Testo di Wegan
In questo frullatore, in questa centrifuga, che viene spacciata per "esistenza", non viene più consentito di fermarsi a riflettere e ad osservare i mille volti della Vita, a cercare di comprenderne il significato.
E soprattutto non è concesso di provare rispetto per ogni forma di essere vivente, che alberga su questo pianeta.
Ciò che ci affratella – piante, animali ed umani - è l'essere tragici attori, inconsapevoli pedine, di un macabro gioco, in cui ciascuno sopravvive solo a spese di un altro.
E' il concetto che coniai diversi anni or sono: mangiare ed essere mangiato, secondo la filosofia del Demiurgo assassino.
In un'eterna giostra, legati l'un l'altro da un'inossidabile catena, che viene astutamente gabellata per equilibrio, per ecologia, ma i cui anelli – noi tutti esseri viventi – sono obbligati a rimanere eternamente legati nella condizione vicendevole di vittime e di carnefici, a turno, continuamente e senza tregua, consumiamo e veniamo consumati, divoriamo e veniamo divorati, in un infinito divenire ciclico.
Questa è la vera, orribile normalità, che pochi hanno la capacità e la forza, in cuor loro, di smascherare e di non accettare, almeno idealmente, perché spaventosamente agghiacciante nella sua assurdità ed ingiustizia.