Ai padroni occulti del mondo, che stanno cercando di farci adottare una dieta entomofaga, noi occidentali che, nel bene e nel male, abbiamo la presunzione di essere depositari della Civiltà, rispondiamo con un netto rifiuto: gli insetti non si mangiano! Come non si dovrebbero mangiare neanche gli altri animali, quelli dotati di vertebre. Rispondiamo con lo studio, la conoscenza e la profonda ammirazione che proviamo per creature così diverse da noi, atroci nei loro modi di vivere e di nutrirsi, ma terribilmente affascinanti, se escludiamo i ragni che fanno, a molti, una certa impressione. Ma escludendo quegli “alieni” ad otto zampe, chi può dire che le farfalle, i coleotteri, e perfino i ditteri, non siano stupendi? Hanno come noi un solo scopo nella vita: riprodursi, benché nel nostro caso vi siano un’infinità di varianti. Ogni loro sforzo va nella direzione di perpetuare la specie, un imperativo categorico, a discapito di chiunque sia in grado di fornire le proteine necessarie per attuare tale compito. Una lotta di tutti contro tutti, del più forte contro il più debole, del più astuto contro il più ingenuo. Quello che succede, velatamente, mutatis mutandis, anche nelle società umane, benché non sia piacevole ammetterlo.
sabato 31 dicembre 2022
Il Risveglio delle coscienze
Me: L'immagine è suggestiva, ma come si fa a sapere se si è raggiunto il Risveglio? E poi, cos'è di preciso questo famoso Risveglio? Basta essere No Vax? Vegani, forse? Interessarsi alle arti magiche?
Lucia Cusenza: Per risveglio si intende quello spirituale, che non ha niente a che vedere con quello da te elencato. Certo, la pandemia ha aiutato in molti, compresa me, a raggiungere finalmente in pieno questo risveglio. Per risveglio spirituale intendo l'arrivo di una grande quantità di energia divina che penetra nella nostra "coscienza ordinaria", cioè il nostro "normale" stato di essere, provocando così un improvviso cambiamento di consapevolezza. Raggiunta la consapevolezza, hai il pieno risveglio. Avere consapevolezza vuol dire aver compreso che la nostra vita va al di là di un semplice corpo fisico ed emozioni terrene. La consapevolezza ti aiuta a sentire che l'energia divina è ovunque e che tutto è spirito, tutto è Uno. Non ha nulla a che vedere con arti magiche. L'immagine può essere anche una caricatura per alcuni, ma chi ha raggiunto il risveglio spirituale questa foto esprime chiaramente come ci si sente in mezzo alla folla.
Me: Ci si sente diversi e questo mi succede da almeno 50 anni, ma siccome ho l'abitudine di dubitare di tutto, non so dire con precisione se ho raggiunto il Risveglio da te spiegato molto bene, e nemmeno se ho la consapevolezza, concetto che mi è più facile da capire. Al momento, sono in attesa degli eventi, come tutti, e quando sarà il momento, spero di sapere se ho anch'io questo Risveglio.
Lucia Cusenza: Credo che i dubbi sul risveglio ce l'abbiano la maggior parte di noi "risvegliati". È già un grande passo in avanti aver capito che esiste un risveglio spirituale e che è dentro di noi. Molti, troppi, non sanno neanche cosa vuol dire risveglio. Siamo sulla strada giusta, questo è importante!
Adriano Scimè: Noi anime antiche ci portiamo dietro una consapevolezza che è maturata attraverso chissà quante incarnazioni e passaggi dimensionali. Il nostro divenire evolutivo è quello di ricordare a ritroso = consapevolezza quello che noi siamo veramente e cioè una particella spirituale e divina, che ha il compito di riavvicinarsi alla Sorgente creatrice, che è allo stesso tempo l'Uno e il Tutto e in questo percorso senza fine il nostro spirito si fonde nell'Assoluto, scoprendone un aspetto infinitesimale ogni volta!
venerdì 30 dicembre 2022
Aiutati ché la CIA t'aiuta!
