martedì 12 novembre 2013

A quando lo spinello elettronico?



Il governo vuole aumentare il malcontento. Vuole mettere gli italiani gli uni contro gli altri, come se non bastasse lo “scontro di civiltà” fra autoctoni e immigrati. Vuole infastidire me, che aborro il fumo, mettendomi a mangiare al ristorante vicino a un fumatore di sigaretta elettronica. Vuole infastidire me, sperando che di quelli come me ce ne siano tanti e che io possa essere un campione sufficientemente rappresentativo, mettendomi al cinema a fianco di uno di questi drogati nicotinomani elettronici.

Ci eravamo illusi di essere un paese civile, che rispetta i non fumatori e che si mette alla pari con i paesi del centro e nord Europa, e invece ecco che il signor Galan ci fa ripiombare indietro di anni. Alla fine, con la scusa che si tratta di semplice vapor acqueo, il governo ha voluto fare un regalo ai fabbricanti di sigarette elettroniche, dopo che, sempre il governo, stava quasi per mandarli in fallimento. Che premurosi! Così, i poveri tabagisti elettronici non dovranno passare al freddo l’inverno 2013, quando andranno nei locali pubblici, per accondiscendere al loro vizio. Certo, capisco benissimo che se io fossi tossicodipendente, questa nuova legge mi farebbe comodo, ma la regola aurea vale sempre e comunque: non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te. Nella fattispecie: non far respirare agli altri i tuoi vapori d’acqua al sapore di menta, se gli altri non gradiscono. Questa nuova legge mi ricorda molto le giustificazioni degli appassionati delle Frecce Tricolori. Cosa volete che sia per un po’ di fumo colorato in cielo?! E’ solo olio purissimo di vaselina, quello che esce dagli ugelli degli Aermacchi!
Una cosa bisogna riconoscere: la coerenza. Lo Stato fa gli interessi delle multinazionali. Lo fa con i farmaci e perché non dovrebbe farlo anche con le sigarette elettroniche? Sempre d’intossicazione si tratta, in fin dei conti.

3 commenti:

  1. Io appartengo alla categoria dei tossici standard, fumo cioè le classiche bionde.
    Non me ne vanto ma nemmeno accetto che qualcuno venga a dirmi di redimermi: non ci penso affatto, e se smetto lo faccio perché lo decido io.
    Non fumerei mai le elettroniche perché mi sanno tanto di panzana,
    tanto più che Veronesi le difende a spada tratta, e quindi a maggior ragione reputo le elettroniche una cagata pazzesca, come direbbe Fantozzi.
    Concordo sul fatto che non si debba impestare l'aria altrui, sono d'accordo sul rispetto verso i non smoke-addicts,
    ma esigo rispetto da loro: se fumo sulla banchina del treno e poi vi salgo e mi sento a fare un cicchetto sul fatto che odoro di fumo,
    non si meravigli lo sventurato che mi ha rimproverato se poi lancio al suo indirizzo un "pensi ai casi suoi".
    Rispetto esige rispetto.
    Simon.

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    1. Io non mi spingerei mai a dire a qualcuno che "puzza di fumo": ci sono ben altri afrori insopportabili, che tocca sopportare, specie d'estate.

      Però l'aver vietato il fumo nei ristoranti mi sembrava una conquista di civiltà, cancellata con una semplice firma su un decreto.
      Sembra di vedere Galan, convocato in camera caritatis, mentre riceve gli ordini dai suoi superiori.

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