sabato 9 marzo 2019

Che vita di Cirinnà


Questa signora è stata assessore alle politiche del welfare animale per il comune di Roma. Veniva contattata da L.A.V. e Animalisti Italiani, ovvero, rispettivamente, da Gianluca Felicetti e Walter Caporale. Probabilmente, veniva contattata anche da altre associazioni, in primis dalle gattare che non mancano mai nelle grandi città, compresa la capitale. Essendo di Sinistra, qualcuno deve essersi fatto la convinzione che l’animalismo e la zoofilia siano filosofie di Sinistra, mentre io sono, in questa fase della mia vita, la prova vivente che non è così. Si può essere di Destra, nel senso di preferire l’ordine e la pulizia al disordine e alla sporcizia, e nello stesso tempo chiedere che vengano riconosciuti i diritti degli animali. 


Ora la Cirinnà non sale più alla ribalta della cronaca per le colonie feline romane o per le botticelle, altra spina nel fianco degli animalisti della capitale, perché probabilmente, essendo stata eletta senatrice, è salita di grado, i temi di cui si occupa il suo partito sono legati all’immigrazione e quindi non ha più tempo di occuparsi di animali. C’è da chiedersi se le sue intenzioni, quando lo faceva, fossero sincere o solo un modo per accaparrarsi i voti degli animalisti. Non conoscendo la situazione dell’attivismo animalista romano, non posso aggiungere altro. Magari è anche una brava donna, amante degli animali e della natura in genere, ma la si vede quasi sempre in compagnia di gay e africani. In base al proverbio: “Chi va con lo zoppo impara a zoppicare”, a me basta per classificarla.

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