Fonte: Mio articolo del 22 febbraio 2016
Vorrei sapere chi ha inventato gli aiuti al terzo mondo. Probabilmente sono gli stessi individui che il terzo mondo lo hanno da sempre depredato e impoverito. L'analogia è con le energie basate sul petrolio e quelle cosiddette rinnovabili: sono sempre gli stessi magnati che magnano e fanno i soldi, sia prima che dopo. Quando si sono accorti che il colonialismo nudo e crudo non era più accettabile, hanno smesso i loro veri panni da lupo, per indossare quelli da pecora, ma sempre lupi sono rimasti. Il loro amichetto biancovestito, che ama affacciarsi al balcone romano per fare proclami e ampi gesti, ha fornito loro una patina di rispettabilità, consacrando un business in cui ad essere spolpati non erano più le nazioni africane (o non più solo quelle), ma i contribuenti delle nazioni del primo mondo. Qualche anno fa, curiosando fra i banchi del mercato di Sakamaha di Tulear, che Tina mi ha fatto conoscere con il nome biblico di Betania, su un sacco di 50 Kg di riso ho letto: “Dono del popolo italiano. Vietata la vendita”. Naturalmente, non avevo la macchina fotografica con me. E allora mi sono chiesto: se il popolo italiano, a sua insaputa e con i soldi delle sue tasse, ha deciso di regalare quel sacco di riso (e chissà quante altre cibarie) al popolo malgascio, come mai qualcuno ha pensato bene di metterlo in vendita al mercato per guadagnarci su? Se io fossi il popolo italiano mi sentirei preso in giro, ma per fortuna il popolo italiano non lo verrà mai a sapere. Come non viene a sapere tante altre cose che lo riguardano.
Lo Zen applicato
Testo di Anonimo
Nel sud del Giappone, paese che ha tanto da insegnarci, lungo il fiume Nishiki, esiste una stazione ferroviaria che non ha entrata, non ha uscita, né biglietteria, né bar o sala d'attesa. I treni, infatti, fermano al fianco della banchina, i passeggeri possono scendere, ma poi non possono andare da nessuna parte e per allontanarsi devono aspettare il convoglio successivo. Vicino non ci sono attrazioni turistiche, paesi o città, centri commerciali od attrazioni turistiche, il luogo è disabitato e la stazione per noi occidentali potrebbe sembrare del tutto inutile. La stazione in questione si chiama "Seiryu Miharashi Eki", che si traduce come “piattaforma di vista del fiume”, ed è stata pensata con la sola funzione di ricordare l’importanza del fermarsi, sia dal punto di vista fisico che mentale. I viaggiatori vi possono sostare per ammirare il panorama, per fare una semplice pausa, per meditare, per godere del silenzio circostante. Attività, queste, che spesso si dimenticano, soprattutto nelle società della fretta, della produttività, in cui non si può e non si deve avere coscienza di quanto si stia facendo, vivendo, perché si deve solo produrre, produrre, produrre, ed eventualmente consumare. Ecco, ora converrebbe che, facendo un grande respiro, si capisse che il silenzio e la riflessione in certi momenti sono fondamentali per resistere e per ripartire. Ricordiamocelo. Il tempo della vita è irripetibile, godiamocelo con responsabilità e senza farci schiacciare da consumo, profitto e potere.
Quando non c'era la televisione
Fonte: La campagna appena ieri
La vègia, la veglia. In Romagna, le veglie invernali si tenevano di solito nelle stalle, il luogo più caldo della casa, grazie al fiato delle bestie che erano quasi sempre parecchie, dato che servivano per i lavori di traino e di aratura. Dopo cena la famiglia vi si trasferiva al completo e spesso, nelle sere festive si univa loro qualche vicino a giocare a carte o qualche giovanotto che faceva la corte alle ragazze di casa. Ma anche durante la veglia, la maggior parte dei contadini non stavano mai con le mani in mano, c’era sempre qualcosa da fare. C’era chi aggiustava gli attrezzi, chi intrecciava cesti di vimini, chi faceva le scope con i rami di saggina, chi sgranava le pannocchie, chi preparava le trappole per gli uccelli da mettere presso i pagliai il giorno dopo. Tanti erano i piccoli lavori di tutti i giorni, senza contare il lavoro delle donne, rammendi, lavori ai ferri per le calze e le maglie di tutta la famiglia che di certo una volta non si compravano nei negozi come ora. Ma mentre le mani erano occupate in cento cose, fiorivano i racconti e le storie più o meno fantasiose sui fatti recenti o passati relativi alla comunità, ai ricordi, agli avvenimenti di guerra o semplicemente ispirati a favole o a storie di paura che incantavano soprattutto i più piccoli.
giovedì 29 dicembre 2022
La natura declinante del nostro cervello
Sono uscito dal supermercato e ho cercato le chiavi della mia auto...
