lunedì 2 gennaio 2012

Morte di un traditore




E’ morto! Uno dei tanti servi di Padrondemonio è passato a miglior vita. Gli atei che dovessero andare al suo funerale, come frase di commiato, gli direbbero: “A mai più rivederci!”. Io non andrò al suo funerale, ma ho voluto provare ad inviare un commento, pur sapendo che non sarebbe stato pubblicato, alla redazione del Gazzettino che ne ha dato notizia.

E infatti, come volevasi dimostrare, il mio commento è stato cestinato e proprio per questa ragione, per capire anche da ciò che da’ fastidio ai giornali mainstream, qual è l’orientamento culturale e psicologico della nostra società, lo riporto qui di seguito. Poiché dell’ottantaseienne prelato di Udine, Alfredo Battisti, si dice che è stato il vescovo del terremoto e della ricostruzione, come se l’avesse fatta lui, ho scritto che “E' stato anche colui che in un'omelia di Natale nel duomo di Udine, negli anni Ottanta, disse che picchiare un cane non è peccato, attirandosi le ire di migliaia di europei, soprattutto inglesi.
Tuttavia, temo che questo commento non troverà spazio, poiché per principio dei morti non si può parlar male. Dico bene, Redazione?”


E’ morto 23 anni dopo aver pronunciato un sermone natalizio che è stato riportato con enfasi non solo in Italia, ma anche nei paesi anglofoni e in particolare nella zoofila Gran Bretagna. La notte di Natale del 1988 Alfredo Battisti pensava di trovarsi in un ambiente protetto, il duomo di Udine, e di avere di fronte a sé un uditorio fidato e uniformemente concorde con le posizioni della Chiesa. E invece, evidentemente, c’era qualche infiltrato (non ero io!) che riportò quelle che a lui parevano ovvietà, ma che già all’epoca diedero il senso della sua estraneità dal sentire comune della popolazione e che al giorno d’oggi sembrano delle enormità.

