mercoledì 26 giugno 2019

Adesso tirano in ballo i Feaci!


Fonte: Archeostorie

Quando Ulisse arriva nell’isola dei Feaci, è un naufrago. Diciamolo, un naufrago con le pezze al culo. Anzi, per essere precisi, manco quelle. Non ha nulla con sé, nemmeno uno straccio per coprirsi le natiche. Il mare gli ha strappato tutto e Leucotea, che con il suo velo lo ha salvato tenendolo a galla durante una tempesta, gli ha ordinato di restituirle pure quello, una volta al sicuro sulla spiaggia. Ulisse, un naufrago. Ulisse, quindi, l’eroe che consideriamo il nume tutelare della nostra civiltà, arriva sull’isola dei Feaci come un clandestino, perché non risulta che prima dello sbarco si fosse informato sulla normativa per ottenere un regolare permesso di soggiorno. E no, signori miei, non vale che diciate: “Eh, grazie tante, ma i Feaci lo ospitano perché ė Ulisse, mica cotica!”. Quando arriva sull’isola, non dice il suo nome, mente. Per essere precisi, dichiara false generalità. Quindi, ricapitolando: è un naufrago, con le pezze al culo, e pure bugiardo. Che come primo approccio si presenta nudo di fronte a un gruppo di ragazzine. Quindi, pure potenziale maniaco stupratore.


I Feaci non chiudono i porti
Chiudono i porti, i Feaci? Lo infilzano sul bagnasciuga? Gli dicono di crepare in mare? No, lo accolgono. Manco gli chiedono chi sia. Lo invitano a cena, gli danno vesti calde e asciutte, lo accompagnano a palazzo e lo fanno sedere al banchetto di corte, proprio in faccia al re. Senza nemmeno più di tanto indagare chi sia e da dove venga. Per quello c’è tempo, dopo. Questo perché per i popoli antichi chi bussa alla tua porta è sacro. Forse perché loro sapevano quanto sia facile trovarsi naufrago, solo e sperduto, a vagare per il mare.

Noi non siamo i Feaci (purtroppo)
Noi, nei nostri salottini pasciuti, ce lo siamo dimenticato. Pensiamo di essere al sicuro per sempre, attorniati dai nostri mobili e dai nostri soldi, al riparo dai rovesci della sorte e del caso. Ci crediamo tutti figli di Ulisse, ma dell’Ulisse figo che va in giro per il mondo come un padrone, per sfizio di conoscere uomini e cose. E invece Ulisse, quello vero, era quel naufrago lì, senza nulla, spaurito, potenzialmente pericoloso, che ti bussa alla porta di casa dopo che gli Dei capricciosi gli hanno tolto tutto, sperando in un pietoso Alcinoo che lo accolga. Ricordiamocelo. Perché noi, signori, non siamo Ulisse. Però almeno potremmo cercare di essere Alcinoo.

2 commenti:

  1. Tutti i paesi del mondo impediscono con le buone e spesso le cattive maniere l'ingresso ai clandestini. A Ceuta (spagna) chi tenta di oltrepassare le frontiere viene malmenato a sangue e rigettato al di là del filo spinato ... eppure il cattivone è Salvini, no? Provate ad entrare illegalmente in Francia, Germania, U.K., Canada, Australia, Svizzera ... provate!

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    1. Ciò che avviene in Italia è di un'anomalia impressionante.

      Non per niente siamo il laboratorio del NWO: perché gli Illuminati vogliono vedere fin dove possono spingersi con la loro ingegneria sociale.

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