sabato 9 aprile 2016

Dopo i dog hunters ucraini, i cacciatori di migranti bulgari


Fonte: La Stampa

Nell’Europa dei fili spinati e dei controlli alla frontiera del Brennero, c’è spazio per scendere ancora più in basso. Precisamente al confine tra la Bulgaria e la Turchia, dove la recinzione installata dal governo di Sofia - per impedire l’ingresso dei migranti - evidentemente a qualcuno non basta. Da qualche mese bande di «cacciatori di migranti» (così si autodefiniscono) sono entrati in azione organizzando delle vere e proprie ronde. Si muovono in gruppi di dieci-quindici persone, girano per i boschi a bordo di quad e jeep. Vanno a caccia di profughi. Ufficialmente non sono armati: «Ci bastano le mani», dicono questi energumeni che hanno nel wrestler semi-professionista Dinko Valev il loro leader. 


L’ultima «battuta di caccia» risale a domenica. Con gli undici membri dell’«Organizzazione a protezione dei cittadini bulgari» c’era anche una troupe dell’emittente privata Nova Tv che ha ripreso la cattura di 23 migranti (tra cui tre donne e due bambini), probabilmente afghani. Presi, immobilizzati, stesi a terra a pancia in giù in fila uno dopo l’altro. Poi la chiamata alla polizia e la consegna del «bottino» agli agenti. La polizia non sembra particolarmente dispiaciuta, anzi. Ovviamente la portavoce degli agenti di frontiera, Lora Lyubenova, ha ricordato che «gli arresti spettano esclusivamente a noi». Salvo poi aggiungere che ogni chiamata dei cittadini che segnalano attraversamenti irregolari alla frontiera «è apprezzata dalle autorità». Come dire: ben venga l’aiuto dei cacciatori di migranti, purché non tornino a mani vuote. 

Questi gruppi sono saliti alla ribalta nelle scorse settimane, quando la tv ha dedicato un servizio a Dinko Valev, esaltandolo come «super eroe». I mezzi di informazione bulgari stanno infatti cavalcando la retorica anti-immigrati: un recente studio di una Ong di Sofia, che ha un osservatorio sull’informazione, ha rilevato che le parole più usate nei servizi sui giornali e in tv a proposito di migranti sono «minaccia» e «malattia». Nel servizio della tv, Valev racconta del suo blitz «a mani nude» del febbraio scorso: catturati sedici siriani (tra cui tre donne e un bambino). 

Nel video registrato nei boschi dai suoi compagni di ronda si vedono i migranti stesi a terra secondo il solito copione, in attesa dell’arrivo della polizia, e si sente Valev urlare: «Siete venuti qui per uccidere i bulgari come cani». Poi il wrestler 29 enne, testa rasata e un grande croce tatuata sul pettorale sinistro, spiega il perché della sua missione: «Gli immigrati sono persone cattive e pericolose e dovrebbero rimanere a casa loro. Sono terroristi pericolosi». Lamenta gli scarsi controlli alla frontiera, che fanno della Bulgaria «un cortile aperto e completamente disorganizzato» e accusa la polizia di fare «troppo poco». La stessa polizia che a ottobre ha sparato e ucciso un migrante afghano, colpevole di aver superato il confine dalla Turchia.  

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