E sono passati solo ventitrè anni!
Se analizziamo con attenzione le sue parole, ci sembrerà di leggere quei manoscritti del Medioevo che sono custoditi nei musei e che ci forniscono un quadro della mentalità dell’epoca.
Ma ecco come si espresse, in pubblico, quel contadinotto vestito da arcivescovo e che prima di andare in pensione prendeva 1.600 euro al mese: “Percuotere o lasciar morire di fame un cane non è ingiustizia. Il cane non è una persona ma cosa dell’uomo. La lega per la protezione degli animali manda in prigione chi uccide un colombo, mentre resta impunito chi uccide la persona di un bambino nel seno della madre”.
Il pio uomo ha lanciato un appello ai politici affinché “difendano i più deboli”. Ma quando mai! Agli imprenditori perché “contengano la disoccupazione”. Sì, figurati! Come se dipendesse da loro e non dalle leggi dell’economia. Ai sindacati perché “difendano gli associati anche con lo sciopero purché non sia selvaggio”. Prendi nota, Camusso! E, sempre ai sindacati, perché “evitino di sostenere rivendicazioni corporative di autonomi che danneggiano il bene comune”. Correva il 1988 ma quell’uomo era completamente fuori dalla realtà sociale e forse lo tiravano fuori solo a Natale per fargli fare il suo pistolotto annuale. Infine, dulcis in fundo, l’arcivescovo ha invitato tutti a pagare le tasse per contribuire al bene comune. Eh, certo! Altrimenti come glielo pagavamo lo stipendio di 1600 euro mensili!
In questi giorni di crisi lo Stato sta facendo una campagna pubblicitaria contro l’evasione fiscale, mostrando un brutto ceffo che guarda in cagnesco, con sotto la didascalia: “Parassita della società”. Io penso che cattivi maestri come Alfredo Battisti, pace all’anima sua, siano molto più dannosi di chi non finanzia questo stato assassino che manda soldati nei paesi musulmani a uccidere innocenti e spende milioni di euro dei contribuenti per comprare aerei da guerra. Rifiutarsi di contribuire alle spese pazze di un governo succube degli imperialisti yankee è sempre meglio che indirizzare i pensieri già di per sé livellati verso il basso dell’opinione pubblica. In comune, le frasi del prelato e la campagna mediatica contro l’evasione fiscale, hanno il tentativo di metterci gli uni contro gli altri, cioè di scatenare una caccia alle streghe e una guerra fra poveri. In un caso, i nemici della religione cristiana sono gli animalisti che sprecano denaro per gli animali, nell’altro sono i non-contribuenti che vengono additati ai succubi pagatori come la minoranza con cui prendersela. Spese pubbliche come la TAV in Val di Susa e il ponte sullo stretto di Messina sono sacrosante, mentre i contributi non pagati da una minoranza di “furbi” sono proprio quello che manderà l’Italia in bancarotta.
E milioni di scemi ci credono!
Come monsignor Battisti pensava di aver a che fare con una minoranza d’eretici devianti, che mettono sull’altare gli animali anziché gli uomini, e oggi, a distanza di più di vent’anni, la realtà gli ha dato torto, così lo Stato italiano che si nasconde dietro la foglia di fico dell’evasione fiscale per occultare la vergogna degli sprechi e dei cattivi investimenti, sia militari che civili, andrà incontro a una brusca disillusione, nel momento in cui quella moderazione auspicata dal prelato baciapile dovesse venire a cessare.
Se gli italiani dovessero perdere la pazienza sul serio, dai pacchi bomba a Equitalia si passerà a qualcosa di più impegnativo, ma l’abilità dei detentori del potere, palese o occulto che sia, consisterà proprio nel mantenersi al di sotto del livello di guardia, senza strafare e senza portare il popolo all’esasperazione. Operazione questa che è già avviata da decenni con i mezzi audiovisivi di cui gli Illuminati sono in possesso e che nella società svolgono la stessa funzione delle barre di grafite in una centrale atomica: tengono sotto controllo la reazione nucleare, affinché il nocciolo della pazienza non fonda.
Segnali di rivolta già se ne vedono. Dopo l’associazione degli imprenditori del nord est che si rifiutava di pagare le tasse, di cui parla Paolo Rumiz, pochi giorni fa un esponente della Lega Nord ha invitato a partecipare all’obiezione fiscale ed è strano che concetti fondamentalmente giusti provengano da una formazione politica di….bassa lega!
Ma torniamo al nostro Savonarola.
Se si fosse trattato di un caso isolato, si potrebbe liquidare la faccenda come non rappresentativa, ovvero come l’eccezione che conferma la regola, ma tre anni dopo, sulla rivista Civiltà Cattolica, i gesuiti se ne sono venuti fuori dicendo che gli animali sono egoisti e che solo l’uomo ha la capacità di amare [1]. A poco servono le associazioni d’ispirazione cattolica come la Lega di San Francesco o Don Mario Canciani che una volta all’anno, il 4 ottobre, lasciava entrare in chiesa, a Roma, i fedeli con i loro animaletti, a cui dava la benedizione, se quasi di continuo, nella cronaca di provincia, leggiamo casi di preti che vanno a caccia o a uccellare, come il carnico Don Pietro Degani, o che minacciano di sparare ai colombi che entrano in chiesa, come fece quel prete di Asti [2] o di suore che avvelenano i gatti o delle gattare romane a cui viene ritirato il pass per entrare nella Città del Vaticano o delle suore francescane spagnole che confezionano le banderillas per le corride.