Non erano in nessuna tasca, avevo solo i miei documenti, il telefono, l'accendino...
Sono tornato dentro e ho guardato tra i pomodori, le patate, dove avevo fatto la spesa, lo scaffale della pasta, ecc. Dopo un’attenta ricerca non le ho trovate.
Improvvisamente mi accorsi che probabilmente le avevo lasciate in macchina.
L'auto può essere rubata se si lasciano le chiavi in macchina. Eh, sì!
Andai velocemente al parcheggio e la macchina non c’era!
Ho chiamato immediatamente i carabinieri, ho dato loro la mia posizione, la descrizione della macchina, la targa, dove l'avevo parcheggiata, ecc. ecc.
Ho anche confessato che avevo lasciato le chiavi in macchina e che era stata rubata.
Il Cortile
Pitagora, oltre ad essere un grande scienziato e matematico geniale, è stato, a mio avviso, l'essere più illuminato della storia dell'uomo, dopo Gesù di Nazareth. Aveva il dono della profezia e della divinazione. Era lui che istruiva le Pizie in Grecia. C'era lui dietro l'Oracolo di Delphi. Trasferitosi in Italia, istruì le Sibille a Cuma, vicino Napoli. C' era ancoralui dietro i misteri eleusini. A Crotone, in tarda età, istituì le sue scuole "pitagoriche" , dove insegnava la Via Interiore, la liberazione dell'anima dalle colpe che la opprimono. Lui la chiamava la scuola dell' "agape", dell'Amore. Questa scuola durò 24 anni, fino alla sua morte. Nel periodo di massimo splendore raggiunge la cifra di 40.000 discepoli. Questa scuola era divisa in duegruppi. Quelli che vivevano in comunità con lui nella sua cerchia intima, erano gli esoterici (letteralmente= quelli del cortile interno) e tutti gli altri, essoterici (cortile esterno). Gli essoterici, andavano alla scuola per imparare la via dell'amore e non avevano l'obbligo di astenersi dalla carne, mentre gli esoterici che vivevano insieme a lui non potevano cibarsi di carne perché, secondo Pitagora, non avrebbero potuto capire fino in fondo le lezioni che lui impartiva. L'insegnamento che dava sull'amore coinvolgeva anche gli animali. Quando qualcuno degli essoterici imparava a privarsi della carne, senza imposizione o sacrifici, veniva ammesso fra gli esoterici e poteva intraprendere la vera scuola dell'amore per tutto il creato.
Favole antropocentriche da riscrivere
La non conoscenza ci allontana dal mondo reale. Condanniamo tutto ciò che è diverso da noi, perché? Impariamo invece a conoscere le altre specie che, al pari di noi, hanno il diritto di vivere. Pericolosa è l'ignoranza, pericolosa è la voce umana che grida al lupo. Gridiamo piuttosto: “Attenti all’uomo!”.
mercoledì 28 dicembre 2022
Gli africani vengono tutti da noi!
Un esemplare ferito di genetta, un piccolo carnivoro di origine africana, è stato recuperato all’interno di un pollaio a Olivetta San Michele, Liguria. La specie è stata introdotta dagli arabi in Spagna oltre mille anni fa e da lì ha conquistato prima la Francia e ora anche l’Italia. Continua QUI.
L'Italia è il paese dei presepi in grandezza naturale
Fonte: Italia - Un museo a cielo aperto
Uno scorcio di Scanno, Abruzzo, annoverato tra "I Borghi più belli d'Italia".
Foto di @lyoncorso
martedì 27 dicembre 2022
L'ignoranza regna sovrana!
Quindi ricapitolando:
- Sull'uomo :
Non conosciamo chi lo ha creato, né come, né quando, né perché.
Non conosciamo cosa ci sia dopo la morte, né prima della vita.
Non sappiamo come funzioni il cervello umano.
Non sappiamo se abbiamo un'anima e dove semmai essa risiede.
Non conosciamo i meccanismi della coscienza e dove essa risiede.
Non conosciamo pienamente le attività dei sogni.
Non sappiamo perché insorgano certe malattie e perché qualche volta improvvisamente spariscano.
Non sappiamo definire i fenomeni paranormali e i così detti miracoli.
Non riusciamo a cogliere il concetto di infinito.
