giovedì 5 gennaio 2017

Zuppa di becchime


Quando Tina è tornata a casa col becchime per le galline, ho capito che avrebbe cucinato un piatto tradizionale malgascio. E così fu. La pannocchia di mais, tsako nel dialetto locale, può essere consumata bollita, arrostita o, come nel nostro caso, con i grani frantumati. L’altro ingrediente sono i grossi fagioli kabaro, simili ai nostri bianchi di Spagna. Si fanno bollire insieme in acqua, fagioli e mais macinato, e alla fine si aggiunge latte vaccino. La prima operazione da fare è di lanciare in aria il mais nel tsipelo, il contenitore rotondo e piatto in fibra vegetale, che serve a questo scopo soprattutto per il riso. In tal modo si eliminano le impurità, specie se c’è un po’ di vento.






Una volta pronta, ho voluto assaggiare la zuppa di mais e fagioli, ma siccome non sono abituato al latte di mucca, il risultato finale non mi è parso eccellente, mentre Tina e sua figlia Annika l’hanno mangiata di gusto. Questione di abitudine. Aggiungendo dello zucchero, sono riuscito a buttar giù qualche boccone in più. E anche questa è fatta: continua il viaggio alla scoperta dei sapori tradizionali. Unico limite, la carne e il pesce, tabù per me.

12 commenti:

  1. Perchè non cucinate con il latte di cocco? Devi cercare i cocchi a cousiner, quelli con la buccia marrone invece che verde, poi si grattuggia la polpa con l'apposito attrezzo da mettere tra le gambe, hai un misto di polpa e latte più aromatico e già un po' dolce, e te lo dico da non vegetariano. Lo dico per gli alti, il pesce e l'aragosta sono eccezionali cucinati nel latte di cocco, più leggeri del latte di vacca che con il caldo da fastidio, troppo grasso, e puoi mangiarli anche freddi. Mi sembra strano che tu non abbia imparato a cucinare con il latte di cocco. Sulla strada per Manghilj appena fuori Tulear c'erano delle coltivazioni di cocco.francesco

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  2. a me sembra strano che uno che ha sempre proclamato l'antispecismo a gran voce, e il veganismo, ora ceda cosi facilmente all'uso di ingredienti animali, senza fare neanche il minimo sforzo di trovare ingredienti vegani di facile reperibilità anche in un paese come il madacascar...

    Davvero non capisco che tipo di vegano Roberto fosse... rimango perplesso...

    Francesco

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  3. Caro Roberto, come avrai ben compreso l'ultimo commento non è il mio anche se è firmato Francesco, solo un imbecille può dire che è facile reperire ingredienti vegani sopratutto a Tulear, forse a Tana, ma non penso. Puoi adeguarti con quello che c'è, purtroppo molti malgasci devono essere vegani perchè non hanno i soldi per comprare carne e pesce, poi spiegherò tutto. Il consiglio del latte di cocco è comunque il mio, un po' per seguire la tua dieta, ma sopratutto per farti mangiare qualcosa di più gustoso, il latte di cocco un po' come l'acqua di cocco hanno il potere, almeno per me, di tranquillizzarmi e di farmi sentire in pace con il mondo. E poi se avessi voluto mazzolarti ti avrei dato del pirla, come faccio sempre. francesco,forse, il tuo amico.

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  4. Caro omonimo io non la conosco ma non mi sono permesso di darle dell'imbecille!