La Lega di San Francesco, che Battisti forse non aveva mai sentito nominare benché fosse di origini venete come lui, e Don Canciani detto Padre Agnello, finiscono per diventare funzionali alla chiesa cattolica, che così darà un colpo al cerchio e uno alla botte, cercando di accontentare tutti e finendo per scontentare ciascuno. Infatti, se una delegazione di zoofili viene ricevuta dal Santo Padre, costui parlerà di San Francesco, ma se subito dopo entra in udienza una delegazione di cacciatori, il Papa tirerà fuori Sant’Uberto, dalle ampie maniche del suo abito talare. Nessun prestigiatore saprebbe fare di meglio.
E non si può nemmeno dire che, nonostante i malèfici insegnamenti del presule, la società sia migliorata, appellandosi al detto che il tempo è galantuomo, giacché i frutti di quei semi gettati ventitrè anni fa stanno maturando al giorno d’oggi e se l’obiettivo del vescovo era di condannare l’aborto e valorizzare la centralità dell’uomo, filosofia che ha impregnato la Chiesa in tutto il suo cammino plurisecolare, il tempo ha dimostrato che la strategia seguita dal monsignore era fallace, poiché non solo l’aborto continua ad essere legge dello Stato, ma l’idea astratta della centralità dell’uomo diventa quello che è sempre stata: aria fritta. Nessuno, né singoli fedeli, né organizzate istituzioni statali pone l’uomo al centro dei propri interessi e se i gesuiti si sono sbagliati per il fatto che i veri egoisti sono strutturalmente e intrinsecamente gli esseri umani, le organizzazioni governative cristiane se la ridono al solo pensiero della centralità dell’uomo. Quale uomo, si chiedono. Il beduino afgano, forse? O il WASP? Il sangue non è acqua, si dice, ma il colore della pelle la fa ancora da padrone.
Ora, i casi sono due: o il pover’uomo, pace all’anima sua, rientrava nella categoria dei poveri di spirito, o sapeva che le sue esternazioni avrebbero fatto la fine delle grida manzoniane. Perché nel primo caso, sul seggio di arcivescovo è stato messo un agnellino candido e ingenuo, che per una volta tanto ha messo fuori i denti contro quella che pensava fosse una minoranza, gli zoofili; oppure su quel seggio è stato messo un volpone che sapeva benissimo che mai e poi mai la NATO, gli USA, la Sinistra o i capi di stato maggiore avrebbero messo l’uomo al centro dell’universo, poiché se così facessero non potrebbero inventarsi un nemico da combattere. E allora, ti saluto fabbriche armiere, fulcro dell’economia mondiale!
Chi vogliamo prendere in giro, caro monsignor Battisti? Te lo chiedo anche se non mi potrai sentire né tanto meno rispondere.
E lo stesso ragionamento vale anche per il Pontefice, dato che Battiti è stato solo un vescovo di provincia spaventatosi, nei giorni seguenti all’esternazione, dal suo stesso ardire.
Un Papa che elargisce la sua benedizione a cacciatori, circensi e vivisettori, ma anche agli animalisti, se del caso, mi fa venire il voltastomaco. Mi disgusta. E mi fa venire in mente che anche Geova andava giù duro con la sua “sposa” Israele e quando questa faceva la smorfiosa con vitelli d’oro e altri idoli, Lui, il dio geloso per antonomasia, dava fuori di matto e minacciava di vomitarla fuori dalla sua eccelsa bocca se lei si fosse mostrata tiepida.
E non è quello che sta facendo la Chiesa? Forte con i deboli (gli animalisti) e debole con i forti (lascio a voi immaginare chi). Anche gli stati laici fanno così, ma non mi disgustano tanto quanto mi disgusta la Chiesa, definita da alcuni la Grande Meretrice di Babilonia, che cavalca la Bestia con sette teste e dieci corna.
Sparare a zero contro chi mostra compassione per gli animali significa tradire il messaggio evangelico. Budda, Cristo, Krisna e Mahavira si rivoltano nella tomba.
Quando muore un prete, benché arcivescovo, muore in definitiva un traditore.
Un giuda da 1600 euro mensili.
Come tutti i giuda, non sarà ricordato nel libro dei giusti, ma nella black list dei malvagi. Giuda è diventato un archetipo. Alfredo Battisti non avrà nemmeno questo onore, benché io ne stia qui parlando a due giorni dalla sua dipartita e a ventitrè anni dalla sua str….enna natalizia.