Un dragoncello mimetico
Dragone foglia. Il dragone foglia (Phycodurus eques) nonostante il nome altisonante, è un piccolo cavalluccio marino che vive al largo della costa australiana. Utilizza delle vistose escrescenze per mimetizzarsi tra le alghe marine, tra le quali nuota con le sue due piccolissime ma efficientissime pinne.
lunedì 26 dicembre 2022
Difendono le pecore che saranno macellate dal padrone
La pecora che mostra la sua gratitudine al cane (ferito) che l'ha appena salvata dall'attacco dei lupi è una delle immagini più belle che abbia mai visto.
Il consumatore non si pone mai domande
Una conoscenza quasi surreale degli allevamenti e dei macelli per godersi ipocritamente corpi smembrati. Non chiedersi mai niente di più della freschezza della carne, che per quanto di aspetto sano, resta comunque sempre quella di un cadavere. E mi chiedo se non vi fate mai domande vere. Non avete mai bisogno di onestà, verità, realtà? No, giusto. Non volete risposte. Voi siete solo consumatori, del resto. Consumate la vita altrui. Dissipate umanità.
Roma è invasa dai romani
Fonte: Tre Editori
Fratelli cinghiali d’Italia. "Questa è la Legge della Giungla - come il cielo antica e forte; va a conforto del Cinghiale osservante, per il Cinghiale ribelle è la morte. La Legge procede a spirale come liana intorno alla scorza: la forza del Branco è il Cinghiale, il Branco è la forza del Cinghiale."
--- liberamente tratto da 'Il Libro della Giungla', di Rudyard Kipling.
(L'immagine è un murale di Gabo, con la scritta: 'Fai musica, non uccidere i cinghiali')
domenica 25 dicembre 2022
Mi piacciono ancora gl'istinti, ma non mi ricordo perché!
Se non che, per adempiere al motto “Non c’è rosa senza spine”, oppure alla famigerata Legge di Murphy, mi è venuto un improvviso attacco di colite e ho dovuto cercare con urgenza un albero abbastanza grande che rispondesse alla bisogna, femminile singolare, che sottintende il maschile plurale. Nel frattempo, tenevo d’occhio Pablo e quando l’ho visto correre nella direzione da cui eravamo giunti, ho pensato che mi stesse cercando, per un attimo ho temuto di perderlo e che se ne tornasse a casa senza di me. Per fortuna, è tornato indietro, sempre correndo e, avendolo raggiunto, mi sono accertato che mi vedesse prendere il sentiero che ci avrebbe riportato verso casa. Ma lui ha deciso di fare di testa sua. Ed è stato lì che ho indugiato un po’, aspettando che mi raggiungesse, quando, a un certo punto, conoscendo la sua abitudine di rotolarsi negli escrementi o nelle carogne di animali, come fanno molti cani, mi è venuto un pensiero terribile. Vuoi vedere che quel disgraziato si sta rotolando proprio dietro l’albero? L’albero a cui non avevo teso la “pargoletta mano”, come direbbe Carducci, ma che aveva funto da ritirata strategica boschiva, permettendomi di far sparire l’improvviso mal di pancia. E infatti, contento come una Pasqua, quasi mostrandomi la sua prodezza, alla fine è tornato verso di me, l’ho agganciato al guinzaglio, facendo attenzione che non mi si strusciasse contro i pantaloni, e siamo usciti dal boschetto ripariale. A casa ho dovuto metterlo di peso dentro il lavatoio e fargli un bel bagno. Il primo, da quando sta con me. Poi, sempre agganciato al guinzaglio, l’ho fatto uscire, affinché andasse a rotolarsi nell’erba e nella terra, come fanno tutti i cani dopo il bagnetto. Ho messo la ghigliottina alla gattaiola, affinché non rientrasse troppo presto, tutto bagnato. Il collare l’ho buttato nell’indifferenziata. Il guinzaglio flessibile l’ho messo all’esterno, appeso a un chiodo, ché si disinfetti sotto i raggi del sole. Ora so che con Pablo devo stare attento e intervenire non appena lo vedo annusare a terra, in un punto preciso, con insistenza, perché potrebbero esserci delle fatte. E mi porterò sempre dietro le salviette imbevute. I cigni non si sono accorti di nulla.