    In un paese tropicale dove la frutta non manca, non vedo cosa ci sia di difficile nel trovare prodotti vegani NATURALI e non le porcate confezionate che vendono da noi...

    l'altro giorno lo stesso Roberto ha postato un articolo in cui non era in grado di farsi una semplice maionese vegana, quando qualcuno gli ha semplicemente scritto che bastava anche un solo avocado... a me sembra che Roberto sia Vegano per comodo, altro che etica, se basta non trovare la sua maionese vegana nel supermercato per cadere subito nella maionese tradizionale

    Saluti

    Francesco (quello meno imbecille dei 2)

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  5. Scusate se mi intrometto...
    È piuttosto frustrante che si faccia il pelo ad una persona per un uovo o un po' di latte...
    In Madagascar, tra l'altro! Veramente, credo che nessuno debba dimostrare niente a nessuno. È la gara a chi è più vegano? Se uno se ne "pente" può sempre ritornare ad evitarlo il più possibile. Mi riferisco non al Francesco-amico e conoscitore del Paese africano, ma all'altro.
    Non si tratta nemmeno di incoerenza, ma di FATTI. Uno è, da un bel po'(immagino...) vegano nella pratica quotidiana, o no? Lo ha "dimostrato", sì (anche se non dovrebbe mostrare niente a nessuno, a prescindere)? Bene, non sarà qualche uovo o del latte ogni tanto a farlo retrocedere nel grado di " veganità", spererei... Altrimenti stiamo parlando del nulla, sinceramente. Relativizzazione.
    E, secondo me, sempre meglio "vegetariano" (e mangiatore di latticini o uova occasionale) che "onnivoro", fossero tutti (o quasi)anche soltanto vegetariani in occidente, beh... Darei una mano per vedere una cosa simile, ora come ora.
    Grazie e scusate, ma dovevo proprio dirla 'sta cosa.
    Un saluto a tutti

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  6. Permettetemi di fare chiarezza. Anzitutto ringrazio Francesco (che ho conosciuto sul volo 10 anni fa) per il suggerimento del cocco (Tina conferma) e per la grande conoscenza del Madagascar che dimostra di avere. Se mi dà del “pirla” non mi infastidisce, perché gli amici hanno da me un permesso speciale per offendermi. Ringrazio anche “Lettrice di recente data” per la ragionevolezza del commento e mi dichiaro d’accordo con lei, anche se, però, è vero che l’uomo è ciò che mangia e la coerenza è una gran bella cosa. Per chi ci riesce.

    Ciò che mi sta capitando qui (e lo constato tutti gli anni), è una specie di metamorfosi e questo spiega in parte perché sono ritornato vegetariano da vegano qual ero fino al 25 novembre scorso.

    Vivere a contatto di genti selvagge, cercando di soddisfare i bisogni primari legati principalmente al cibo, fa regredire noi occidentali in vario modo. Faccio un clamoroso esempio. Di notte, senza guardiano, la paura di Tina dei malviventi mi ha contagiato e sto pensando di procurarmi un’arma seria, che non sia la solita lancia e la solita accetta. Ho già citato quel francese che ora è in prigione con l’accusa di pedofilia: vicino al suo letto c’era una micidiale balestra e c’è un amico italiano qui a Tulear che in camera ha una pistola, con tanto di munizioni. So benissimo cosa significhi avere un’arma da fuoco in casa, anche sul piano esoterico (vedi Walter Bonatti che ha attraversato l’Africa a piedi disarmato), ma la cosa notevole è che io sono stato pacifista nonviolento da tutta la vita. E ora penso di procurarmi una pistola! Non lo farò, state tranquilli. Credo che non sarei capace di sparare a un uomo e gli altri sarebbero comunque più veloci di me.

    Vi ricordate Baldini, quello che Emilio Fede definì “Il pacifista con il kalashnikov” e che fu ucciso in Medio oriente? Ecco, evidentemente, entrando in contatto con culture primitive, alcuni occidentali subiscono il fascino delle cose proibite, evidentemente.

    Faccio un altro esempio, meno clamoroso. Da sempre mi dichiaro anarchico e dal 1989 non vado a votare. Ebbene, l’autunno scorso mi sarei candidato con una lista civica a Codroipo, senza alcun ripensamento e senza preoccuparmi se qualche anarchico mi avesse fatto notare l’incoerenza. Non ho potuto farlo perché ho l’interdizione dai pubblici uffici. E nemmeno lo sapevo. Una frase che mi piace particolarmente è questa: “Le regole sono come le uova: meglio strapazzate”. Credo che non ci sia un concetto più anarchico di questo.