Note:
[1] Corriere della Sera 8.11.92
[2] Corriere di Pordenone 9.11.88

15 commenti:

  1. Roberto,secondo me il tuo monsignore era il braccio destro del altro parasita verzè,e insieme del braceto se ne sono andati!! e vai !!! due di meno !!!!
    una cosa però terrei a dirti,non puoi comparare questo a Savonarola,che forse è stato uno dei pocchissimi che criticando e combatendo la carrogna della chiesa ha dato la sua Vita,mantenendo una coerenza fuori del comune!
    Ciao

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  2. Sì, hai ragione, Martin. Savonarola e Monsignor Battisti non sono paragonabili. Era solo per indicare un religioso che cerca di condurre battaglie dal pulpito. Savonarola contro i lussi della Chiesa e Battisti contro gli "eretici" animalisti.
    Invece ti segnalo una cosa curiosa.
    La redazione del Gazzettino, dopo avergli mandato il link del mio articolo, ha pubblicato il mio commento che pensavo fosse stato cestinato.
    Un motivo in più per trovare misteriosi i meccanismi mentali degli esseri umani, specie se giornalisti.
    Comunque la discussione è chiusa e sulla morte del vescovo non si può aggiungere altro.
    Lo leggi tu il Gazzettino in Trentino?
    E dimmi, dove abiti di preciso?

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  3. Sono come sempre daccordissimo con te ma devo dire che tutta questa attenzione a quello che qualcuno ha detto riguardo ai cani può forse sminuire il problema che riguarda tutti gli animali. Ogni bistecca e ogni paio di scarpe valgono un cane maltrattato. Quindi facciamo attenzione a ricordarci delle priorità, diamo sì importanza alle parole del Battisti ma stiamo attenti a non perdere di vista l'immane crimine che viene perpetrato ogni secondo su tutti gli animali e sulla nostra terra.

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  4. Ciao Vittorio!
    Con me sfondi una porta aperta. Fu l'illustre prelato a prendere come esempio il cane, forse per lo stesso motivo che porta molta gente a pensare che quando si parla di animali si parli principalmente di cani. Nell'immaginario collettivo gli animali sono....i cani e basta.
    Personalmente ho sempre pensato che il cane sia l'ambasciatore degli animali presso il reame umano. L'affetto che l'uomo può avere nei suoi confronti è come un cuneo per ficcare in testa alle persone l'idea che anche molti altri animali vorrebbero fare amicizia con noi, se solo noi fossimo disposti a ricambiare il rapporto.
    Ci sono tanti esempi di animali selvatici che cercano la compagnia degli esseri umani, i quali - ingrati - ne approfittano per ucciderli o farli prigionieri.
    In questo senso, non solo Battisti fu un traditore del messaggio evangelico di pace e amore, ma tutti noi siamo traditori della fiducia che gli animali spesso ripongono in noi.
    Siamo una razza di traditori e ho anche scritto un articolo con questo titolo, che fu pubblicato anche da Come Don Chisciotte.
    Ciao e grazie.

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  5. Ciao Roberto,vedi a volte la LIBERTA di espresione come la CENSURA vengono applicate dove meno ti le aspetti !!!!
    il gazettino non so se lo trovo,abito a Riva del Garda in Trentino....
    Buona giornata.

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  6. Ciao Roberto
    ho poco tempo
    passo per salutarti
    un abbraccio

    leggi qua

    e qua

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  7. Martin, mi riferivo al Gazzettino on line, non a quello cartaceo.
    Infatti, qui trovi per primo il mio commento, messo però dopo che avevo "protestato" con la redazione (e ancora non capisco perché abbiano avuto un ripensamento):

    http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=175181&sez=NORDEST&ctc=0#commenti

    Ciao.

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  8. Gianni, uno che si chiama Francesco Tortora e che fa un articolo sulla morte dei merli rientra nel famoso fenomeno del "Nome omen", nel nome il destino.
    Ho cercato su Scienza Marcia l'articolo dell'anno scorso sui merli deceduti, ma non sapevo sotto che voce trovarlo.
    Non vado d'accordo con Corrado Penna, ma è l'unico, forse insieme a Zret, che ne ha parlato in termini di effetti collaterali delle armi scalari.
    Tutti gli altri media non ne fanno il minimo cenno.
    Certo che c'è qualcosa di strano se capita nella stessa località a un anno di distanza. Non è un fenomeno naturale di sicuro.
    Non ne faccio un articolo perché non mi sento abbastanza ferrato in materia.
    Ciao

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  9. Gianni, pesci e uccelli. Come l'anno scorso. Pesci in Scandinavia e uccelli negli Stati Uniti (anche in Brasile, mi pare).
    Come mai? Che diavoleria è mai questa?

