mercoledì 5 luglio 2023

La Planorba peripatetica


Quello parlato dai triestini è un buffo dialetto, quasi del tutto simile a quello parlato dai veneti. E in mezzo ci siamo noi ostrogoti, ma questo è un altro discorso. Ogni volta che vedo l’unica Planorba adulta presente nell’acquario dei girini andare “so e zo”, come appunto dicono a Trieste, mi chiedo il perché di quel comportamento. Probabilmente, non vuole camminare nel sudicio, cioè sul fondo che si è riempito di un leggero strato di fanghiglia, ma sul vetro, proprio dalla parte dove io posso ammirare quel piccolo microcosmo, non trova molto da mangiare, perché è abbastanza pulito, privo di quelle alghe che sarebbero il suo cibo. Qualunque sia il motivo per cui va su e giù, dal fondo alla superficie e ritorno, gli altri ospiti se ne devono essere accorti, perché capita che quando sale ha in groppa un asellus e quando scende un girino. Gliel’ho visto fare solo una volta, ma mi è bastato per trovare la cosa buffa, al pari del dialetto triestino. Che bisogno aveva l’asellus di farsi dare un passaggio verso l’alto? E che bisogno aveva il girino di farsi trasportare sul fondo? In questo secondo caso, posso ipotizzare che sulla superficie del nicchio della Planorba ci siano quelle incrostazioni di alghe microscopiche che tanto piacciono ai girini, con le loro minuscole boccucce. Mi piacerebbe sapere dove di notte la Planorba va a dormire, se in basso o in alto, ma per saperlo dovrei accendere la luce e non voglio perturbare il ciclo nictemerale della compagnia. La luce la accendo alle otto del mattino e la spengo alle otto di sera, minuto più minuto meno. E’ importante per il metabolismo degli occupanti dell’acquario. Perciò, rimarrò con la curiosità di sapere dove dorme la Planorba. Non si può sapere tutto della vita. Bisogna lasciare spazio anche ai piccoli misteri. In fondo, anche la Planorba segue le regole della Tavola smeraldina: come in alto, così in basso!

Nessun commento:

Posta un commento