mercoledì 23 ottobre 2013

Quale organizzazione sta facendo venire i migranti in Italia?

 
Fonte: L’Officina

Testo di Giorgio Maria Cambié


Finalmente è stato provato quello che molti sospettavano: esiste un'organizzazione per far attraversare il Mediterraneo agli immigrati clandestini. Un aereo ricognitore portoghese (!) giorni fa ha avvistato a 250 miglia a sud-est di Capo Spartivento un peschereccio di 30 metri che si dirigeva verso le coste italiane rimorchiando un'imbarcazione più piccola senza nessuno a bordo. L'aereo ha lanciato l'allarme e un Atr42 della Guardia di Finanza lo ha monitorato per varie ore fino a che l'imbarcazione più piccola è stata avvicinata al peschereccio e vi sono stati fatti discendere gli emigranti che erano a bordo. Il peschereccio ha quindi invertito la rotta verso l'Egitto mentre il barcone più piccolo si è diretto verso la costa calabrese. Un pattugliatore di Taranto ha inseguito la nave appoggio, sempre monitorata dagli aerei, mentre il barcone con gli emigranti è stato intercettato da un pattugliatore veloce di Messina e da un guardacoste.
Il pattugliatore a un centinaio di miglia dalle coste libiche ha fermato la nave appoggio che è risultata priva di documenti e bandiera. I 226 emigrati sono stati soccorsi dalle altre navi della Finanza e portati a Reggio Calabria. L'equipaggio della nave appoggio (10 persone)  è stato fermato e accusato del trasporto illegale degli emigranti. Ci penseranno i magistrati italiani a lasciarli liberi. Fin qui la cronaca, e qui serve un breve amarcord.



Al tempo di mia gioventù, quando navigavo, portavamo una petroliera da 350.000 ton. da Sidone all'America con un carico di petrolio grezzo. Il punto che più preoccupava nella traversata era lo stretto di Gibilterra. Non già perché fosse un punto difficile, ma per l'enorme traffico di natanti di tutti i tipi e a tutte le ore che, a causa della corrente, rendeva possibile una collisione. Quello che ci salvava  era il radar che permetteva di “vedere” le imbarcazioni a grande distanza, in modo da giudicarne la rotta, stimare le dimensioni e prendere provvedimenti per evitare la collisione. 
Adesso nel Canale di Sicilia c'è una mezza flotta che verrà aumentata, ma già ora abbiamo in mare due pattugliatori d'altura e una fregata. Inoltre la G.d.F. ha in servizio due navi e due elicotteri e due veloci aerei P-180 e gli Atr42 . Ci sono poi i  gommoni e altri mezzi minori.  Mi pare altamente impossibile che con tutti questi mezzi e con i moderni radar che dovrebbero segnalare un gabbiano in arrivo o il salto di un delfino non si possano vedere dei barconi con delle sovrastrutture in ferro e con centinaia di persone a bordo. Un barcone si è addirittura spiaggiato. Un peschereccio è affondato a un miglio dalla costa. Ad un miglio, poco più di 1500 metri, un peschereccio è chiaramente visibile a occhio nudo.
Non si capisce perché queste imbarcazioni non siano state individuate dai radar e subito intercettate. Non sappiamo cosa diavolo faccia il DISM, la cabina di regia radar nei pressi di Roma. Forse varrebbe la pena, visto che l'organizzazione funziona come si sospettava, controllare se vi siano dei basisti a terra che forniscano informazioni agli scafisti o che organizzino addirittura l'arrivo dei barconi.
Che senso ha schierare mezza flotta sul Canale di Sicilia per prendere qualche barcone? Forse ci vuole l'effettiva  volontà di stroncare totalmente il business dei moderni negrieri e mettere sotto chiave questi mercanti di carne umana.

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