venerdì 3 febbraio 2017

Galeotta fu la scatoletta


Tutto cominciò con una scatoletta di sardine regalatale dal professor Bruno, quando l’anno scorso abitavamo anche noi al Vahombe. Tina mi chiese se poteva accettarla e siccome non si rifiutano i regali degli amici, le dissi di sì. Poi andammo in gita a Saint Augustin e al ristorante di Esperance Tina mi chiese se lei e Annika potevano mangiare riso con i “tsytsyky”, i gamberetti. Anche in quel caso, non volendo passare per un dittatore autoritario, concessi loro questa scelta. Poi, un paio di mesi fa, al ristorante “Le Cilaos”, Tina manifestò il desiderio di mangiare pollo. Glielo permisi purché non diventasse un’abitudine. Così, tra richieste respinte e accordate, arrivammo all’altro giorno. Tina mi ha chiesto l’autorizzazione di comprare del pesce e farlo cucinare da Karola, la figlia di Sitra che è stata allontanata di casa e che si trovava da noi perché l’indomani dovevamo partire per Tanà. Qualcuno deve pur rimanere insieme alla tredicenne Annika, in nostra assenza.



I cinque “tsabeaky” che la ragazza aveva comprato al mercato furono da lei stessa puliti ed eviscerati sotto l’albero di manghi, ma senza che venissero decapitati. Tina dice che sono animali diversi dagli altri. Non versano sangue e quindi si può mangiare anche la testa. Ho notato che Karola ha praticato un’incisione su entrambi i fianchi dei pesci, come da noi si fa con le castagne prima di metterle sulla padella bucata e trasformarle in caldarroste. Dipende dal fatto, probabilmente, che il calore, all’interno di un corpo, produce gas che deve trovare una via di sfogo, sia che si tratti del tegumento di una castagna, sia che si tratti della pelle squamosa dei pesci.




La cottura è durata pochi minuti ed è stato utilizzato normale olio di semi. I pesci sono stati fritti prima su un fianco e poi sull’altro. Dico questo perché, come ho spiegato anche a Tina, quando mezzo secolo fa mia madre il venerdì friggeva il pesce, io non stavo a guardare, perché ero fuori a giocare e piombavo a tavola solo quando mi chiamava. Ai miei lettori potrà sembrare strano, ma osservare l’operazione di friggitura del pesce, il 31 gennaio scorso, per me è stata una novità, perché è da quand’ero ragazzo che non mangio pesce fritto.



Per la loro cottura è stata usata la nuova “fatapera” creata dall’associazione umanitaria svizzera “ADES”, fatta in terracotta verniciata di verde e che ha il vantaggio di consumare molto meno carbone rispetto a quelle tradizionali, in metallo, usate dalla povera gente. Non costa neanche tanto, 10.000 ariary (2,80 euro), ma evidentemente le abitudini sono dure a morire e il suo utilizzo non è molto diffuso nella popolazione.




Quella sera a cena, le tre donne di casa, Tina, Annika e Karola si sono sentite meno estranee rispetto a quando devono, per mia “colpa”, mangiare vegetariano. La mia presenza le fa sentire come se fossero in punizione. Non capiscono cosa hanno fatto di male. Per me è già un compromesso adottare una dieta vegetariana, che includa uova e formaggio, ma Tina ha spinto la linea di confine tra le nostre due visioni del mondo un po’ più dalla sua parte. Per fortuna, ha dichiarato che, a parte il pollo, la carne di zebù e di maiale non le piace, altrimenti non credo che le concederei di portarla in tavola. Sono i miei soldi, in fondo, quelli che sono stati usati per comprare il pesce. Per tutta la mia vita passata, uno dei miei principi etici è stato che non dovevo finanziare gli assassini di animali. E finora ci ero sempre riuscito, se escludiamo il cibo per cani. Qui, in questo contesto tropicale, sto passando di compromesso in compromesso, ma l’unica nota positiva è che non ho provato il minimo desiderio di assaggiare il pesce fritto, benché il suo odore, che aleggiava nell’aria, non fosse particolarmente sgradevole, grazie al fatto che mi ricordava l’infanzia.