L'infernale cane precolombiano
Una famiglia di Xolos. Uno studio genetico, utilizzando il DNA mitocondriale, ha rilevato che le sequenze di DNA dello Xoloitzcuintle erano identiche a quelle dei cani del Vecchio Mondo. La pelle senza peli dello xolo è il risultato di una mutazione genetica che è anche responsabile della mancanza di premolari da parte del cane. Questo caratteristico tratto dentale rende relativamente facile identificare i resti di xolos in contesti archeologici. Nell'antichità, gli Xolos erano spesso sepolti con i loro proprietari per fungere da guida all'anima nel suo viaggio verso l'aldilà. Sono stati trovati nei luoghi di sepoltura sia dei Maya che dei Toltechi.
La tregua puerperale del carnivoro
Gentili e attenti LETTORI,
oggi che per molti è un giorno davvero particolare, voglio mandarvi un mio DONO che è uno straordinario e commovente VIDEO, una vera e propria LEZIONE di AMORE UNIVERSALE da parte di una MAMMA gatta. Credetemi è molto difficile rimanere indifferenti alla sua VISIONE che ci tocca nel più profondo dell'ANIMA. Colgo l'occasione per AUGURARVI buone e serene FESTIVITA' e tanta SALUTE unitamente ai Vostri cari, un cordiale Mandi da
SDEI/Sergio alias Cervo Bianco
Pace e bene e cuccioli caldi!
Ho sempre odiato ed evitato di pubblicare il classico "Aforisma di Natale" strappalacrime o di saggezza popolare pescato su google, per cui non lo farò. Voglio però ringraziare ognuno di voi per aver fatto parte di quest'anno, per molti aspetti significativo, unico e irripetibile, un anno che mi ha segnato ed insegnato molto, un anno in cui i soliti e veri amici che mi hanno affiancato mi accompagneranno ancora, un anno in cui si sono aggiunti amici nuovi e in cui amici di vecchia data hanno invece preso strade diverse. Vi auguro di cuore che possiate, anche solo per poco, vivere una felicità così intensa come quella che proverà questo bambino quando il suo papà gli svelerà la sorpresa. Pace e bene a tutti voi e ai vostri cari.
sabato 24 dicembre 2022
Tutti gli uomini sono barbari, ma alcuni sono più barbari degli altri!
Una mattina, mentre mi trovavo sotto la loggia del Vahombe a guardare il mare, vedo scendere da una barca due vazaha, che si portavano appresso le canne da pesca e il loro pescato. La cosa mi è sembrata interessante sul piano antropologico. La maggior parte dei turisti considera normale fare le stesse cose che fanno gli indigeni e, come disse anche Milan Kundera, la macellazione degli animali non trova pause nemmeno in tempo di guerra ed accomuna i due schieramenti nemici, così che per gli animali la guerra non finisce mai. Io, che non ho nessuna intenzione di fare la guerra alla natura e ho smesso da molto tempo di contribuire con le mie papille gustative alla più orribile e antica mattanza di creature, parto dal presupposto che se c'è qualcosa di buono nell'uomo bianco, rispetto a quello di colore, è la capacità di trasmettere scintille di civiltà, sempre ammesso che l'uomo di colore possa e voglia riceverle. Non dico che gli uomini bianchi siano tutti e totalmente civilizzati in confronto con gli africani, ma molti lo sono e io mi pregio di appartenere a questi.
Finché c'è pigna, c'è speranza!
Il Pignatron. In estate avevo preso una stufetta d'epoca in ghisa che qualcuno chiama parigina, perché avevo l'esigenza di scaldare velocemente la saletta da pranzo per le colazioni mattutine. Il caldobagno elettrico ha sempre funzionato a dovere, ma la corrente inizia a costare troppo. Questo tipo di stufa altro non è che un condotto verticale con vari cambi di sezione ed infatti funziona ottimamente col carbone, il quale notoriamente necessita d'un costante e massiccio apporto d'aria. Solo che il carbone non è banale da reperire ed inoltre impiega tempo per incendiarsi, quindi per ciò che mi serviva non va bene. Ho fatto un po' d'esperimenti, trovando la soluzione ideale in qualcosa che qui in Carso è comune quasi quanto le pietre, ma a differenza di quest'ultime brucia e pure bene: le pigne. Ho creato quindi il PignaTron che funziona così: si riempie la metà inferiore della camera di combustione con pigne sfuse, si apre tutta l'aria e si getta dentro un cubetto di diavolina acceso. Le pigne s'incendiano quasi istantaneamente ed a questo punto il PignaTron, lanciato a bomba contro l'ingiustizia termica, non può più esser fermato: prima che la moka abbia tempo di rigurgitare il caffè, la saletta è già in temperatura, a dimostrazione della bontà della tecnologia pignatronica, tanto essenziale quanto efficace ed efficiente e soprattutto estremamente economica (a parte il mal di schiena nel raccogliere il combustibile in pineta...). Il rumore di motore aeronautico al decollo che genera quando parte azzera inoltre le residue velleità di chi in famiglia aveva eluso la sveglia restando a letto, costringendolo a venire a tavola. Un quarto d'ora dopo, annichilita la massa pignosa, l'ordigno infernale si raffredda così velocemente come s'era scaldato, ma ormai è tempo d'uscire al lavoro ed a scuola: il ciclo ricomincerà il mattino dopo al motto di finché c'è pigna c'è speranza, e soprattutto caldo agratis o quasi.
