lunedì 11 agosto 2014

Gay previdenti


Tina me l’aveva presentato/a qualche anno fa, quando bazzicava il Bo Beach e gli altri ristoranti e alberghi per vazaha, in cerca di clienti. Si fa chiamare Patricia ed è di etnia Antandroy. Per fargli questa foto, di quando era un ragazzotto gaio e intraprendente, voleva 2.000 ariary, mentre tutti gli altri mendicanti, conducenti di pousse pousse o persone normali dai volti interessanti, si accontentavano, come mancia, di 200 ariary. Alla fine, concordammo per un pacchetto di sigarette. Sabato scorso l’abbiamo incontrato/a a Mangily, scoprendo che ha aperto un’attività gastronomica. Evidentemente, sta mettendo a frutto i risparmi accumulati in anni di prestazioni sessuali particolari. A Mangily c’è anche un altro ragazzo gaio, ancora più travestito di Patricia, perché va in giro con un pareo, alla maniera delle donne: si chiama Fifa, come la federazione del calcio mondiale, ed è di etnia Tanalana. Anche Fifa gestisce un baretto. 

 
Sia Patricia, che qui vediamo davanti al suo locale, che Fifa dimostrano di essere lungimiranti giacché gli anni passano e i loro corpi perdono la bellezza della giovane età. Giustamente, pensando al loro futuro, hanno deciso di buttarsi nel settore della ristorazione, andando sul sicuro, dato che anche con l’attuale crisi economica mondiale, la gente chiederà sempre da mangiare. Fifa non so, ma Patricia offre soupe chinoise e brochettes, che di sera sono piatti molto richiesti dai malgasci. Anche a Tina piace la zuppa cinese, servita in una scodella e a base di verdure, ma che può essere arricchita con un uovo sodo, con carne o pesce. Le brochettes invece sono spiedini di carne di zebù, cucinati sulla griglia. Fermatici davanti al suo ristorantino, Tina ha chiesto il prezzo di alcune bottiglie di salsa piccante: tremila ariary la bottiglietta. Alle sue rimostranze per il prezzo troppo alto, Patricia si è messo/a a fare l’elenco dei costi aggiuntivi, tra cui il noleggio del fuoristrada per portare la merce dalla città. Al che, facendogli il verso, ho aggiunto: “E inoltre vazaha profit”. Anche Patricia, come tutti i malgasci quando sono scoperti, si è messo/a a ridere. E così sdrammatizzano quello che ai loro occhi è un innocuo pedaggio, ma che, reiterato continuamente dalla totalità degli indigeni, per noi stranieri diventa una truffa ingenua e snervante. Notevole il fatto che in Madagascar i gay sono rispettati, o per lo meno lasciati in pace. In altre parti d'Africa sono messi a morte dalle autorità o linciati dalla folla, sotto gli occhi della polizia. Chissà se Patricia e Fifa si rendono conto della fortuna che hanno.
 

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