sabato 11 febbraio 2012

Operazioni False Vlad



Per i rumeni è un eroe nazionale. Per tutti gli altri è stato uno dei tanti demoni in sembianze umane che hanno insanguinato il libro dell’Akasha, cioè la storia universale dell’uomo, quella sequenza di obbrobri che Elsa Morante definì “uno scandalo che dura da diecimila anni”.
Nessun altro monarca arrivò a specializzarsi nell’operazione d’impalare oppositori e nemici, anche se la pratica, nel quindicesimo secolo, non era del tutto originale, se si pensa a ciò che capitò alla regina Romilda dopo l’assedio di Cividale del Friuli, ad opera degli Avari nel settimo secolo.
Ma l’elemento rilevante in questo articolo non è la ferocia di un tal individuo, bensì il tocco di genio del male che Vlad mise in pratica quando stava per essere attaccato da Maometto II. Sapendo che le sue forze non sarebbero bastate per fronteggiare l’avversario, Vlad Tepes diede ordine di impalare tutti gli abitanti di un villaggio della Valacchia che ricadeva sotto il suo dominio, senza che ci fosse alcun motivo preciso per farlo. Sapeva che i turchi sarebbero passati di lì, durante l’avanzata verso il suo castello, e approntò tale macabro spettacolo appositamente per loro. Lo scherzetto ebbe successo.


Sembra che le avanguardie turche, trovatesi di fronte a quella scena spaventosa, abbiano pensato: “Se quel principe arriva a fare questo alla sua gente, cosa potrebbe fare a noi che siamo suoi nemici?”.
I turchi, famosi per non essere teneri con i prigionieri, decisero cautamente di ritirarsi. Non so se questo episodio è realmente avvenuto o se rientra nelle operazioni di diffamazione, che non potevano mancare, messe in atto nei confronti di Vlad Dracul III, ma io ci vedo un’analogia con l’undici settembre 2001, in cui Rumsfeld, Cheney e altri vampiri a me rimasti sconosciuti hanno schiacciato sotto tonnellate di cemento e acciaio quasi tremila loro sudditi, senza neanche che ci fosse la necessità di fermare l’avanzata di qualche esercito.
C’entrano, però, ancora una volta i turchi, sebbene siano solo poche centinaia e vengano genericamente chiamati terroristi. E se si può dire che Vlad III, insieme al re d’Ungheria Mattia Corvino, ha fermato l’invasione musulmana in Europa, cinquecento anni dopo i nuovi crociati del Pentagono avevano solo i loro sporchi interessi economici da difendere, sotto forma di petrolio da razziare e armi da far funzionare. Senza dimenticare che, sotto sotto, magari possono anche godere, come il sadico loro predecessore valacco, nel veder soffrire la gente.
Siccome quei monarchi crociati sono ancora in piena attività, abbarbicati ai gangli del potere, cosa ci dobbiamo aspettare per il prossimo futuro? Quali saranno le loro mosse? Una volta conosciuti i loro meccanismi mentali e basandosi sui segnali che senza tema di essere fermati si degnano di lanciare al mondo, è facile immaginare che ancora una volta ci sarà una guerra tra cristiani e saraceni. Non tanto per un antico odio mai sopito, quanto perché a disposizione dei guerrafondai che si fanno il segno della croce e onorano la stella di David ci sono, a portata di mano, i musulmani che, d’altra parte, se c’è da menar le mani non si tirano di certo indietro.
E’ chiaro che la religione non c’entra nulla, ma se c’è ancora qualcuno che la considera importante, ben venga anche quella! Abile e arruolata! Fa parte anch’essa della propaganda, che è la prima arma che si mette in campo quando si vuole far scoppiare una guerra. L’altra arma è il patriottismo e tutte le analoghe ideologie settarie che siano in grado di surriscaldare gli animi. Come, ancora prima che il Giappone attaccasse Pearl Harbor, si lasciò credere che i nazisti fossero complici dei giapponesi, così da rendere accettabile da parte della popolazione americana l’entrata in guerra degli USA contro Hitler, così al momento attuale si stanno diffondendo false informazioni su due stati arabi, la Siria e l’Iran.
Quando l’opinione pubblica mondiale sarà cotta a puntino, gli Stati Uniti e Israele attaccheranno i due paesi del Medio Oriente, non insieme ma uno alla volta, per proseguire con l’agenda imperialista che prevede il totale controllo delle risorse petrolifere di quella vasta area. Detto in altre parole, sta per avere inizio la Terza Guerra mondiale, che provocherà un numero incalcolabile di morti, realizzando il progetto massonico della riduzione della popolazione mondiale. Anche se tale prospettiva non è delle più rosee, non penso che ci si debba preoccupare più di tanto, perché, come cantava Guccini, noi non ci saremo. Semplicemente, lasceremo il posto agli scarafaggi, a sei e a due zampe.
L’unica nostra soddisfazione sarà quella di vedere come andrà a finire, facendo magari uno sforzo per tenere su la testa anche dopo essere stati colpiti a morte, come fece il bravo Robert De Niro, novello gesuita combattente, nella scena finale di Mission. Nel frattempo, in attesa che il nostro destino si compia, possiamo cercare di capire come agiscono gli assassini e se possibile denunciarli all’opinione pubblica, facendo noi quel servizio che dovrebbe essere fatto dai mass-media.
Prendiamo l’Iran, per esempio.
Gli iraniani sono delle brave persone. Purtroppo, hanno un regime teocratico in cui governano i Mullà. Noi abbiamo il Vaticano che
agisce nell’ombra ed esercita la sua influenza in mille modi.
Hanno la pena di morte, che probabilmente non applicano solo ai criminali comuni ma anche agli oppositori politici. Noi abbiamo squadre di secondini che picchiano a morte i detenuti drogati e reparti di celerini che fracassano le ossa ai manifestanti ogni qual volta glielo si ordina.
Hanno un esercito ben addestrato, capace di tenere testa per cinque secondi e mezzo ad un eventuale attacco da parte dei nemici. Noi abbiamo novanta testate nucleari interrate solo in provincia di Pordenone e Allah non voglia che Kamenei lo sappia, se no quei cinque secondi e mezzo sono il tempo che mi resta per vivere.
Hanno un maggior rispetto per le donne, in confronto agli arabi dell’Arabia Saudita, anche se le lotte femministe in tutti i paesi di cultura musulmana sono ben lungi dall’esser soddisfacenti secondo i nostri parametri. Noi abbiamo le quote rosa in parlamento, le scuole piene di maestre nevrotiche e un certo numero di soldatesse professioniste, oltre a giudichesse, dottoresse e vigilesse.

