martedì 31 dicembre 2013

Ci hanno preso gusto

 
Fonte: Leggo

ROMA - La sua storia è simile a quella di Caterina Simonsen, la ragazza minacciata su Facebook per via delle sue posizioni riguardo alla sperimentazione animale e la ricerca. Lei è Lucia, ha 22 anni, è malata di fibrosi cistica e ha combattuto contro due tumori maligni.
La giovane è amica di Caterina, l’ha conosciuta in rete tanto tempo fa e anche se le due si trovano a distanza sono rimaste vicine “nei momenti difficili”. Armata di cartello Lucia ha postato una foto “A Favore della sperimentazione animale”, ma è stata insultata anche lei. "Non vorrei commenti di persone che dicono che facciamo questo per notorietà, che ci avete pagato per dire queste cose. Danno più fastidio delle minacce di morte", spiega a Giornalettismo.


LA POLEMICA Ieri sera Michela Vittoria Brambilla ha postato in rete un articolo che riprende le parole di Giovanna, giovane malata contro la sperimentazione animale. La fondatrice di LEIDA postava così: "Su Twitter nasce hashtag #iostocongiovanna. La denuncia di Giovanna: i ricercatori non usino noi malati per giustificare la sperimentazione sugli animali".
"Manipolazione? Noi vorremo solo guarire per condurre una vita normale. Ho conosciuto Caterina 3/4 anni fa per caso su un gruppo su Facebook ed è stata subito amicizia. Mi è stata vicino in momenti difficili e mi ha insegnato tantissime cose. Le devo molto e non esistono le minacce che abbiamo ricevuto, ma sopratutto il pensare di aver fatto tutto questo per notorietà".
                                                                                                                                                                 
GLI INSULTI Un utente critica così: "Sei una ragazza molto di classe con quel dito. Non fare vittimismo cara: se stai male non lo ostenti. A cosa è attaccata quella mascherina scusa? La vita come la morte come le malattie fanno parte della natura. Nessuna cura dovrebbe essere testata su piccoli esseri innocenti sacrificando la propria vita. Chi lo ha detto che la tua vita è più importante di quella di milioni vittime sacrificali. Chi lo ha detto. Forse Dio? No neanche lui. Per me la tua vita come quella di qualsiasi altro essere umano compresa la mia vale esattamente come quella di un topo. Se si deve andare avanti con la ricerca e con la scienza che si faccia, ma mai a discapito di altri esseri innocenti. E con quel dito sai cosa farci ora ciao". Ma c’è di peggio: "Io preferisco che muori tu al posto di tanti animali tanto alla fine non trovano nessuna cura e muori lo stesso".

4 commenti:

  1. Un caso quello della Simonsen creato ad hoc in un momento delicato per fare in modo che la gente appoggi la sperimentazione.
    In verità la signorina Simonsen postò il suo sostegno alla vivisezione ad ottobre, ma stranamente la cosa salta fuori adesso.
    Si pensa che la gente in occasione delle feste sia più propensa al buonismo (qualcuno con grande ipocrisia lo è anche, non sono forse i mass media, oltre i preti, a menarla con la frase che a Natale siamo tutti più buoni?),
    o forse i grandi pupari che muovono le fila di questo caso ,
    pensano che in tempo di feste la gente sia più rincitrullita del solito,
    che abbia la guardia bassa, quindi manipolabile.
    Questa ragazza -la Simonsen- è due volte vittima: della malattia sua,
    e dei pupari che la usano.
    E i media sono come sempre chini a 90 gradi davanti all'establishment,
    infatti non si fa accenno
    tranne in rari casi,
    a opinioni discordanti dalla sventurata ragazza .
    Uno su tutti quello della Dottoressa Penco, disabile, malata da 20 anni e ricercatrice, ma da sempre contro la sperimentazione....
    un'opinione non da poco, quella della Penco, ma che a parte qualche testata giornalistica, si evita accuratamente di mettere in luce.
    Feltri ha scritto, lo ribadisco una articolo stomachevole,
    lui che si è anni fa attirato le antipatie di cacciatori e pescatori per certe sue coraggiose prese di posizione.
    Ma evidentemente un conto è prendersela coi cacciatori e i pescatori, da cui al massimo rischi di beccarti due vaffa e quattro pernacchie (poca cosa),
    un conto è mettersi contro la lobby di Big Pharma...
    la paura fa 90 (gradi di inclinazione dorsale).

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    1. Se il post di Caterina risale a ottobre, quando anche studenti di farmalogia di Milano facevano la stessa cosa, si capisce che c'è, dietro, un meccanismo ad orologeria.

      Ho letto l'articolo di Feltri, ma non mi è sembrato così abominevole. Forse perché ho letto anche di peggio.

      Però anche lui evidenzia esageratamente gli insulti alla ragazza, con scarsi accenni alle violenze subite dalle cavie.

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    2. Ma certo! Non c'è alcun dubbio. Si tratta di un teatrino mediatico. Ed io, se posso, mi soffermerei proprio su questo dato evidente. Tralasciando la querelle sugli auguri alla giovane di passar a miglior vita. Su questi anzi vorrei aggiungere un brevissimo commento. Esiste un definizione per questo genere di "notizie" ed è DISINFORMAZIONE (usatissima dal KGB: la ben nota disinformatia). Si cerca di deviare l'attenzione delle persone su un particolare evento di secondaria rilevanza, reale o creato appositamente, per imbrigliare l'emotività delle persone e guidarla così dove si vuole. Detto ciò e chiarito, credo, questo fatto, il punto vero è: perché solo ora? O anche, se volete, "cui prodest?" A chi conviene che si alzi questo polverone-Caterina? Pensiamoci un attimo. Quando è uscita fuori la storia? Ebbene è nata subito dopo la fine dell'altro teatrino mediatico Telethon. E subito dopo le critiche che alcuni (il PAE) hanno rivolto alla gestione dei fondi raccolti. Sembra che soltanto una parte (si parla soltanto di un terzo) vada effettivamente alla ricerca. La mia domanda è quindi: "non sarà che qualcuno tema che la gallina dalle uova d'oro Telethon venga messa in discussione e cessi di deporre uova?". E, aggiungo, non mi riferisco solo a ricercatori.

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    3. La "gallina dalle uova d'oro" è il nocciolo della questione.
      Nel mio archivio di foto del Madagascar ho una discreta collezione di foto di macchinoni umanitari. Ho fotografato le fiancate con i rispettivi simboli e loghi e mi piacerebbe usarle per un articolo che smascheri lo sperpero di denaro che da Europa e USA arriva in Madagascar e che viene usato per comprare fuoristrada di lusso su cui girano funzionari sfaccendati.

      Lo scandalo, che pare solo io riesco a vedere quando sono in Madagascar, si acuisce quando pensi alle espressioni lacrimevoli ma anche sorridenti dei bambini usati (come Caterina) per le foto pubblicitarie dell'UNICEF.

      Quando facevo il maestro, spesso le colleghe raccoglievano fondi per.....i bambini meno fortunati e i nostri scolari rompevano il porcellino di terracotta con i risparmi.

      Per chi?
      Per funzionari africani che con il fuoristrada nuovo di zecca vanno in giro senza una meta, a pavoneggiarsi dei privilegi di cui godono.

      E intanto, i bambini della brousse si nutrono di cavallette!

      Io purtroppo non mi chiamo Ilaria Alpi e ancora non sono riuscito a scrivere quell'articolo che ho in mente.
      Ma non è detta l'ultima parola.

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