venerdì 23 dicembre 2022
La classica metafora infallibile
Orwell temeva coloro che avrebbero bandito i libri. Huxley temeva che non ci sarebbe stato bisogno di bandire i libri, perché nessuno sarebbe stato più interessato a leggerli. Orwell temeva coloro che ci avrebbero privato delle informazioni. Huxley temeva coloro che ci avrebbero sommerso da così tante informazioni da ridurci alla passività e all'egoismo. Orwell temeva che la verità ci sarebbe stata nascosta. Huxley temeva che la verità sarebbe stata affogata in un mare di irrilevanza. Orwell temeva che la nostra sarebbe diventata una civiltà di schiavi. Huxley temeva che la nostra sarebbe diventata una civiltà di gente superficiale, attenta solo a piaceri infantili. In "1984" le persone sono controllate con il dolore. In "Il Mondo Nuovo" le persone sono controllate con il piacere. In breve, Orwell temeva che ciò che ci spaventa ci avrebbe rovinato. Huxley temeva che che ciò che desideriamo e non riusciamo a controllare ci avrebbe rovinato. Ecco perché leggere oggi è una forma di resistenza. La lettura è una forma di ribellione, di resistenza, un modo per combattere contro i condizionamenti che la società impone, è difendere la propria mente, ricercare un’indipendenza immaginativa, conoscitiva, morale. Non smettete mai di leggere. Resistete.
1.500 pesci sono rimasti feriti e portati in ospedale
Esploso il grattacielo degli acquari. L’AquaDom era un acquario cilindrico in vetro acrilico alto 25 metri con ascensore trasparente incorporato, a Berlino, in Germania. Si trovava all'interno del Radisson Collection Hotel nel complesso DomAquarée. Il complesso DomAquarée contiene anche uffici, un museo, un ristorante e l'acquario Berlin Sea Life Centre. L'acquario, inaugurato nel dicembre 2003, è andato in frantumi per cause ancora da individuare. Era costato quasi 13 milioni di euro. L'AquaDom era il più grande acquario cilindrico acrilico (in volume) del mondo, con un diametro di circa 11m e un'altezza di circa 16m, poggiante su una fondazione alta 9 m. Riempito con 1 milione di litri di acqua, conteneva oltre 1.500 pesci di 50 specie, per nutrire i quali erano necessari 8kg di altri pesci al giorno. Sia l'alimentazione che la pulizia della vasca venivano eseguite giornalmente da tre o quattro sommozzatori. Due persone sono rimaste ferite e portate in ospedale.
giovedì 22 dicembre 2022
Non vedere la bellezza della Natura è una malattia mentale
Vedere una simile meraviglia e desiderare di ucciderlo non è uno sport.....è una malattia mentale.
Puzzolente ma bellissima!
Testo di Luca Albonetti
Zulu Hud Bug alias, Cimice Picasso (Sphaerocoris annulus) luogo d'origine: Mozambico.
Abigeato creativo
Scarpe inventate e utilizzate negli anni '20 da un ladro di bestiame chiamato "Crazy Tex Hazel" per nascondere le sue impronte mentre rubava le mucche. Custodite nel museo del Nevada nord-orientale.
mercoledì 21 dicembre 2022
Gli occhi mettono paura
Falena bullseye maschio, del Madagascar (Antherina suraka). Possono muovere le ali posteriori indipendentemente dalle ali anteriori, se spaventati, per mostrare i loro occhi in movimento.
