martedì 19 novembre 2013

Siamo sotto attacco

 
Dopo 400 anni, la Chiesa si è ufficialmente pentita di aver ucciso Giordano Bruno. Dopo 64 anni, il governo USA ha chiesto scusa per gli esperimenti sulla sifilide fatti in Guatemala a partire dal 1946. Dopo settant’anni, sempre il governo USA ha ammesso che si sapeva dell’attacco a Pearl Harbour già da un paio di giorni prima che avvenisse. Dopo 46 anni siamo venuti a sapere che nel 1967 l’aviazione americana aveva incrementato la potenza dei monsoni per far piovere sulla giungla nordvietnamita. Fra poco verrà ammesso pubblicamente che l’abbattimento delle Torri Gemelle è stato in realtà una demolizione controllata e non ci sarà bisogno di aspettare i prossimi settant’anni, cioè la durata della vita media umana. Forse ci verrà elargita anche la disclosure che tanti ufologi stanno aspettando, sull’esistenza di razze aliene sulla Terra. Io che amo portarmi avanti col lavoro, azzardo l’ipotesi che i cicloni devastanti di questi giorni (Filippine, Midwest americano e Sardegna) sono il risultato di strumenti bellici capaci di rafforzare la forza degli eventi atmosferici. 


Del resto, se lo sapevano fare già alla fine degli anni Sessanta, perché mai avrebbero dovuto smettere di sperimentare un’arma così “umanitaria” e che non permette una chiara individuazione del responsabile?

Non ho la prova per confermare quanto sto dicendo, ma siccome siamo in una situazione di “work in progress”, magari, con diligente costanza e un pizzico di fortuna, le prove prima o poi salteranno fuori.
Stiamo parlando di esperimenti militari segreti, che oltretutto provocano la morte di migliaia di persone e danni incalcolabili alle infrastrutture e se i colpevoli dovessero palesarsi, non  basterebbero tutte le sedie elettriche degli Stati Uniti per friggere i vigliacchi criminali che stanno giocando con la vita della gente.
Non sarà facile scovare una “gola profonda” che confessi le malefatte dei suoi colleghi, perché se qualcuno dovesse spifferare le nefandezze compiute vigliaccamente, potrebbe essere ucciso, lui e la sua famiglia, secondo il più classico dei comportamenti mafiosi.
Quindi non ci resta, per il momento, che avanzare ipotesi e tracciare un quadro della realtà che più cupo di così non sarebbe possibile.

In base alla metodologia di indagine poliziesca, c’è bisogno dell’arma del delitto, del cadavere e del movente.
                                                                                                                                                                  
Il cadavere ce l’hanno fatto vedere in tivù i telegiornali: case distrutte dai tornado negli USA e allagate nelle Filippine e in Sardegna. Alberi divelti e corsi d'acqua straripati. Strade trasformate in fiumi e cantine allagate.

L’arma del delitto sono le armi scalari o elettromagnetiche che io non ho mai visto ma di cui ho spesso sentito parlare. L’unica arma “strana” è quella specie di camion con un misterioso macchinario montato sopra, il cui nome dovrebbe essere “Pamir”. Sembra sia di fabbricazione russa, ma poi si dice sia stata venduta agli americani. Se siamo venuti a saperlo è perché è diventata obsoleta (come il computer che stiamo usando) e loro, russi o americani è indifferente, hanno ora strumenti bellici moderni che noi ignoriamo.

Il movente, secondo logica, è la ricostruzione, fattore che nel 2001 è stato utile al signor Silverman  che aveva bisogno di demolire i tre grattacieli di New York in quanto pieni di amianto, servendosi quindi, su indicazione dei suoi complici Cheney e Rumsfield, di un finto attentato da parte di inesistenti terroristi islamici.

Nel nostro caso, una grandiosa devastazione di case, strade e macchine (le vite umane per gli alieni che prendono questo tipo di decisioni contano meno delle cacche di mosca) rappresenta un buon volano per l’economia, come disse il socialista De Michelis quando scoppiò la prima guerra del Golfo.
Un volano economico per le fabbriche d’auto, per la mafia del cemento e del tondino, come nel caso della nostrana Val di Susa, e per tutto l’indotto che gira attorno alla ricostruzione. Gira attorno in cerchio come gli avvoltoi sui cieli dell’Iraq, dell’Afghanistan e, non bastando più quei due scenari di guerra, ora anche sui cieli delle Filippine, del Midwest americano e della nostra povera Sardegna, in cui i cicloni tropicali non si erano mai visti a memoria d’uomo. E tralasciamo Fukushima.

Nei giorni immediatamente seguenti al disastro delle Filippine, con venti – mai visti – di 315 Km all’ora, era apparsa su Facebook una finestrella che invitava a mandare un contributo all’UNICEF di uno o due euro. Ora è stata rimossa. Per inciso, anche in Croazia la Bora ha spirato a 220 Km all’ora e anche quella è una cosa che non si era mai vista prima d’ora. Cosa vogliono farci credere? Che l’aumento di CO2 provoca tutto questo sfacelo? E sarebbe colpa nostra che respiriamo? O delle mucche che scoreggiano?
Ma come pretendono di essere credibili?
                                                                                                                                                                 
Oggi il governo italiano manda 20 milioni di euro alla Sardegna, più 5 stanziati dalla Regione, il che significa che la già debole economia italiana subirà un altro salasso, oltre al fatto che le persone sono sempre più demoralizzate e persone demoralizzate non ci pensano proprio a fare la rivoluzione, cioè a spazzare via questa classe politica corrotta e inetta. I disastri mirati, quindi, sono una mano santa per i parlamentari parassiti che ci stanno prendendo in giro, perché allontanano il momento della resa dei conti e fanno diminuire il numero dei potenziali rivoltosi, caso mai non dovessero bastare i manganellatori in divisa all’uopo predisposti.

L’Italia, l’Europa e il mondo intero sono sotto attacco, checché ne dicano i debunkers (lasciamoli dire!). Se posso essere profeta di sventure, il mio Friuli sarà presto “punito” con un terremoto, piuttosto che con un ciclone, perché è una terra sismica che ne ha già avuti due, naturali o artificiali che fossero non saprei dire, nel 1976, in maggio e in settembre. Ora i tempi sono maturi.
Aspetto con rassegnazione quel momento e spero che la fortuna mi sia benigna, perché i maledetti militari e i loro amici alieni non lo saranno di sicuro.

7 commenti:

  1. Sarà mica l'Uomo Primo malanghiano e i suoi scagnozzi alieni? g

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    1. Tutto quello che non è terrestre è alieno, le sembra che Malanga lo sia?
      Dal momento che la vita è maya, convenzionalmente è doveroso ribaltare od analizzare i vari credi.

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    2. Lo scoop del secolo: entrare in possesso delle prove che i padroni occulti del mondo sono extraterrestri.

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    3. Roberto, è il segreto di Pulcinella.
      Ma di quali prove necessita?

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    4. Per esempio, la confessione di uno di loro, con tanto di fototessera con pupille a fessura.

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