lunedì 15 agosto 2011

Il gladiatoro



Ne è morto un altro!
Non sto parlando dei cavalli massacrati a Siena, ma di uno dei quasi sette miliardi di scimmioni assassini che impestano questo pianeta.
E’ un evento raro, ma rappresenta la massima aspirazione per il pubblico, giacché in fin dei conti veder morire un toro o un cavallo è cosa scontata, prevista in anticipo e non produce più emozioni in chi vi è abituato. La passione profonda che gratifica lo spettatore di eventi cruenti è dovuta al fatto che ad essere smembrato, trafitto o fatto a pezzi è un altro e non noi stessi. C’è un’inconscia identificazione con l’ucciso e subito dopo averlo visto morire subentra la tranquillizzante consapevolezza che è toccato a lui e non a noi. Il plebeo che andava al Colosseo duemila anni fa a veder sbranare i cristiani, lo sportivo che assiste a un incontro di box e l’aficionado che va regolarmente a veder uccidere i tori, hanno in comune la consapevolezza subliminale che il cristiano sbranato, il pugile massacrato di pugni e il toro trafitto da una spada sono nostri fratelli o in qualche altro modo imparentati con noi. Succede a loro, di essere assassinati, e non a noi. E questo è l’importante. Questo solo fatto ci esalta e ci fa sentire migliori di loro, se non altro perché il Destino, Dio, le autorità secolari o gli organizzatori di eventi sportivi hanno messo loro e non noi a quel posto. 
 