Non hanno ancora la bomba atomica, a differenza di Pakistan, India e Israele e questo, come tutti sanno, è il casus belli che ci potrà portare verso la distruzione quasi completa dell’umanità oppure, se prevarrà il buon senso, verso un rapporto di sudditanza e di non belligeranza tra USA e Iran, sulla falsariga dei rapporti tra l’America e il Pakistan.
Per arrivare a questo bisognerebbe che l’intera attuale classe dirigente iraniana lasciasse il posto a politici più arrendevoli nei confronti degli americani, ma visto il carattere orgoglioso dei persiani, l’intera operazione richiederebbe molti anni e un lavoro di fino dei servizi segreti, come è stato fatto in nord Africa con la cosiddetta Primavera Araba. Non so se gli USA hanno il tempo di aspettare, visto che Israele, sentendosi minacciato, preme per la risoluzione immediata del problema iraniano.
Anche se Israele è un piccolo stato, la sua potenza è molto più consistente di quel che sembra e si può dire che l’America sia una
specie di Golem nelle mani del governo israeliano. Del resto, il Golem l’hanno inventato loro e quando mamma ordina, il picciotto va a fa.
Per quello che può servire, oltre a denunciare le manovre dei guerrafondai a stelle e strisce e anche per manifestare il nostro inutile dissenso, bisognerebbe fare amicizia con gli iraniani. Se abitiamo in grandi città, possiamo entrare in contatto con immigrati provenienti da quella parte di mondo, ma potrebbe trattarsi d’oppositori al regime che forse ci offrirebbero un’immagine distorta del loro paese, proprio perché hanno dovuto fuggirsene via quando ancora c’era Khomeini e, non essendo nel frattempo cambiata la situazione, hanno preferito rifarsi una vita in Italia.
Ricordo che già una trentina d’anni fa, in Via Mercato Vecchio a Udine, incontravo spesso due uomini barbuti che, chiedendo un obolo, mostravano foto di loro connazionali impiccati alle gru. Poi, negli anni in cui frequentavo l’università a Trieste, una sera uno studente inseguito dai suoi connazionali che volevano picchiarlo, morì schiacciato sotto un treno in manovra, segno che a emigrare non erano solo i dissidenti politici ma entrambe le opposte fazioni.

