totalità dei suoi componenti era avulsa sia dai processi decisionali che dalle questioni di potere che ne chiamavano invece in causa le élites. In questo contesto, laddove la storia sembrava non essere ancora passata, quasi l’80% degli abitanti viveva in zone rurali, dedicandosi all’agricoltura e risiedendo, perlopiù, in piccoli villaggi, di preferenza raccolti nelle ampie zone collinari dell’entroterra. 


Sistemarsi nella piana costiera o nei bassopiani orientali avrebbe invece messo i contadini alla mercé dei beduini predatori. Peraltro, il tasso di mortalità era elevato, a causa soprattutto delle precarie condizioni igieniche e abitative. Già dall’inizio dell’Ottocento l’intera area era stata interessata da flussi migratori di considerevole rilevanza, motivati dall’obiettivo di farne la sede nella quale realizzare progetti variamente ispirati a ragioni religiose o politiche, molto spesso le une coniugate alle altre. Il sionismo completò questo processo di lungo periodo. Non è vero che quella fosse una terra senza popolo. Era una terra dove coesistevano più popolazioni. Il fatto che fosse chiamata «Palestina», parte dell’Impero di Costantinopoli, non generava automaticamente un popolo palestinese. La nascita e la crescita di un movimento nazionale, quello ebraico, quindi non sottrasse alcunché: semmai aggiunse qualcosa, dando a molti, nel corso del tempo, la coscienza di essere parte di una comunità nazionale differenziata. Era una terra senza Stato. La nascita d’Israele colmò questo storico divario.

12 commenti:

  1. Ancora una volta, le problematiche che abbiamo dinanzi a noi, sono il frutto di un sofisticato piano elaborato dagli Ebrei.

    Gli Ebrei sono relativamente pochi, ma accentrano un potere immenso, francamente insolito.

    I Cinesi, i Giapponesi e gli Arabi sono molto più numerosi, ma godono di un potere piuttosto limitato. Anche gli Italiani non hanno molta voce in capitolo.

    Gli Ebrei, invece, per mezzo delle loro perfide abilità cabaliste, detengono il monopolio di molte ricchezze materiali.

    Gli Ebrei hanno il controllo dei mass media (parafrasando Licio Gelli: "Il vero Potere è nelle mani dei detentori dei mezzi di comunicazione), dirigono la politica, la finanza, l'economia ed eliminano tutti coloro che si oppongono all'odioso piano zionista (es. il patriota iraqeno Saddam Hussein, che venne vergognosamente definito come "terrorista" dai servitori di Zion).

    Certo, gli Ebrei non sono soli. In loro compagnia ci sono gli Americani ed i Britannici, lecchini per eccellenza, popoli guerrafondai in virtù del loro patto con il Grande Fratello del plutocratico complesso industriale-militare.

    Oramai lo sapete anche voi: in molti paesi occidentali (USA in testa), le lobby zioniste sono le più potenti e spietate.

    Ieri, a Gerusalemme, i soldati ebrei hanno perpetrato l'ennesimo sacrificio di sangue in onore del loro dio Yahweh.

    Le crisi finanziarie, il degrado morale, l'immigrazione di massa, gli attentati terroristici... sono opera della Cabala giudaico-zionista che sta facendo di tutto per aumentare la tensione e finalmente arrivare ad una guerra tra il mondo zionista (Europa inclusa, purtroppo) ed il fronte sciita (guidato dall'Iran) che giustamente si oppone con convinzione ai maligni disegni di Zion. A quanto pare, il massone cabalista Albert Pike predisse tutto ciò molti anni orsono.

    I protestanti americani credono che la creazione dello Stato di Israele ed il riconoscimento di Gerusalemme quale capitale del medesimo stato, siano l'evidente segno anticipatore che la Fine del Mondo è vicina e che a breve tornerà il Messia.

    Una profezia a mio avviso scellerata, inventata di sana pianta dai rabbini di Gerusalemme per far sì che gli occidentali più deficienti si offrano come sacrificio per Israele nella guerra che potrebbe scatenarsi contro l'Iran anti-imperialista.