La stessa cosa succede in guerra: a morire è il commilitone che corre all’assalto al nostro fianco. E’ lui che cade a terra e noi siamo ancora vivi. Ancora per un po’. E’ la gioia del sopravvissuto.
Nei periodi di pace, in una confusa comprensione degli eventi della vita, lo spettatore percepisce un miscuglio di motivazioni, frammiste a giustificazioni e luoghi comuni, che gli permettono di sentirsi in qualche modo diverso dalla vittima, di sentire la giustezza del tutto e di credere che se ciò a cui assiste accade è per motivi di ordine superiore. Così ragionando, spesso ci si appella a Iddio Onnipotente, il quale approva la corrida, gli spettacoli del Colosseo e tutte le altre manifestazioni in cui vi è una vittima e un carnefice, a prescindere che vi sia accettazione consapevole da entrambe le parti o solo da una di esse.
Organi che cessano di funzionare, sangue che fuoriesce dagli appositi tubicini, brandelli di pelle e pezzetti d’osso che vengono sparpagliati all’intorno hanno in sé un fascino tutto particolare, perché rappresentano una visione non comune, non ordinaria e un fenomeno difficilmente concretizzabile nella vita di tutti i giorni.
Poiché a scuola ci è stato fatto capire che è meglio darle che riceverle, a dispetto delle ore di catechismo in cui le maestre ci parlavano di un predicatore pazzo che insegnava a porgere l’altra guancia, abbiamo interiorizzato la convinzione che è altamente preferibile un modus operandi da carnefice che non da vittima. Vista la fine che hanno fatto fare a quel nazareno pazzo, sbattutaci in faccia appena entravamo in classe, lì in alto, sulla parete dell’aula, mai e poi mai avremmo potuto prendere in considerazione l’idea di schierarci dalla parte delle vittime, perché schierarsi da quella dei carnefici è tutto di guadagnato, mentre porsi dalla parte delle vittime c’è solo da perdere.
Anche in seconda battuta, una volta usciti dal tritacarne scolastico, infiorato d’ipocrisia e belle intenzioni, ed entrati in contatto con insegnamenti non convenzionali per eruditi e gente di Sinistra, in cui figura non secondaria è quel Gandhi propugnatore di Non Violenza, il risultato non cambiava. Restavamo convinti che a fare esattamente ciò che Gesù e il santone indiano insegnavano c’è da restarci secchi al primo tentativo. Meglio seguire la strada maestra, quella che ci hanno subliminalmente insegnato le maestre. Meglio far finta di essere buoni, ingannandoci sulla nostra indole e carattere e, nella pratica, seguire la corrente materialista e feroce del quieto vivere. Meglio dedicare saltuariamente brevi pensieri purificatori alla nostra immacolata identità cristiana e/o gandiana e, nei fatti, abbuffarci di carne, accaparrarci risorse, votare politici truffaldini, respingere extracomunitari, negare aiuto ai bisognosi, voltarsi dall’altra parte quando in autostrada ci sorpassa il camion bestiame e quando la tivù ci propina immagini di bambini africani denutriti.
Molto più rassicurante andare a farci prendere in giro una volta la settimana, la domenica, in chiesa, tanto per non dimenticarci di quando, a farci prendere in giro, andavamo ogni giorno feriale, da bambini, in quelle aule con il Gesù crocifisso. Non bisogna perdere le care vecchie consuetudini. La comodità della nostra vita di schiavi ipocriti e complici, ci permette anche di dedicarci a passatempi immorali, come andare a pesca o a caccia. Di indossare pellicce rubate agli animali e di portare i nostri bambini al circo.
Vi sono innocenti scappatoie alla nostra ferocia mai sopita. Valvole di sfogo. Partire volontario ben pagato in guerra, assistere alle corride o, se capita, ai combattimenti fra cani. Svolgere un lavoro in cui si sperimenti su cavie. Sistemare esche derattizzanti nelle strade secondarie. Dare i nostri soldi alle industrie farmaceutiche. Usare mezzi inquinanti per la deambulazione. Perfino spargere insetticidi nei campi per aumentare il raccolto: tutti piccoli gesti di deliberata volontà che, come specie, ci qualificano come virus aggressivi e letali, formiche pazze che distruggono il loro stesso formicaio, adepti della setta della dea Kalì la Distruggitrice, vittime e carnefici indistinguibili, pazzi suicidi votati alla morte nostra e altrui, in una sconsiderata messinscena del più assurdo “cupio dissolvi” che si sia mai visto nell’intero universo.
Consci di questa nostra incapacità di vivere, preferiamo inebriarci, ubriacarci, drogarci, dedicarci agli sport estremi e affrontare i pericoli. Consci della nostra incapacità di vivere, preferiamo morire in mille modi.
Morire da stupidi. Incornati dalla vittima predestinata.
Non so, però, chi è più stolto. Se l’ubriaco che ha affrontato Raton, il Toro o i padroni di quest’ultimo che si guarderanno bene dal toglierlo dalle arene, dopo che ha già ucciso, con quest’ultimo idiota, tre uomini.
E’ chiaro che un toro così, che ha capito che i suoi aguzzini possono morire come tutti i viventi, è diventato ancora più prezioso, perché ancora più gente andrà a vedere le corride in cui c’è lui. Il toro “assassino”. L’ammazza-uomini. Il fenomeno. Il gladiatore moderno.
Per quanto ancora dovremo assistere a questa indecenza?

9 commenti:

  1. Bell'articolo. Caustico e critico, ma credo anche piuttosto veritiero. Punta il dito su quello che dovremmo fare e d essere noi, più che aspettare di ascoltare (sognare) quello che vorremmo essere. Nitsche diceva: "L'uomo si innamora più facilmente del proprio sogno piuttosto che del suo realizzarlo".... siamo lì no?
    Mandi (salvadi ; )

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  2. Su Stampa Libera, che è più frequentata di questo blog, finora nessuno si è schierato a favore della corrida. Mi sarei stupito del contrario. Quando ho scritto un articolo contro il palio di Siena, sono arrivati due sostenitori e abbiamo ingaggiato......battaglia. Stampa Libera è letta da pochi spagnoli, presumo. Anzi, da nessuno. A noi italiani viene facile condannare le tradizioni degli altri; un po' più difficile condannare le nostre. Questo lo dico solo come promemoria.
    Dunque, per fare qualcosa di più utile, dovrei concentrarmi sulle tradizioni nostrane, poiché è il malato ad aver bisogno del medico, non il sano. Con la corrida si sfonda una porta aperta.
    Ciao e grazie per la tua visita.

