martedì 15 ottobre 2013

Sbirri e circensi: stessa razza

 

Il 25 di Ottobre 2013 inizia la farsa.
In mattinata, presso il tribunale di Grosseto infatti inizia il processo contro un attivista di Associazione D’Idee Onlus , il quale verrà messo alla sbarra per avere girato, commentato e caricato su di un noto social network il video che segue.

 
 
Nella giornata del   11 Settembre 2011, durante un presidio di protesta contro il circo Orfei regolarmente autorizzato dalla questura, il nostro gruppo fu prima soggetto a tutta una serie di misure ostili da parte della polizia presente in piazza, poi selvaggiamente aggredito a sassate e pugni dagli stessi circensi i quali non subirono alcuna conseguenza delle loro azioni nonostante i referti medici, le denunce e il video che documentano l’accaduto.


 
L’intera vicenda è stata archiviata per quanto riguarda i delinquenti circensi e gli incompetenti poliziotti.

Così non è stato per uno di noi.

Uno degli stessi poliziotti che avrebbero dovuto vigilare sul quieto svolgersi della manifestazione quel giorno in piazza Barsanti, dopo avere appreso del video commento menzionato più sopra, pensò bene di querelare l’attivista per “diffamazione aggravata per mezzo stampa” – una accusa molto pesante  che potrebbe costringere al carcere l’attivista se condannato.

Il poliziotto che ha sporto denuncia in verità credeva di poter patteggiare il ritiro della querela dietro il pagamento di una somma di ” 2 o 3000 euro ” da parte dell’imputato, molto recentemente infatti, attraverso il suo avvocato, il poliziotto ha avanzato questa  richiesta ottenendo un secco NO da parte nostra.

Noi infatti intendiamo farlo questo processo, il quale del resto avrebbe comunque proceduto di ufficio, e intendiamo uscirne senza danni o condanne, questa sarebbe una vittoria non soltanto per chi intende  esercitare le proprie libertà civili in un paese che strombazza pluralità e democrazia ad ogni occasione, ma sarebbe anche un segnale chiaro a tutti gli speculatori futuri i quali, forti delle illusioni date loro dalle divise che indossano o dai convincimenti che professano, ci penseranno due volte prima di approfittare dei loro privilegi e delle loro posizioni per  cercare di far cassa.

Certo, sentirsi sempre dalla parte dei forti e dei vincitori deve esercitare nei brandelli di coscienza di tali persone una inesauribile spinta ad imporre la propria visione  del mondo a chi, come gli attivisti di questa associazione invece, non hanno alcuna sponda istituzionale a cui appoggiarsi per difendersi se non le loro risorse individuali, le idee e le passioni che li animano.

Ma noi crediamo nel cambiamento, crediamo che sia possibile dare il necessario impulso affinché, anche nella più sonnacchiosa delle province toscane, qua da noi, si possano far valere le ragioni dei deboli in un’aula di giustizia, quelle dei meno tutelati di fronte a un giudice, le motivazioni di chi non indossa uniformi di alcun genere, di chi si affida esclusivamente al proprio senso di equità e di rigore morale, quel senso condiviso che sta alla base e che lega a doppio filo gli oppressi di questo mondo, che rappresenta lume e  speranza per la loro liberazione.

Il 25 di ottobre 2013 a Grosseto si processa chi osa scendere in strada, chi si auto organizza, chi porta avanti delle lotte senza lo sponsor di nessuna organizzazione, si processa chi si mette in discussione, in prima persona, chi si batte per dare voce a chi non ne ha.

Per quanto ci riguarda, il 25 ottobre si processerà anche l’incompetenza, la cattiva fede e l’oltraggiosa volontà manipolatoria di chi si sente intoccabile e nel giusto comunque vadano gli eventi, qualunque siano i riscontri oggettivi e documentali.

Chi volesse offrire la propria partecipazione al processo o esprimere  solidarietà, in aula o fuori, può mettersi in contatto con noi.

Da parte nostra ci impegniamo ad utilizzare questo episodio di repressione come una opportunità di lotta e di denuncia.
 

3 commenti:

  1. Il 25 ottobre anche il tuo sodale fuffaro strakkino va in Tribunale.

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    1. Da quel che ho capito, i capi d'imputazione sono risibili. State solo facendo perdere tempo ai giudici.

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    2. Se potrà un giorno recarsi in uno dei casinò di Portorose e sperimentare il gioco della roulette, verifichera' in quell'occasione che le probabilità, almeno matematicamente, di vincere a quel gioco sono infinitamente superiori a quelle di ottenere giustizia in una qualsiasi aula all' uopo preposta dallo stato italiano.

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