Il sito dell’Associazione delle Donne Democratiche Iraniane ha il pregio di farci conoscere un mondo che i telegiornali non ci mostrano, ma è evidente che sta ottenendo l’appoggio dei nemici dell’Iran perché se è vero che si eseguono impiccagioni e lapidazioni non bisogna dimenticare che anche in Arabia Saudita avviene la stessa cosa. E allora, se vogliamo esportare la democrazia o imporre almeno il rispetto per i diritti civili, dobbiamo farlo con tutti i musulmani del mondo, perché è la legge della Sharia che prevede impiccagione e lapidazione. Addirittura, in un caso, secondo quanto riportato dall’ADDI, a un uomo è stato cavato un occhio come prevede il codice giuridico iraniano.
Io, francamente, non so se il codice penale iraniano prevede che si commini una tale barbara punizione e non vorrei che sia un’altra menzogna propagandistica simile a quella delle incubatrici gettate a terra dai soldati iracheni. Menzogna che si tenta di riproporre nel caso della Siria. Insomma, se è utile conoscere la voce dei dissidenti, sarebbe anche utile conoscere l’altra campana. Noi, in Occidente, siamo abituati a fare così.
Infine, altra fonte di conoscenza potrebbero essere i film iraniani, che stanno attirando anche molta attenzione e apprezzamento tra i cinefili. Uno in particolare vorrei citare: “A proposito di Elly”. Quando l’ho visto, gli iraniani, come popolo, mi hanno fatto molta tenerezza. Vi ho letto un desiderio d’emancipazione da parte delle donne, specie per quanto riguarda i rapporti di coppia. Il che non significa automaticamente una degenerazione dei costumi sessuali, come prospettato morbosamente dagli Ayatollah, ma un maggiore equilibrio tra uomo e donna, la quale al momento è ancora assoggettata all’arbitrio del millenario maschilismo di quelle terre.
Al riguardo, come è sacrosanta l’autodeterminazione dei popoli (vedi Val di Susa), così dovrebbe essere sacrosanta l’autodeterminazione della donna e di tutte quelle categorie, compresi gli animali, che ancora sperimentano il pugno di ferro dei prepotenti: maschilisti, sessisti, razzisti e specisti.
Pertanto, è giusto che si sappia che i nostri prossimi nemici sono delle brave persone, forse, nonostante tutto, anche migliori di noi. Sarà un vero peccato combatterli.

2 commenti:

