sabato 13 maggio 2017

Scie chimiche benefiche che non vengono diffuse


Il signor Regera ha 53 anni e sei figli. L’ultimo gli è nato un paio di settimane fa. Vive a Besely Nord, vicino a Itampolo, ed è proprietario di molti terreni agricoli, ma da quattro anni non piove e non può coltivare niente. Essendo stato a pranzo da me ieri, ne ho approfittato per sapere come fa a tirare avanti, visto che, secondo la Boldrini, gli africani che arrivano da noi sono portatori di un modello di vita che presto sarà anche il nostro. Quindi, noi bianchi pasciuti, abbiamo tutto da imparare riguardo alle tecniche di sopravvivenza degli africani.


Il signor Regera riceve ogni mese dalla P.A.M. (programme alimentaire mondiale) un sacco di riso di 25 chili e uno di fagioli di 10. Il mese successivo riceve un sacco di riso dello stesso peso e uno di mais e via ricominciando, alternativamente. Fino a poco tempo fa, i malgasci che vivono nella brousse ricevevano sacchi di riso di 50 chili ogni mese. Interrogata sul perché i sacchi siano stati ridotti alla metà del peso, Tina mi ha risposto che i funzionari che si occupano della distribuzione del cibo si intascano il rimanente, ma a me sembra difficile che ciò possa succedere giacché m’immagino che l’intera operazione sia controllata da funzionari americani inviati dalla Nazioni Unite e la mia curiosità se la riduzione sia stata decisa a Washington o in Madagascar, rimarrà per ora insoddisfatta. 

Non posso escludere che la Massoneria internazionale che comanda all’ONU, non intenda impoverire ancora di più le popolazioni del Terzo Mondo, ché tanto è stata già decisa la riduzione della popolazione mondiale. Non posso escludere nemmeno che la spiegazione di Tina sia quella più corretta, visto l’alto tasso di corruzione di politici e funzionari locali.

Riguardo al signore Regera, una domanda che sorge spontanea è: come fa a mantenere sé, la moglie e sei figli, con 25 chili al mese di riso e 10 di fagioli. Intanto, bisogna dire che tre dei suoi figli sono stati affidati ad alcuni parenti in città, ma restano sempre due adulti e tre minori che devono mangiare ogni giorno. I figli più piccoli mangiano il latte della madre, ma gli altri che fanno? Digiunano, è stata la risposta di Tina. Ebbene, io sono 12 anni che vengo in Madagascar quasi ogni anno, ma di fronte a questo tipo di situazioni rimango sempre a bocca aperta.


Mentre pranzavamo, ho cercato di spiegare a lui e a Tina che da almeno mezzo secolo, e forse anche più, esistono tecniche di irrorazione di sostanze che fanno venire la pioggia, cioè che formano nubi temporalesche. Lo fanno tutti gli agricoltori del Primo Mondo, ma non quelli poveri del Terzo, perché sono tecniche costose. Il signor Regera, mentre spiegavo queste cose, mi guardava con uno sguardo di indulgenza come si guarda un bambino che favoleggia, a cui si è chiesto cosa farà da grande e che risponde: l’astronauta. Ho smesso quasi subito di parlare di ioduro d'argento, perché mi sono reso conto dell’incongruità della situazione. Dovrei essere un mecenate miliardario per aiutare l’agricoltura del Madagascar, ma non lo sono. Il signor Regera, a cui prima di pranzo ho comprato anche un pacchetto di sigarette, se n’è andato con lo stomaco pieno e sicuramente quello è stato uno dei migliori pranzi che abbia fatto negli ultimi mesi. Ma il problema rimane.

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