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  3. Un articolo di nobile disperazione.

    Quousque tandem?

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  4. Forza Toro!

    Non mi riferisco alla squadra di calcio.

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  5. Forza toro è lo stesso commento di un utente di questo sito:

    http://www.centopercentoanimalisti.com/phpBB2/viewtopic.php?p=649814#649814


    Questo mio articolo è così di nobile disperazione che Davide, uno dei redattori di Come Don Chisciotte, me l’ha pubblicato sul loro sito, ma poi deve aver avuto una discussione con gli altri redattori e, alla fine, visto che non aveva suscitato commenti, me l’hanno addirittura cancellato. Ora, per rappresaglia, tolgo CDC dall’elenco dei siti amici. Così imparano! :-)
    Esiste una qualche legge di produttività anche sui siti di controinformazione?
    Stampa Libera arriva a definire CDC un sito depistante: che ci sia qualcosa di vero?
    Eppure, questo Davide dice di essere vegano e quindi abbastanza in sintonia con le mie idee. Come mai su CDC parlano sempre e quasi solamente di economia? Io di soldi non ho mai capito una mazza! :-(

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  6. Freeanimals, credo che CDC sia un sito civetta. Non è un caso se non pubblicano quasi mai articoli sulle scie tossiche, ma contributi in fondo in linea con il sistema, sempre curandosi di non scoprire gli altarini di Roma e di svelare i veri piani degli Ottenebrati che con l'economia c'enteano poco o punto.

    Intelligenti pauca.

    Ciao

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  7. Intrigante, la questione!
    Non ho dubbi sulla buona fede di tale Davide, ma il sito con cui collabora potrebbe essere come dici tu e Lino Bottaro: depistante.
    La cosa è da approfondire e meriterebbe ulteriori approfondimenti, mettendoci in mezzo anche Massimo Mazzucco, magari.

    Questo l'avevi visto? Ventinove commenti finora!

    http://www.stampalibera.com/?p=29972

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  8. L'elenco è lungo, Freeanimals. Hai centrato il bersaglio! Di più non scrivo, ma so che quasi tutti i siti che paiono di informazione libera sono controllati dai Russi o dal Vaticano. Ciò non toglie che alcuni redattori siano persone in buona fede, ma i vertici sono mondialisti. E' una colladauta strategia del potere creare un'opposizione voluta ed autorizzata dal sistema stesso, un po' come valvola di sfogo, un po' per sondare le reazioni dell'opinione pubblica rispetto a certe iniziative.

    Un solo lettore di CDC, commentando un articolo di Benetazzo, altro gatekeeper, ha osservato che la presente crisi è stata probabilmente orchestrata dal convitato di pietra, il Vaticano.

    Sarà che Conegliano è umida?

    Ciao

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  9. Dai russi o dal Vaticano?
    La strana coppia!
    A giudicare dalle tue parole, la situazione è più grave di come la immaginavo. Ribadisco che l'argomento meriterebbe un'approfondita ricerca, ma temo che sarebbe difficile reperire prove. I diretti interessati negherebbero. Davide lo negherebbe e Mazzucco saprebbe anche diventare caustico, come molti dei suoi utenti. Di Chiesa avevo già sentito qualche.....pettegolezzo, ma Benetazzo lo avevo apprezzato ascoltandolo in una sua conferenza, in video. Se si può giudicare dal tono, sembrava onesto e sincero. E' davvero arduo capire chi si ha di fronte.
    Benetazzo è veneto, quindi per me raggiungibile, come anche Lino Bottaro, che mi ha invitato ad un incontro in casa sua, a Bagnoli di Sopra (PD). Ho molto gradito la sua proposta (incontrarsi di persona sarebbe un buon modo per sapere con chi si ha a che fare, anche se nel suo caso non ce ne sarebbe bisogno), ma ho dovuto declinare l'invito, per motivi di lavoro.

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