mercoledì 18 gennaio 2017

La cicala addormentata e altre storie


Quando Tina le ha parlato la prima volta, la padrona della casa era gentile e disponibile a scendere di prezzo, ma quando il giorno dopo mi sono presentato anch’io, Tina ha notato subito in lei un cambiamento d’umore. Aveva capito di aver a che fare con un vazaha, e quindi con uno pieno di soldi, e si mordeva le mani per aver chiesto solo 300.000 ariary al mese d’affitto. E come se non bastasse,Tina stava trattando sul prezzo, chiedendole di scendere a 250.000 al mese, poiché desideravamo fermarci a lungo. Di mala voglia, masticando amaro, la donna scese a 280.000 e di lì non si mosse, rispondendo sgarbatamente a ogni tentativo di Tina di portare la cifra a 250.000. Che sfrontati, deve aver pensato, c’è un vazaha che paga e ancora vogliono lo sconto! Non poteva immaginare, la gentile padrona di casa, che solo un paio di giorni prima avevamo visto una casa, persa per un soffio, per 250.000 con lo stesso numero di stanze e probabilmente anche con uso piscina, e lei ci proponeva una casa con un camion davanti, in mezzo a un vasto terreno che con le piogge diventa un lago, senza rubinetto nel lavandino del bagno e con un filo d’acqua che scende dal telefono della doccia.




Ecco perché anche in questo caso abbiamo lasciato perdere. Per andare in bagno, Annika avrebbe dovuto passare attraverso la nostra camera, facendo precipitare la privacy che per me è importante come l’aria che si respira. Annika può essere la bambina più educata e timida del mondo, ma se deve andare in bagno passando per la camera matrimoniale, non posso garantire di trovarmi in una condizione di presentabilità, né per una 13enne, né per una donna più anziana. Dopo quasi due mesi di convivenza, sto cominciando solo ora ad abituarmi alla presenza della figlia di Tina, che negli anni scorsi abitava da un’altra parte e mai nelle camere d’albergo in cui io e Tina abbiamo sempre vissuto finora.



La casa, inoltre, a parte la presenza per me imbarazzante di un’adolescente, presenterebbe anche lo svantaggio di trovarsi all’estrema periferia di Tulear. E quanti chilometri devo fare io per andare a comprare il pane in centro, con le strade impraticabili per i prossimi due mesi di piogge? Abbiamo visto anche il piano superiore, ma essendo già vissuti a quell’altezza, nel quartiere di Sanfily, sappiamo che l’acqua dell’acquedotto non arriva e come hanno potuto l’architetto,il geometra, l’impresario, le maestranze e la padrona stessa pensare di riuscire ad affittare un secondo piano in cui l’acqua non c’è? Questo per me è l’ennesimo esempio di superficialità del popolo malgascio: non tengono presente tutti i fattori del problema, ovvero tutti gli aspetti della realtà. L’unica nota positiva della nostra visita è stata la cicala addormentata sull’albero di manghi. Lei non ha fatto storie per il prezzo, a differenza della padrona di casa. E anche questa storia va purtroppo catalogata come “casa non idonea”.

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