Foto: Adam Gor
La strana coppia
Incredibile amicizia che dura da più anni. Un lupo solitario e un orso. Nord della Svezia.
Piccoli fotografi crescono
Se per un’immaginifica ipotesi, i suoi genitori venissero da me e mi ponessero la fatidica domanda: “Come va nostro figlio, signor maestro?”, io risponderei: “E’ uno scolaro volenteroso, che si applica, che dimostra grande entusiasmo nel voler apprendere e che mi dà molte soddisfazioni!”. Ma Francesco Spizzirri non ha più i genitori in vita, come molti di noi e come purtroppo prevede l’ordine naturale delle cose, e io non faccio più il maestro elementare, da quando mi licenziai nel 2003. Tuttavia, Francesco, in quest’anno del Signore 2022, mi ha dato grandi soddisfazioni riguardo alla valorizzazione delle mie foto naturalistiche, perché lui, a differenza di me, è uno che studia. Io, quelle poche volte che mi ci metto, non ci capisco niente! A volte, mi viene il sospetto di essere un...analfabeta funzionale. Ovvero, non capisco il testo. Qui stiamo parlando di testi di natura tecnica, pieni zeppi di numeri, con riferimenti ad altri numeri, e io, quando vedo i numeri, vado nel pallone. Sono la mia dannazione, lo so da molto tempo. Lui ora sta intraprendendo una nuova strada. Da fotografo sta diventando cineasta. Ci sono delle applicazioni, su internet, e siccome lui è uno che si applica, riesce ad assemblare le foto, trasformandole in video, con tanto di musica di sottofondo. Quello proposto qui è solo un assaggino. Non entro nei particolari, ma secondo i miei calcoli (sì, anche se non vado d’accordo con i numeri, qualche calcolo riesco a farlo) il risultato finale dovrebbe essere un video di circa otto minuti, gradevole da vedere e da ascoltare. Rimangono da inserire le didascalie e da trovare il tempo di assemblare quasi un centinaio di foto, una via l’altra, ma se Francesco ricava diletto da ciò che fa, il tempo gli scorrerà velocemente e l’impegno non gli sarà troppo gravoso. Di tempo, per portare a termine il progetto, ne ha quanto ne vuole, non solo perché è pensionato, ma perché io non gli do fretta nel farlo.
martedì 20 dicembre 2022
Il falco grillaio e la libellula
Fonte: Wikipedia
Data la scarsa potenza del becco e degli artigli, si nutre principalmente di invertebrati come cavallette, coleotteri, grillitalpa, insetti vari che coprono circa l'80% della sua alimentazione. Riesce comunque a predare con successo rettili come le lucertole e, occasionalmente, piccoli roditori terricoli. Cattura le sue vittime in prevalenza a terra, usando sia la tecnica di caccia all'agguato che il volo perlustrativo.
Arte e Natura, binomio perfetto!
Nei Giardini perduti di Heligan, nel cuore della Cornovaglia, si trova la scultura Mud Maid, considerata "vivente": il suo aspetto cambia in base alle stagioni. Incredibilmente meravigliosa!
La bravura del fotografo e la bellezza del pipistrello
Pteropus poliocephalus, specie di pipistrello volpe volante dalla testa grigia, diffuso in Australia e Filippine.
lunedì 19 dicembre 2022
Per i cani, è una fortuna nascere in Occidente
Konrad Lorenz parlava di una doppia origine per le razze canine: quelle che discendono dal lupo e quelle che discendono dallo sciacallo. Di fatto, Biagio Pascal disse che il cane è la più grande conquista dell'umanità e anche se a quell'epoca l'uomo non era ancora sbarcato sulla luna, penso che avesse ragione. Piuttosto, sul perché solo gli occidentali, con qualche rara eccezione, amino i cani, a differenza dei cinesi che li considerano cibo e delle altre etnie che li considerano concorrenti alimentari, cioè parassiti, mi sono a lungo interrogato. Sono comunque giunto a due conclusioni. La prima riguarda la nascita del rapporto di amicizia tra uomo occidentale e cane. Tale rapporto nasce in un contesto venatorio. In Europa (parlo di quando gli USA ancora non esistevano) la gente andava a caccia con i veltri e le altre razze venatorie. In Oriente andavano a caccia con i ghepardi (i ricchi) e con i falchi (i meno ricchi). Indi per cui, il cane è stato visto per secoli solo come uno strumento di lavoro, utile per portare a casa la cena e di conseguenza difficilmente poteva entrare nel circuito dell'affettività con i suoi carcerieri. Stessa sorte è toccata a ghepardi e falchi, che non sono mai entrati nella sfera affettiva umana perché estinti o di difficile allevamento. La facilità riproduttiva dei cani, viceversa, ha permesso la grande diffusione di questa specie che, dopo secoli di domesticazione, ha dato luogo a molte varianti, entrando a poco a poco nel cuore degli uomini, mentre il ceppo originario dello sciacallo e del lupo ha mantenuto le caratteristiche originarie.