  1. Ho sempre sostenuto, teoria personalissima, che i mali dell’umanità si potessero ridurre al minimo se non eliminare addirittura, con una drastica riduzione della popolazione mondiale.
    Questa continua escalation del numero di abitanti di questo enorme condominio che è la terra comporta inevitabilmente, a mio avviso, una serie infinita di guerre per il predominio dei territori e delle risorse al fine di poter sfamare i popoli e consentire, a capi e tiranni, di potersi divertire a fare i tuffi dal trampolino nel deposito di dobloni d’oro come paperon de paperoni.
    Le guerre magari si farebbero ugualmente ma ci sarebbe, immagino, più spazio per riflettere e diventare consapevoli di se stessi e della vita ed evolvere come individui tra una guerra ed un’altra.
    Adesso è un po’ come essere in 1000 su un autobus che ne può portare 100 o dividersi un pollo tra 100 persone. Continuare a sfornare figli non fa altro che alimentare questo circolo vizioso di violenza.
    Gli extraterrestri che sembrano volerci accompagnare in questa ascensione costestualmente alla fine del mondo, sostengono che con le loro tecnologie che metteranno a disposizione si potrà vivere tutti (edanche di più) sul pianeta ed avere risorse infinite ed aria, cielo e mare puliti e pace in terra agli uomini di buona volontà. Vedremo nei prossimi mesi quello che accade!
    Ma anche questa tesi è probabilmente un’utopia e la enuncio così come un vuoto a perdere.
    Sei bravissimo, caro Roberto, nel raccontare la storia con tutti i corsi e ricorsi e le sue analogie comportamentali. Che poi si preferisca impalare i propri sudditi inermi per spaventare il nemico, squagliarli nelle torri gemelle come esibizione di forza e potenza o costringerli a rovistare nei cassonetti dell’immondizia per trovare cibo, sono solo “scelte stilistiche”.
    Alla fine tutto è riconducibile al fatto che siamo carne da macello usata per soddisfare le voglie di qualche capintesta, sia che si chiami Romilda o Berlusconi.
    L’altro viene visto minaccia che ruba cibo e risorse e, così facendo, ne potrebbe decretare la morte! Allora meglio ucciderlo subito prima che abbia il tempo di difendersi.
    E’ la storia che monotona si ripete, così in alto come in basso, relegando l’individuo ad un destino preconfezionato - non certo da Dio - ma dalla solita e, più onnipresente di Dio, elite di tiranni.
    Ma ora anche queste elite si sono scocciate di fare guerre a destra e sinistra in un’operazione che ormai ha perso anche quel gusto di perfido che tanto soddisfaceva i cinici e gli assatanati padroni del mondo.
    Infatti, come dici anche tu, hanno definitivamente, credo, già deciso di fare l’ennesima guerra all’Iran per il petrolio e per le risorse unitamente al fatto che, in tal modo e con le armi attuali, possono finalmente realizzare il sogno di lasciare in vita solo mezzo miliardo di umani.
    Quest’è! Con la tecnologia odierna bastano 500.000 robot umanoidi schiavi per fare la bella vita.
    Vogliono una vita nuova, avere risorse illimitate, aria e mare puliti e verde lussureggiante ed abbondante. Non si sentirà più dire “petto o coscia”. Si potrà avere tutto il pollo per sé.
    Metti troppo carne sul fuoco Robertooooooo!
    Mi accorgo, mentre scrivo, che hai fatto un altro post e che vado a leggere subito perché ne intuisco il tema (freddo e complottistica) a noi caro. Ciao.

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  2. Mi domando, Gianni, quante cameriere e quanti giardinieri ha David Rockefeller? E mi chiedo anche quanti ne può avere l'ultimo rampollo della dinastia Rothschild. Perché, poniamo, se entrambi hanno un centinaio di persone di servizio a testa, compresi i cuochi, perché vogliono ridurre l'intera umanità - o ciò che ne resterà the day after - ad automi a loro disposizione?
    Temo di conoscere la risposta: la brama di potere, quell'ebbrezza che ti fa sentire un Dio, non ha mai un fondo, non si esaurisce mai. Un po' come il re Salomone che si dice abbia avuto mille mogli. Mai sazi!
    Io non lo so come sarà la vita dopo la 3a G.M. perché non credo di avere il privilegio di essere fra i sopravvissuti, ma se le prospettive sono quelle che i complottisti vanno annunciando, forse non vorrei nemmeno trovarmi tra coloro che sopravviveranno.
    Infine, a proposito della troppa verdura alla griglia che metto negli articoli, considera che non tutti i lettori, specie su Stampa Libera, sono eruditi come te, e quindi per i principianti forse potrebbe essere utile conoscere un quadro generale della situazione, con i maggiori dettagli possibili.
    Ciao e grazie per questo tuo ottimo intervento.

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