martedì 29 aprile 2014

Il rassicurante dottore armato di siringa

 

Le persone adulte, almeno quelle non completamente assuefatte al paradigma culturale imperante, difficilmente accetterebbero di farsi impiantare un corpo estraneo sotto pelle, soprattutto se la loro “griglia interpretativa del reale” è iniziata alla Teoria del Complotto.
Discorso diverso per i più giovani, i cosiddetti “nativi digitali”, i quali sono nati in un clima culturale dove i microchip RFID e altre tecnologie indossabili vengono ormai ritenute accettabili e finanche utili per migliorare se stessi e rimanere connessi con gli altri.
Naturalmente, i mass media sono i maggiori diffusori di queste idee circa le “innovazioni tecnologiche”.


La BBC, per esempio, ha appena pubblicato un articolo intitolato “Perchè voglio un impianto microchip”, nel quale ci viene detto che tali impianti potrebbero risolvere tutta una serie di problemi sociali: dal furto di identità, alle frodi con la carta di credito.
Ma molte altre forme di criminalità sarebbero notevolmente ridotte, i bambini non andrebbero mai più smarriti e non dovremmo più sopportare la fatica di ricordare una vasta gamma di password e codici PIN come facciamo ora. Secondo Frank Swain, autore dell’articolo, l’adozione di questa nuova tecnologia renderebbe la vita decisamente migliore. Ma è davvero così?

Secondo gli analisti, è inevitabile che la nostra società diventi, prima o poi, “digitalmente integrata”, ed è inevitabile che la tecnologia indossabile e impiantata diventi comune come lo sono oggi gli smartphone. L’articolista della BBC è ansioso di vedere quel futuro realizzato quanto prima:
“In definitiva, i microchip impiantati offrono un’interfaccia per rendere il vostro corpo fisico leggibile da una macchina. Attualmente, non esiste uno standard unico per comunicare con le macchine che sono alla base della società (bancomat, biglietterie automatiche, computer, ecc…), ma una varietà infinita di sistemi di identificazione: strisce magnetiche, password, numeri PIN, domande di sicurezza, ecc… Tutti questi strumenti rappresentano un tentativo di colmare il divario tra la vostra identità digitale e quella fisica. E se si perde o dimentica un codice, siete improvvisamente tagliati fuori dal vostro conto in banca, dalla palestra, posta elettronica e altro ancora. Un chip impiantato, al contrario, potrebbe agire come il nostro gettone di identità universale per navigare nel mondo regolato dalle macchine”.
                                                                                                                                                                  
Se abbiamo avuto i brividi lungo la schiena, vuol dire che un barlume di umanità è ancora presente nelle profondità del nostro mondo interiore. Tuttavia, per alcune persone quel progetto è più desiderabile di quanto si possa immaginare, mettendosi in fila per farsi impiantare un chip nel proprio corpo:

“Questo mese alla conferenza Transhuman Visions a San Francisco, Graafstra ha installato una “stazione per l’impianto”, offrendo ai volontari di essere microchippati per soli 50$. Utilizzando un grosso ago progettato per impiantare il chip nel corpo degli animali domestici, Graafstra ha iniettato ai volontari un chip RFID rivestito di vetro dalle dimensioni di un chicco di riso. Alla fine della giornata Graafstra aveva creato 15 nuovi cyborg”.
Altamente inquietante, non trovate? Stiamo rapidamente entrando in un futuro distopico in cui sarà considerato normale l’uso della tecnologia per monitorare i nostri movimenti 24 ore al giorno.
La maggior parte delle persone probabilmente accoglierà questo cambiamento con entusiasmo, senza sapere che sta aprendo la porta ad un potenziale governo oppressivo che potrebbe un giorno abusare di questa tecnologia.

