venerdì 22 giugno 2018

Navi pirata implicate nella tratta di schiavi


Testo di Augusto Sinagra

Cercherò di fare una riflessione esclusivamente tecnico-giuridica di diritto internazionale di cui sono stato Professore Ordinario nell’Università.

1. Le navi che solcano i mari battono una Bandiera. La Bandiera non è una cosa meramente folkloristica o di colore. La Bandiera della nave rende riconoscibile lo Stato di riferimento della nave nei cui Registri navali essa è iscritta (nei registri è indicata anche la proprietà pubblica o privata).

2. La nave è giuridicamente una “comunità viaggiante” o, in altri termini, una “proiezione mobile” dello Stato di riferimento. In base al diritto internazionale la nave, fuori dalle acque territoriali di un altro Stato, è considerata “territorio” dello Stato della Bandiera. Dunque, sulla nave in mare alto si applicano le leggi, tutte le leggi, anche quelle penali, dello Stato della Bandiera.

3. Il famoso Regolamento UE di Dublino prevede che dei cosiddetti “profughi” (in realtà, deportati) debba farsi carico lo Stato con il quale essi per prima vengono in contatto. A cominciare dalle eventuali richieste di asilo politico.


4. Non si vede allora quale sia la ragione per la quale una nave battente Bandiera, per esempio, tedesca, spagnola o francese, debba – d’intesa con gli scafisti – raccogliere i cosiddetti profughi appena fuori le acque territoriali libiche e poi scaricarli in Italia quando la competenza e l’obbligo è, come detto, dello Stato della Bandiera.

5. Da ultimo è emerso che due navi battenti Bandiera olandese e con il solito carico di merce umana, non si connettano giuridicamente al Regno di Olanda e né figurino su quei registri navali, come dichiarato dalle Autorità olandesi. Allora, giuridicamente, si tratta di “navi pirata” le quali non sono solo quelle che battono la bandiera nera con il teschio e le tibie incrociate (come nei romanzi di Emilio Salgari).

6. Ne deriva il diritto/dovere di ogni Stato di impedirne la libera navigazione, il sequestro della nave e l’arresto del Comandante e dell’equipaggio. Molti dei cosiddetti “profughi” cominciano a protestare pubblicamente denunciando di essere stati deportati in Italia contro la loro volontà. Si è in presenza, dunque, di una nuova e inedita tratta di schiavi, di un disgustoso e veramente vomitevole schiavismo consumato anche con la complicità della UE, che offende la coscienza umana e che va combattuto con ogni mezzo.

4 commenti:

  1. Miele per le mie orecchie. Vedi chi ci capisce di "diritto" ! Per radio stamattina ho ascoltato Giuseppe Valditara, che ha colto ed ha spiegato ai buonisti fintitonti che l'art 11 della Costituzione non cede sovranità alla UE ma lo accetta solo, in condizione di parità, con le organizzazioni tipo ONU per il mantenimento della Pace. Peccato che l'ONU, specialmente da quando dall'Europa è stata trasferita in USA, conti quanto il due di briscola. Guarda caso sia Sinagra che Valditara sono dei Giuristi, vicino alle cosiddette estreme destre. Ma finora dov'erano? Anche se "ignoranti", noi ad intuito capiamo benissimo quanto spiegato ai finti tonti radical shit dai due Professori. Basta coi trucchetti piratanha...testine di saviculo, sputtanati siete.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ieri sembra che Salvini abbia messo in forse l'esistenza della EU da qui a un anno.

      Notizia rivoluzionaria e temeraria.

      Elimina
  2. NOn credo che gli invasori siano costretti a salire sulle navi pirata. Inoltre veri natanti pirata sono i barconi e i gommoni. Infatti ogni natante, anche il più piccolo, deve essere registrato nel registro navale di uno Stato. Pertanto i barconi e i gommini sono dei natanti fuori legge che per la legge del mare debbono essere considerati alla stregua di navi pirata. In secondo luogo violano le leggi sull'immigrazione. Per questi motivi non hanno diritto ad essere soccorsi. Hanno solo il diritto di finire in fondo al mare come pasto deii pescecani. Ammesso che questi abbiano bocca buona.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono tutti d'accordo: i negri a salire sui gommoni, gli scafisti nel farli salire, i "volontari" delle ONG a trasbordarli sulle proprie navi, le autorità marittime italiane a far attraccare le ONG, gli accoglienti italiani a sparpagliarli sul territorio.


      Ma in questi ultimi giorni il meccanismo ben oliato (anche in senso figurato) si è inceppato.

      Situazione estremamente interessante.

      Elimina