mercoledì 30 gennaio 2019

A violare le leggi internazionali sono quei venduti delle ONG



L’obbligo di salvare in mare una nave in difficoltà è antico e millenario. Poi ha avuto uno sviluppo consuetudinario, che è stato recepito da molte convenzioni internazionali. Chi decide, però, il porto sicuro non è assolutamente il comandante della nave“. Sono le parole di Elda Turco Bulgherini, esperta di Diritto Internazionale e professore ordinario di Diritto della Navigazione nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma “Tor Vergata”.



Ospite di Tagadà (La7), la docente spiega: “Se la nave capita in una determinata zona SAR che è ascrivibile a un determinato Stato, a decidere il porto sicuro è l’autorità del Paese responsabile della zona SAR. Ci sono, però, delle situazioni molto anomale, come nel caso di Malta che, a livello unilaterale, ha dichiarato una zona SAR estremamente estesa, che arriva fino alle nostre isole e a Lampedusa. L’Italia ha accolto debolmente questa posizione” – continua – “perché poi, in realtà, Malta, pur prendendo tutti i finanziamenti europei per la sua zona SAR, costantemente non interviene e chiama direttamente il Centro italiano, il quale finora ha sempre garantito la sua risposta. Nel caso della nave Sea Watch, questa si trovava in acque SAR libiche e doveva andare in Tunisia, dove c’era il porto più vicino”.


E aggiunge: “In realtà, la Sea Watch non solo non è andata in Tunisia, ma ha dirottato verso Malta, senza neppure fermarsi o chiedere alla stessa Malta, preferendo andare direttamente verso l’Italia. Questo è accaduto evidentemente per decisione del comandante, il quale ha disatteso le indicazioni che il Centro di Responsabilità SAR del Paese, cioè della Libia, gli aveva fornito”.


La docente poi chiosa: “A chi fanno riferimento i migranti che si trovano su una nave? Laddove non c’è giurisdizione di nessuno Stato, ovvero nelle acque internazionali, vale solo la legge della bandiera. Quindi, chi sale sulla nave nelle acque internazionali è sottoposto all’ordinamento giuridico del Paese dove la nave è registrata”.

5 commenti:

  1. Scusate ma non riesco a capire perche' si parla di salvataggio ,questa gente entra illegalmente non ha passaporti visti soldi gente del genere Ovunque sarebbe respinta o messa in galera per essere rimpatriata ma a voi Italiani devono aver fatto il Lavaggio del cervello pare di essere in un incubo cosa vi e' successo siete ridotti allo sfacelo ,se non tornate a essere fascisti e' LA fine ,a un ristoratore bolognese ho regalato una maglia con su DUCE , il giorno dopo CE l'aveva gia addosso e tirava sempre su il braccio nel ristorante ,a volte basta poco per smuovervi

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    1. Alzare il braccio in quel modo è un gesto tabù.

      Qualche volta lo faccio anch'io, quando per strada incontro una persona conosciuta, ma faccio in modo che sembri un saluto.

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  2. Fosse stato per me avrei detto loro che potevano rimanere su quella nave per sempre, avrei garantito rifornimento quotidiano di cibo e di pasionarie innamorate. Tanto resteranno comunque tutti in Italia e a spese nostre e per sempre, e facendo venire in Italia le loro numerosissime famiglie con i ricongiungimenti familiari! Almeno su quella nave non avrebbero dato fastidio a nessuno.

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  3. Ma questi ignoranti o disonesti se lo vogliono mettere in testa o in altro luogo (simile alla loro testa) che i natanti (anche una piccola barca) deve esporre la bandiera delo Stato dove è registrata altrimenti è alla stregua di una nave pirata che non ha alcun diritto al soccorso?
    Si istruisca prima di dire "civiltà giudaico-cristiana. Come dicono moltida ignoranti. Le origini dell'Europa sono GRECO-ROMANO_CRISTIANE. NON GIUDAICHE E ANTISLAMICHE.
    pietromelis.blogspot.com
    venerdì 1 febbraio 2019
    LA MINORANZA BUONISTA URLANTE VITTORIA E LA MAGGIORANZA CODARDA E SILENZIOSA

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