8 commenti:

  1. Ho iniziato anche io cosi, con piccole concessioni... arriverai presto ad aprrezzare di nuovo il pesce e ti dimenticherai del tuo passato animalista...

    Fatti una bella mangiata di pesce ed aragoste, e goditi la vita, rimembrando quei bei ricordi di bambino...

    Già questo tuo post dimostra che ti stai liberando della maschera che ti eri creato per sentirti migliore, quella dell'animalista.... Mangia pesci e animali e non pensarci più... quando sei circondato di trogloditi, devi per forza involvere un poco se non vuoi vivere male in società...

    Sapere che mangi anche le uova oltre che formaggi e latticini vuol dire che non sei più quello che eri... non c'è differenza con il mangiarsi una buona frittura di pesce o una bella fiorentina succolenta...

    Se vuoi fare il vegano fallo solo per te stesso, ovvero se tieni alla tua salute, differentemente lascia andare i dogmi che ti sei creato negli anni e vivrai forse più malaticcio a lungo termine, ma più godereccio a livello emozionale nel breve... è solo questione di tempo... ben tornato tra gli esseri umani "onnivori"...


    Aristide

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  2. Io allibisco. Bisogna ammettere dunque che certa gente, incluso questo Aristide col Duria, hanno fatto i vegani solo per facciata.Infatti, testualmente, leggo e riporto dal commento sopra,(parole di tale Aristide):

    "Già questo tuo post dimostra che ti stai liberando della maschera che ti eri creato per sentirti migliore, quella dell'animalista".
    Maschera! Quello che infatti si sta disgraziatamente manifestando, è che alcuni personaggi hanno usato un ideale come vernice per coprire la loro sporcizia, fare i fighetti e come dice sdei, i duri e puri.
    Poi al ritorno in Italia magari tornano a fare le levate di scudi, i profeti, i saggi.
    Va detto comunque che alcuni animalisti che ben conoscono il duria sanno da anni che è sempre stato solo uno che andava alle manifestazioni solo per mettersi in mostra,con tanta lingua ma poca sostanza. I fatti lo stanno dimostrando.
    Caduta la maschera, ecco cosa resta.
    Fra poco toccherà leggere anche che ha aperto magari un allevamento con relativo mattatoio.
    Cruciani, che ben sappiamo chi sia, purtroppo non ha sbagliato, mi duole dirlo, nell'aver definito dei buffoni certi esponenti dell'animalismo.
    Si salvano solo pochi veri e sinceri, che sono vegani o anche vegetariani per una scelta sincera e non per averne fatto una sorta di proclamata virtù da sbattere sulla faccia agli altri.
    Viene perfino il dubbio, a questo punto, se fra le quattro mura di casa, ben nascosti da occhi indiscreti, non abbiano già trasgredito, presentandosi ai cortei con dentro allo stomaco la cotoletta o la bistecchina, e mentre ti eruttavano in faccia quanto è assassino mangiare cadaveri, ne stavano digerendo uno.

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  3. Esseri viventi fritti e mangiati,esseri che giá devono sopravvivere a molti predatori,esseri che quando incontrano l'uomo scappano da tutte le parti,poveri pesci traditi proprio da colui che dovrebbe salvarli.
    Ciao pesciolini,il colon umano è il vostro inferno.

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  4. @Anonimo(= nessuno),

    vedi da ONNIVORO che ero quando ho letto che il CIBO è come una "droga" mi SON fatto un BEL sorrisino, in realtà nel QUI & ORA che per scelta ETICA oltre che salutistica SONO diventato un VEGETARIANO ho constatato che è vero;

    lo dimostra proprio il comportamento di ARISTIDE e la SEMPRE più forte predisposizione al compromesso del ns. ormai ex-giudice VEGAN(= Roberto) in disarmo;