    Ed ora una raccolta di frasi dal Talmud (libro sacro per gli Ebrei, persino più sacro della Torah):

    “Quando un ebreo ha un Gentile nelle sue mani, un altro ebreo può andare dallo stesso Gentile, prestargli denaro e truffarlo in sua vece, così da rovinare il Gentile. Poichè la proprietà di un Gentile, secondo la nostra legge, non appartiene a nessuno, e il primo ebreo che passa ha pieno diritto di prendersela.”
    (Schuican Amen, Choschem Hamischpath, 156)

    “Gli ebrei devono sempre cercare di imbrogliare i cristiani.”
    (Zohar I 160a)

    “Anche il migliore dei Goyim dovrebbe essere ucciso.”
    (Talmud, Abhodah Zarah, 26b, Tosephoth)

    “Che cos’è una prostituta? Ogni donna che non sia ebrea”
    (Eben ha eser, 6, 8)

    “Solo gli Ebrei sono esseri umani, i non-Ebrei non sono esseri umani ma bestie”
    (kerithuth 6b ,pag78, Jebhammoth 61)

    “I non-Ebrei sono stati creati per servire gli Ebrei come schiavi”
    (Midrasc Talipioth 225)

    “I rapporti sessuali con non-Ebrei sono come rapporti sessuali con animali”
    (Kethuboth 3b)

    “I non-Ebrei sono da evitare ancora più degli maiali malati”
    (Orach Chaiim 57,6a)

    “Il tasso di natalità dei non-Ebrei deve essere drasticamente ridotto”
    (Zohar 11,4b)

    FONTE


    Quando si tratta degli Ebrei, ignoro qualsiasi sentimento di pietà. Saranno sempre il fermento che anima i popoli gli uni contro gli altri. Seminano zizzania dappertutto, tanto fra gli individui quanto fra i popoli. (Adolf Hitler, 27 gennaio 1942)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ottimo K!

      Faccio una domanda retorica: ma tu, K, fai parte della Massoneria buona, per caso?

      Elimina
  2. K l'ho letta su white wolf ,non Sara ' mica il mio vate C.G.? Sarebbe un onore per me visto quando ho iniziato a usare internet I Giudei avevano chiuso gia tutto ,se riesce a dare qualche indicazione tipo video inediti sarebbe una ciliegina dal momento che Facebook e YouTube non mi vogliono, freeanimals le chiedo scusa ma o che I miei cellulari non vanno oppure c'e' qualche virus Giudeo che mi impedisce non riesco a fare I commenti sotto I film e l'email e password non me le accettano provero a comprare un altro cellulare

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Comunque, la tua pagina su Facebook è aperta. Dipende solo da te aggiornarla e, soprattutto, non farti bannare.

      Elimina
  3. Nella Torah (libro Vero e Sacro) c'è scritto molto chiaramente: Israele entrando in Giordania e prendendo con la forza le terre avrebbe dovuto STERMINARE tutti gli abitanti: uomini, vecchi, donne e bambini. Invece col buonismo fin d'allora tutti 'sti maledetti gojim arabi sono stati risparmiati. Ecco dove siamo arrivati col buonismo. Bisognava ucciderli tutti. Ma Israele ha disobbedito. E ora raccoglie i frutti!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io non darei la colpa a Israele, ma al loro Dio Geova che a un certo punto li ha lasciati soli e se n'è andato con gli altri Elohim.

      Se rimaneva, con le armi che aveva, sterminava tutti gli arabi esistenti all'epoca. Così che non ne sarebbero più nati.

      E anche noi caucasici ne avremmo tratto beneficio.

      Elimina
  4. Ma non diciamo sciocchezze colossali!!! Storia di 3000 anni? Israele è uno Stato artificiale nato ieri che si arroga il diritto di rappresentare perfino l'antico Israele. Se è vero, allora io sono romano come Giulio Cesare e lo Stato Italiano è la medesima entità politica dell'antico Impero Romano. Siete nati ieri e siete solo una cosa artificiale, non avete diritto di appropriarvi della storia ebraica come fossa cosa vostra. Queste fandonie non hanno convinto e non convincono più nessuno! Siamo seri!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io mi sento celtico e gli italiani non li voglio nel mio Friuli!

      Sarà per questo che la Serracchiani, romana, mi stava antipatica!

      Elimina
  5. Risposte
    1. E' un utente che qualche volta ha commentato su questo blog.


      Ignoro tutto sulla sua identità.

      Elimina
  6. Ma K è l'autore Anonimo di mercoledì 16 maggio 2018 20:27:00 CEST?

    RispondiElimina