venerdì 16 giugno 2023

Per le lumache forse era meglio rimanere in mare


Un anno fa, tutte le mattine, andavo nell'orto per catturare chiocciole e lumache, onde portarle lontano, e pensavo alla famosa gazzella che, tutte le mattine, in Africa, deve mettersi a correre. Io facevo meno fatica perché prendevo i molluschi gasteropodi polmonati con una pinzetta (solo le limacce) e le mettevo in un barattolo. Per le chiocciole usavo le mani. Quando poi, più tardi nella mattinata, uscivo in macchina per andare a lavorare, le liberavo a qualche chilometro di distanza. Lo facevo per salvaguardare le mie verdure. Voi pensate che sia servito a qualcosa? Assolutamente a niente! I gasteropodi, in quello che io chiamo il “mio” orto, sono a casa loro e pensare di estirparle fino a “sanificare” il territorio, è assurdo. Sarebbe come pretendere che gli orsi spariscano dai boschi del Trentino. Tutti loro, dalle lumache agli orsi, sono a casa loro, ci vivono da milioni d’anni, mentre noi, ultimi arrivati, da molto meno tempo. Noi siamo solo ospiti, non graditi, impostori che si sono imposti a casa d’altri, come quelli che aspettano che il proprietario vada qualche giorno in ospedale e si stabiliscono nella sua casa. E, come quelli, assurdamente protetti dalla legge, non si schiodano più quando occupano abusivamente le case altrui, così l’Homo sapiens non ce lo leveremo più dalle scatole se non con qualche bella guerricciola atomica.



Ma torniamo all’umile chiocciola. Quella in foto è della specie Helix adspersa, secondo una vecchia definizione, ma oggi chiamata Cornu aspersum. Facendo una ricerca in internet, per prima cosa saltano fuori offerte di chiocciole da riproduzione, in quello che a tutti gli effetti è un tipo particolare di allevamento. I francesi sono famosi nel mondo per essere grandi amanti di questo genere di cibo, anche se vengono a volte dispregiativamente chiamati “mangia-ranocchie”. Gli italiani sono meno amanti di questo alimento, ma sappiamo che i nostri antenati le consideravano una delizia. Tanto è vero che la parola “cucchiaio”, sembra derivi proprio da “coclearium”, lo strumento che gli antichi romani usavano per estrarre il mollusco, una volta cotto, dal suo nicchio. Noi moderni, e in modo particolare mi riferisco a noi civilizzati, non mangiamo né questi invetebrati ermafroditi, né le “ranocchie” dei francesi, né tanto meno gli insetti che la mafia ebraica, i padroni del mondo, vorrebbe imporci. Noi, con o senza orto da difendere, non solo non mangiamo le chiocciole, ma stiamo bene attenti a dove mettiamo i piedi, perché non vorremmo mai sentire il rumore del nicchio che si frantuma, con il suo proprietario dentro. Un rumore, per chi ha un certo tipo di sensibilità, assai sgradevole. Prima dell’insalata intonsa, per noi viene la vita di queste fragili creature, che hanno da millenni lasciato il mare per vivere sulla terra. Fu, dal punto di vista evolutivo, una buona scelta? Sul momento sì, perché l’uomo distruttore non era ancora stato creato. I guai, per le chiocciole, vennero dopo!

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