    I giapponesi danno contributi pubblici ai cacciatori di balene. In Spagna gli allevatori di tori per le corride ricevono finanziamenti europei. In Italia i circhi sono finanziati dallo Stato e, fino a poco tempo fa, le associazioni venatorie ricevevano denaro pubblico tramite il CONI.
    Ora non più, mi pare.
    Tutto il mondo è paese e i furbetti riescono sempre nei loro intenti.
    Ciao e grazie.

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  10. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  11. Mandi fantât! Lo sai che parlo con cognizione di causa. Battisti l'ho vissuto come lo hai vissuto tu, non raccontato. Anch'io non gioisco davanti ai titoli dei giornali locali dei giorni passati su Battisti che a coro unico cantavano Te Deum. Posso criticarlo per numerosi aspetti, anche per i motivi che perori a pro dei nostri piccoli fratelli, tuttavia se si esalta il bene, e si dissente, altrettanto si può fare per l'altro aspetto estremo parlandone male. Battisti, ad esempio, alle 10 di sera, il terremoto avvenne alle 9, era a Colloredo di Monte Albano distrutta. La mattina dopo, alle 7 era a Montenars, dove di strada ce n'era ben poca. Non ha fatto tutto quello che avrebbe potuto fare, ad esempio pungolare gli amici della DC di allora, ma quello che si può dire è che fece, tentò di fare. Prese posizione in uno sciopero, in un tempo che DC e PC erano il fuoco e l'acqua, cosa poco opportuna, ma proprio per questo valida perché ha rischiato di compromettersi, come credo la chiesa e chi la segue dovrebbe aver il coraggio di fare. Sappiamo che umiliò persone di grande valore e profondità, il nostro amico comune pre Toni, ma il peso di un'anima dev'essere complessivo e non parziale. Io non sto dalla sua parte, ma riconosco che non fece solo "il male". Se un Dio c'è sarà lui a giudicare. A me piace pensare che pre Toni che lo stia aspettando per dirlgi: E alore, cemut la metino cumò? Molto di quel buono che ha praticato gli è stato trasfuso da quei preti friulani che univano la gente al Vangelo (quello con la V maiuscola, quello sospirato da Pasolini, e da tanti disperati rassegnati). Mi sarebbe piaciuto vedere un confronto tra te e pre Chco. Ti lassi, mandi e tenti duro (ancje pal nâs)
    PS: visto che ogni tanto passo??! Uomo senza "fede"

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  12. Senz'altro tu, Sbilff, conosci meglio di me la biografia di monsignor Battisti. Andare fra i terremotati o partecipare a uno sciopero lo sapevo fare anch'io, ma se lo faccio io non lo sa nessuno, mentre se lo fa un vescovo finisce sui giornali. Un bel colpo di teatro, non c'è che dire. Magari si sarà fatto baciare l'anello da qualche sopravvissuto alle scosse sismiche!
    I preti che lavorano in silenzio e che vengono redarguiti dai vescovi mi sono simpatici. Gli altri, quelli che finiscono sui giornali e dei quali, alla loro morte, tutti parlano bene, non mi fanno né caldo né freddo.
    E' vero che su nove cose giuste e una sbagliata che si fanno nella vita, si viene ricordati per quell'unica sbagliata, ma Alfredo Battisti, in quel Natale del 1988, l'ha sparata davvero grossa. E io (e altri animalisti) sono qui adesso a scontarne le conseguenze tutte le volte che devo rispondere a imbecilli che si sono lasciati influenzare dal mefitico specismo antropocentrico della Chiesa Cattolica, di cui Battisti si è fatto ulteriore ed ennesimo altoparlante.
    Lui, per me, ora sta bruciando all'inferno e a mandarcelo non sono io ma le sue principali vittime: gli animali. Soprattutto i cani.

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