giovedì 19 dicembre 2013

Il fascino di ciò che un tempo era vivo

Un commerciante di minerali, fossili e oggetti d'artigianato, che ha il chiosco nella via delle conchiglie di Tulear, sostiene che i due blocchi di roccia che si vedono in foto sono l'anca e la rotula, rispettivamente quello grosso e quello più piccolo, dell'Aepiornis maximus, l'uccello elefante estinto in Madagascar in tempi storici. A occhio e croce, poiché si trattava di un gigantesco uccello, benché non volatore, anche l'Aepiornis doveva avere le ossa cave, o comunque più sottili di quei due ammassi di roccia che si possono ammirare. E' probabile, quindi, che si tratti di qualche altra specie fossile, magari di dinosauro, dato che la struttura ossea è comunque visibile, se li si guarda da vicino. Solo un esperto paleontologo potrebbe dirimere la questione.


Un italiano residente in Madagascar sostiene di essere entrato in possesso di uno scheletro intero di Hippopotamus lemurlei, ma non se la sente di contattare il massimo esperto di fossili italiano, il dottor Giorgio Teruzzi, del museo di storia naturale di Milano, perché teme di essere da questi denunciato alle autorità malgasce, che se vengono a sapere che un vazaha detiene ossa fossili gli creano grossi problemi, financo il carcere, se s'incappa nel funzionario sbagliato. Per la verità, ai funzionari governativi non gliene importa granché del patrimonio paleontologico dell'isola, ma se possono mettere in difficoltà un bianco, per estorcergli denaro sotto minaccia d'incarcerazione, non si lasciano sfuggire una tale occasione.
Quanto allo scheletro, se è vera l'ipotesi formulata, non si tratterebbe di un reperto della stessa epoca dei dinosauri, ma di una specie di lemure estinto, probabilmente di abitudini acquatiche. Si tratterebbe di un mammifero del paleocene, se le mie conoscenze non m'ingannano. Anche qui ci vorrebbe la valutazione di un esperto.
Sempre in tema di ossa, non posso non riportare uno dei tanti misteri del Madagascar e cioè la strana abitudine di alcuni indigeni di accaparrare ossa umane di defunti. La cosa ovviamente è illegale e non si tratta di una leggenda metropolitana, poiché io stesso ho visto al telegiornale due uomini arrestati, affiancati da altrettanti poliziotti, che in occasione della ripresa televisiva erano stati muniti di un cartoncino rettangolare da tenere davanti agli occhi, per la privacy. E' una cosa paradossale, giacché mentre io sospetto che i mandanti di tali furti notturni siano gli stregoni, è viceversa opinione diffusa che i mandanti siano i vazaha, per scopi poco chiari. Di modo che, ogni etnia accusa l'altra di commettere furti sacrileghi, noi sospettiamo degli stregoni e i malgasci sospettano di noi. Sugli scopi si sorvola, ma a me piacerebbe conoscere la ragione ultima. Che forse non sapro' mai, essendo il tema della morte circondato del più assoluto riserbo, tanto che le stesse guide del Madagascar invitano i turisti a non aggirarsi nei pressi delle tombe, onde non irritare gli indigeni. Tombe e strutture militari sono tabù, per i vazaha, in Madagascar.
Infine, posto che le ossa umane non sono per me di alcun interesse, se non forse un cranio che mi piacerebbe tenere sul comodino come "memento mori", le ossa di dinosauro e i fossili in genere, da quando vengo in queste contrade, m'interessano assai. Le uova di Aepiornis, vere o finte che siano, i pesci fossili e le ossa di dinosauro non si possono esportare, ma le ammoniti e il legno silicizzato si'. Pero' devono essere lavorati.

Avendo comprato, ancora quattro o cinque annni fa, alcune ammoniti non lavorate, mi sono trovato nella necessità di sottoporle a lavorazione, che in francese si dice polissage. Si tratta di levigarle esteriormente, di tagliarle in senso longitudinale oppure semplicemente di "tagliare la testa", cioè levigare l'imboccatura da cui usciva la testa del cefalopode. A tale scopo si usa normalmente la "flesch".

Cosi', tre giorni fa, ho lasciato due ammoniti grezze alla moglie di Olivier, che ha un chiosco nel quartiere di Paosara a Tanà. Com'è abitudine dei malgasci, dopo due giorni il lavoro non era ancora stato fatto. Tina si è molto arrabbiata per telefono con la donna. Siamo andati a recuperarle e ci siamo diretti alla "Digue", una concentrazione di negozietti verso cui sono convogliati tutti i turisti che arrivano nella capitale.
Anche in quel caso è scattato il vazaha-profit, poiché alcuni commercianti ivi interpellati non volevano lasciarsi scappare l'occasione di spillare denaro al bianco di turno. Altra scenata di Tina. La presenza del nostro taxista abituale, Michel, non è servita a evitare la spiacevole situazione. Risaliamo sul taxi. Michel telefona a un suo amico che ci promette il lavoro finito per il giorno dopo. Avere un taxista tuttofare, e per di più servizievole e gentile, è una risorsa preziosa in Madagascar. 

Se non che, sulla via del ritorno, passando nel quartiere numero 67, scorgo una piccola officina, da cui proviene il rumore tipico delle levigatrici elettriche. Dico a Michel di tornare indietro. Il capofficina e i suoi operai trovano la cosa divertente, nonché un intermezzo al loro solito lavoro. In pochi minuti le due ammoniti sono rese legalmente esportabili. Ora si tratterà di vedere se all'aeroporto i funzionari del ministero delle miniere mi concederanno il lasciapassare, com'è loro dovere, e quanto mi costerà. Per la legge malgascia io sono a posto, ma potrebbe capitarmi un funzionario esoso, che calca la mano con la tangente da pagare. 
Gli operai della piccola officina hanno accettato ben volentieri i 5.000 ariary di mancia, mentre i commercianti della "Digue", che me ne chiedevano 50.000 sono rimasti a becco asciutto, ma mentre passavamo davanti a loro con il taxi, non hanno rinunciato a sbeffeggiarmi. Comportamento odioso, oltreché stupido.

Stanotte parto. Sono fiducioso che avro' con me tutte le ammoniti, le due che erano già lavorate e le altre due fatte levigare ieri.
In Italia le terro' per me o forse le vendero' ai mercatini, perché, a dispetto della crisi, i fossili attraggono sempre compratori, poiché hanno il fascino misterioso di cio' che un tempo era vivo.

7 commenti:

  1. Trovare uno scheletro intero di H. lemerlei sarebbe un bel colpo!

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    1. Infatti, il tizio ha detto di averlo pagato 500 euro ma di poterlo vendere per 5.000. O anche più.

      Ha anche altre quattro mascelle.

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  2. Scusate il messaggio off-topic...
    Voglio avvisare a nome di Domenico Proietti, tutti quelli che gli vogliono bene, che in questo momento Domenico si trova in ospedale. E' uscito dal coma dovuto a broncopolmonite fulminante da legionella. Mi auguro e spero anche voi che possa tornare presto tra noi. Grazie.
    Oana

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    1. Grazie Oana, infatti mi chiedevo cosa poteva essere successo... se hai la possibilità fagli sapere che lo aspettiamo...
      Ciao

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    2. I "complottisti" sono come una famiglia.

      Chissà se lo sono anche i debunkers?

      Per simmetria.

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  3. Cara Laurama
    Copio il tuo messaggio cosi com'è per inviargli un sms sul cell.

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