Testo di Tony Fabrizio
Innanzitutto iniziate a distinguere due punti fondamentali: cosa sia l'uniforme, non la divisa, della Marina Militare e che le due lesbiche in armi si sono soltanto unite civilmente e non sposate. Premesso ciò, ognuno può concupire chi più gli aggrada senza per questo ostentare, pubblicizzare, pubblicare urbi ed orbi, obtorto collo, pax tibi, Marce, evangelista meus. Personalmente mi si confanno le pulzelle "datate", dotate di materia grigia che trovo più attraente di una vulva o di due protuberanze mammarie, ma non per questo ostento in modo trionfale o cerco chi, pubblicizzando i miei gusti sessuali, mi dia una mano verso questo sdoganamento del privato. Non mi spiego, dunque, per quale motivo una unione civile (?) di due donzelle con le stellette debba essere amplificata a mezzo stampa, prostituendosi tra l’altro con la politica, con la religione, con la società civile, col politically correct sempre più scusa per fare-ciò-che-più-mi-pare.
Non mi spiego la benedizione della minestra Trenta che può essere una riserva, ma non una titolare, può essere un militare (riserva), ma non un soldato, può portare le stellette, ma quelle vaffa-distribuite da Grillo. Quelle che uniformano a Di Guaio e a Fiko per intenderci. Non mi spiego i commilitoni che si sono prestati al picchetto del disonore, forse (lesbo) infoiati dalla foga, con buona pace della figa, dell'apparire, ma non dell'essere. Ricordo che per chi non onora l'uniforme militare ci sarebbe anche il carcere, ma con Vecciarelli Kapo di Stato Maggiore della Difesa è più probabile che vedremo i militari a tappare buche capitali piuttosto che a combattere, più probabile che vedremo la Marina a sussidio delle ONG che ad onorare la memoria della Regia Marina.
Personalmente sono dell'avviso che il miglior militare sia quello capace di sapere scindere la vita professionale da quella privata e benché si voglia uniformare tutti a tutti i costi, un essere umano nasce da due individui di sesso diverso. Un pesce, un uccello, un elefante, un insetto, io stesso. Per essere concepiti, ci vuole un ovulo e uno spermatozoo. Che ci piaccia o no, su questo pianeta la vita funziona così. Se questa è l'evoluzione culturale delle Forze Armate, che San Marco ci evangelizzi subito e Santa Barbara provveda con la sua grazia... catartica. Per l'onore e la Patria.
Una pagina desolante per tutta l'umanità. Questa si chiama autoghettizzazione e non porta benefici a nessuno. Questa ostentazione della propria sessualità è davvero ridicola, considerando poi che il matrimonio è un contratto per la gestione della futura prole e non possiede in se intenti propagandistici o di autoaffermazione.
RispondiEliminaDopo che i figli si sono fatti grandi e se ne sono andati per la loro strada, spesso i matrimoni finiscono e la coppia si divide, a conferma che si era trattato di un contratto sociale per far crescere la prole.
EliminaMa il più delle volte, la coppia persiste per usufruire dei vantaggi che il reciproco aiuto dà durante la vecchiaia e per sconfiggere l'antico male della solitudine.
Ho detto una banalità, lo so, ma se le cose stessero proprio così?