L'uomo è una macchina che dorme
Bisogna comprendere che il sonno nel quale vive l’uomo non è un sonno normale, ma ipnotico. L’uomo è ipnotizzato e questo stato ipnotico è continuamente mantenuto e rinforzato in lui. L’uomo moderno non pensa, ma qualcosa pensa per lui, non agisce, ma qualcosa agisce tramite lui, non crea, ma qualcosa viene creato per mezzo suo. Si potrebbe pensare che esistano delle forze per le quali sia utile e vantaggioso mantenere l’uomo in uno stato ipnotico, impedendogli di vedere la verità e di comprendere la sua condizione oggettiva. L’uomo è una macchina. Tutto quello che fa, tutte le sue azioni, le sue parole, pensieri, sentimenti, convinzioni, opinioni, abitudini, sono i risultati di influenze esteriori, di impressioni esteriori. Tutto ciò che sopravviene nella vita di un uomo, tutto ciò che si fa attraverso di lui, semplicemente accade. L’uomo che dorme non può “fare”, in esso tutto si fa nel sonno. Per "fare" deve innanzitutto svegliarsi. Le macchine sono cieche e incoscienti, non possono essere altrimenti. L’attività incosciente di milioni di macchine si conclude inevitabilmente in sterminio e rovina. La civiltà contemporanea vuole degli automi. E le persone sono certamente sul punto di perdere le proprie abitudini di indipendenza, diventando sempre più simili ad automi, a macchine. Non è possibile dire come finirà tutto questo né come uscirne, e neppure se ci sarà una fine o un’uscita. Una sola cosa è certa, ed è che la schiavitù dell’uomo non fa che aumentare. L’uomo sta diventando uno schiavo volontario. Non ha più bisogno di catene: incomincia ad amare la sua schiavitù, a esserne fiero. E nulla di più terribile potrebbe accadere ad un uomo.
Il singolo individuo è differente dalla massa degli individui
La folla è un gregge docile incapace di vivere senza un padrone. È talmente desiderosa di obbedire che si sottomette istintivamente a colui che le si pone a capo.
domenica 18 dicembre 2022
La fatica di nascere in un bosco
Testo e immagine di Fabrizio Enrico Cesana
Se le persone avessero la consapevolezza di quanta fatica e quanto tempo impiega un albero a formare un seme, affinché questo sia maturo e vitale, a fornirgli energie per poter iniziare una nuova vita. Se sapessero quanto è difficile trovare le condizioni idonee perché quel seme germini, dopo aver passato mesi in letargo sotto la neve. E se solo intuissero le enormi sfide che questa piccola plantula in foto dovrà ancora affrontare prima di riuscire ad emettere le prime foglie vere dalla piumetta che si vede fra la corona dei cotiledoni, in balia di calpestio accidentale o deliberato, precipitazioni eccessive o troppo scarse che lo farebbero precipitare a valle o disseccare, animali che lo potrebbero divorare, tralasciando funghi e malattie che potrebbero intaccare il suo delicato colletto, o le sue prime radichette. Se solo pensassero agli anni, ai decenni di sfide al limite di qualsiasi sopportazione umana, in balia degli eventi, perché lui, da lì, non potrà mai più spostarsi; se solo le persone, dicevo, si immedesimassero in questa piccola pianta di pino cembro, sarebbero molto più attente a ciò che accade agli alberi intorno a loro. Non li vorrebbero più vedere potati e seviziati, non li abbatterebbero così a cuor leggero come fanno ora. Un albero è la somma di tutto ciò che ha vissuto. Come noi.
Pinus cembra L., il pino delle Alpi.
Costa dei larici, Ghiacciaio Forni.
Unico rappresentante a 5 aghi del genere in Europa.