    questa loro IN-VOLUZIONE testimonia anche che è l' AMBIENTE dove si VIVE che Ti condiziona nelle Tue scelte alimentari ed è SEMPRE stato così, faccio un esempio banale potrebbe un INNIUT(= ESCHIMESE)diventare e/o ESSERE un VEGETARIANO!?
    è escluso mentre chi VIVE nella zona equatoriale con abbondanza di frutta certamente SI';

    concludo questa mia RIFLESSIONE affermando che da ORA in poi per gli ONNIVORI è in atto un' amnistia generale e che il TRIBUNALE VEGETARIANO/VEGANO, si è auto-sospeso ad interim ad incomminciare dal suo più "duro & puro" P.M.
    che è attualmente in preda a confusione ESISTENZIALE;

    CIN CIN quindi e "crapulate" pure ma NON venite a darci LEZIONE alcuna, penso NON sia proprio il caso direi vista l' incoerenza NON più !!!!

    SDEI

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    1. CIT.:
      "questa loro IN-VOLUZIONE testimonia anche che è l' AMBIENTE dove si VIVE che Ti condiziona nelle Tue scelte alimentari ed è SEMPRE stato così, faccio un esempio banale potrebbe un INNIUT(= ESCHIMESE)diventare e/o ESSERE un VEGETARIANO!?
      è escluso mentre chi VIVE nella zona equatoriale con abbondanza di frutta certamente SI';"


      Ciao SDEI ti consiglio di leggere questo post:

      https://contiandrea.com/2014/04/13/neuroni-specchio-matrix-e-lambiente-protetto/

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  5. Non abbiamo bisogno di giudici! abbiamo bisogno di confrontare le nostre esperienze, soprattutto quando le nostra vita interagisce con altre vite. E non bacchetterei nessuno per averci fatto partecipe delle sue esperienze olfattive. Crescendo mi ricordavo il profumo di pane e sopressata mangiato da bambina,e nel corso degli anni sentivo sempre più l'odore del maiale fino al giorno in cui ho smesso semplicemente di mangiare carne e pesce. Non sono nè migliore nè peggiore di altri, cerco solo di capire e possibilmente migliorare. La coerenza? siamo in divenire, perfettibili a patto di guardare alle esperienze altrui con amore.
    Teodolinda

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  6. Avete ragione tutti. Forse un po’ meno l’anonimo denigratore quando mi accusa di aver fatto l’animalista per quarant’anni solo per mettermi in mostra. Mi pare di essere stato sincero allora, quando andavo alle manifestazioni, come sono sincero ora a raccontare le mie….involuzioni morali. Il che presuppone che prima fossi evoluto e che quindi l’alimentazione vegana sia il culmine dell’evoluzione, mentre quella onnivora sia uno stato di decadenza. Credo di essere stato sincero quando andavo di notte a liberare gli animali. La notorietà negativa è venuta mio malgrado, in seguito agli arresti. Ne avrei fatto a meno, se penso a come sono andato a collocarmi nel ruolo di paria reietto abitando in un comune di 12.000 persone. Se penso poi a tutte le spese che ho sostenuto per i processi, bisogna proprio essere masochisti per volersi mettere in mostra spendendo un capitale e prendendosi i rimproveri della maggioranza degli animalisti. E’ una strana logica quella di pensare che io abbia fatto tutto questo solo per la gloria. Quale gloria? All’anonimo denigratore quindi dico: mi stai accusando ingiustamente e solo perché c’è del veleno in te. Una cattiveria congenita. A te piace così. Fai pure!

    Ad Aristide rispondo che mi sto già godendo la vita: poter guardare i satelliti solcare il firmamento di notte è un piacere che solo qui mi posso concedere. Poter sputare i noccioli degli “tsinefo” fuori dal finestrino del taxi brousse in corsa è un altro piacere che solo qui posso concedermi. Divorare una pannocchia bollita, un grappolo d’uva o delle susine mature, mentre il pulmino macina chilometri, con a fianco una compagna che fa altrettanto, sono altri piaceri che solo qui posso concedermi. Ognuno si diverte come può e a me non serve mangiare pesce o aragoste. E’ una scelta tua e io sono diverso da te.

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