mercoledì 7 giugno 2023

Il mio allocco impagliato si chiama Uberto!


Testo di Davide Rufino

É letteralmente impossibile non restare incantati dinanzi ai rapaci notturni, in questo caso allo sguardo ipnotico dell'allocco (Strix aluco). Due grandi occhi scuri, incredibilmente profondi, che danno a questa creatura un'espressione quasi umana. E non passa giorno senza che io mi senta e mi ritenga fortunato, un vero e proprio privilegiato per avere l'occasione di poter studiare dal vivo, osservare, ammirare estasiato questi spettacoli della natura che la nostra bellissima Terra dona a chi ha occhi, cuore e cervello per "vedere". E a mente fredda, è pazzesco riflettere su come ogni singola caratteristica di questi esseri meravigliosi - e questo vale per ogni singola specie - sia stata plasmata, selezionata e affinata dalla natura, dall'ambiente e dalle sfide che devono affrontare per sopravvivere. Chi si adatta, vince. E l'allocco è stato forgiato dalle sapienti mani di Madre Natura per essere un signore della notte, che domina il buio del bosco col suo volo silenzioso. Inevitabile non scorgere bellezza e poesia in tutto questo. Aggiungiamoci pure il suo canto: quell'ululato tremolante che accompagna la luna e le stelle, un suono primordiale che potrebbe essere definito come essenza stessa della notte e che ammanta la foresta di brividi e di magia.

Capolavoro.

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