6 commenti:

  1. I brividi lungo la schiena che proviamo ora sono gli stessi che hanno provato , ad esempio , i nativi americani quando hanno visto passare il "cavallo d'acciaio" nelle loro sconfinate praterie decretando la fine della loro civiltà , o i primi soldati armati di spade che si sono visti davanti nemici con armi da sparo . D'altronde il progresso richiede adeguamenti mentali , c'è sempre chi lo sfrutta e chi lo subisce , l'anomalia , se vogliamo , è che negli ultimi 50 anni c'è stata un'accelerazione che , coi tempi normali di sviluppo, avrebbe richiesto almeno 500 anni , forse è questo che inquieta.
    In ogni caso , per me sono discorsi teorici , sono consapevole che ogni progresso porta in conseguenza effetti collaterali negativi in modo esponenziale che richiedono a loro volta altro "progresso" per correggerli , è una spirale da cui non se ne esce. Comunque , che ci piaccia o meno , noi tutti siamo corresponsabili , abbiamo tutti una misera carta di credito , un cellulare o uno smartphone , una tessera sanitaria digitalizzata , ci siamo già dentro , anche per parlare di questi argomenti usiamo un pc , col quale siamo ( io no , sono ) felici di scambiare foto e opinioni su facebook o altri social ... credo che alla fine tutto questo piaccia ai più e se c'è una cosa che i nostri "dominatori" vogliono è proprio controllarci con la nostra approvazione.

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    1. ecco gente che non gli da la propria approvazione:

      https://www.youtube.com/watch?v=UIKAlaU0eUg

      https://www.youtube.com/watch?v=TD0ruc5ohHw

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    2. per approfondire:

      http://onepeoplefactory.org/per-cominciare-zero-capire-oppt/

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    3. E' vero quello che dici, WB, ma il treno ha più vantaggi che svantaggi, a differenza delle armi da sparo che hanno più svantaggi che vantaggi.

      Il microchip serve a controllare la popolazione, cosa che né il treno, né le armi da fuoco fanno, con qualche riserva ovviamente per queste ultime.

      Farci sentire in colpa perché abbiamo carte di credito digitalizzate non è un argomento valido, giacché non ho chiesto io che digitalizzassero la mia situazione sanitaria e non sarò certo io a chiedere l'abolizione del contante.

      Sono tutte cose che mi sono state imposte e che cerco di boicottare per quanto mi è possibile.

      A nessuno piace vivere sotto una dittatura, tranne che a cerebrolesi o a condizionati mentali.

      Io spero di non essere né l'uno né l'altro, a meno che non mi ci facciano diventare.

      Bisogna resistere, per quanto si può.

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    4. Le tue considerazioni potrebbero aprire un altro interessante argomento : parto dalla tua affermazione "il treno ha più vantaggi che svantaggi" ; dipende , se lo chiedevi allora ad un pellerossa non credo che avrebbe risposto in questo modo. Noi la pensiamo così , cioè la cultura occidentale , quella che si è sempre considerata la migliore al punto di volerla imporre con forza. Sono d'accordo che ci sono forme di progresso positive e altre meno e lo scopo del microchip è essenzialmente quello di controllarci ... il fatto di resistere è essenziale e andrebbe esteso anche a forme di controllo già metabolizzate ma non dimentichiamo che abbiamo il vizio mentale di ragionare solo sugli ultimi effetti mentre il "disegno finale" che hanno in mente le menti diaboliche che orchestrano tutto questo si prende i tempi che vuole , usano il sistema dalla rana bollita , con pazienza aspettano che cuociamo senza che ce ne accorgiamo e poco importa se ci sarà qualche sacca di resistenza , la massa starà dentro la pentola beatamente.

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    5. Verissimo!
      E anzi mi correggo a proposito del treno che è stato ed è mezzo di comunicazione fra i meno inquinanti, però solo se ragioniamo come occidentali, mentre per i pellerossa, specie se pensi ai bisonti massacrati dai finestrini, è stato qualcosa di diabolico, che ha segnato per loro l'inizio della fine.

      Abbiamo un'arma per contrastare l'attuazione del NWO, ed è l'informazione. Dire a quante più persone possibile di saltare fuori dalla pentola prima che l'acqua bolla.

      E' curioso però che questa metafora venga da Noam Chomsky, un massone, se si pensa che è la Massoneria, principalmente, a volere il NWO.

      Sarà un massone pentito?

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