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  7. Cit:"Le regole sono come le uova: meglio strapazzate"

    Anche la battuta, è alquanto infelice per uno che è tutta la vita che dice di essersi battuto per i diritti animali...

    Evidentemente lo stadio di regressione che affermi provocato dall'esterno e non da tue scelte personali (non ti va più di essere responsabile delle tue scelte?) è già in una fase avanzata...

    Francesco (quello vegano)

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    1. A Francesco vegano:

      Io non DICO di essermi battuto per i diritti animali. Io l’ho FATTO. A differenza di te, probabilmente. Certo, non possiamo metterci qui a fare la conta di tutti gli animali liberati, di tutte le manifestazioni organizzare, di quelle a cui abbiamo partecipato, dei volantini distribuiti e delle ore passate parlando al megafono. Sarebbe una gara fra colleghi senza senso. Oltretutto, quelli come te che giudicano i propri compagni di lotta sono come quelli che, in barca, danno il remo in testa ai rematori, invece di remare.
      Vi ho sempre biasimati per la vostra stupidità. Per me tu sei e resti un miserabile troll.

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    2. mi sa che ha ragione colui che ha scritto dopo di me... le regole te le strapazzi tu a tuo comodo... Io non giudico le tue scelte, cercavo però di capirle dato che tu su questo blog come ha fatto notare chi ha scritto dopo di me ti sei spesso messo a giudicare le scelte degli altri... evidentemente ora che i nodi tornano al pettine preferisci per ciò che ti riguarda comportarti diversamente per comodità spiccia da quello che hai sempre promulgato... Comunque veramente, per me puoi pure cominciare anche a mangiare il pesce, cosa che non dubito che farai presto in quella terra in cui magicamente si regredisce

      Francesco (quello vegano che non giudica ma che fa notare ai giudici le loro incoerenze)

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  8. Caro Francesco vegano
    finalmente uno che ha capito la vera indole di questo personaggio.
    Nel corso degli anni lui stesso ha pubblicato articoli su gente che ha "trasgredito", e sono stati etichettati senza scusanti.
    Ma se altri non sono scusabili, perché lui dovrebbe esserlo? Semplice: perché lui è duria, lui può farlo, altri no.
    Lui se lo fa ha la scusa in tasca, e immancabilmente ci mette come sigillo supremo qualche aforisma, detto o massima,- qua ha tirato fuori quello delle regole che vanno strapazzate come le uova,- ma tali regole le può strapazzare solo lui, se le fa un altro, non va bene.
    Che poi, se lui non si ergesse a profeta del veganesimo, nessuno direbbe niente, me se uno urla ai quattro venti la sua virtù e poi la virtù va farsi friggere, e certo che gli si fa notare la cosa.
    E' solo un parolaio, a Roma direbbero "cazzaro".
    Ma lei ha sgamato il soggetto.

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    1. Al troll che risponde a Francesco vegano:

      Le regole restano tali anche se qualcuno ogni tanto le strapazza. Altra cosa è quando le regole vengono sistematicamente e reiteratamente violate. Nel primo caso si tratta dell’eccezione che conferma la regola, nel secondo di regole diverse che non hanno nulla a che fare con le altre.
      Non so se tu arrivi a capire la differenza.

      Se devo scegliere tra l’etichetta “profeta” e l’etichetta “cazzaro”, preferisco assolutamente la seconda. Mi fa sentire più umano. E poi, i profeti hanno sempre fatto una brutta fine.

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  9. @Gentili & attenti LETTORI,

    premesso che chi si assurge a infallibile GIUDICE del comportamento degli altri è di solito "insofferente" dei giudizi "negativi" su di lui, è una regola NON scritta ma molto diffusa e il Roberto....GIUDICE che ora VIVE in MADAGASCAR e NON in FVG o su MARTE risente come ogni altro comune TERRESTRE dell' influenza di quell' AMBIENTE punto !!!!

    SDEI

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