mercoledì 28 giugno 2017

Il problema millenario dello ius soli


Sembra quasi che i grandi movimenti politici della Storia tendano tutti alla creazione di un ordine mondiale comandato da un’unica élite. Il Terzo Reich, nel XX secolo, aveva quello come obiettivo: dominare il mondo. Ma anche l’impero romano non avrebbe disdegnato di dominare tutte le terre emerse conosciute, se pensiamo alla sua espansione geografica che aveva coperto tutta l’Europa, il nord Africa e il Medio Oriente. Idem con Alessandro Magno. Le cose andarono diversamente, come per il Reich hitleriano, perché fu il cristianesimo a portare alla dissoluzione dell’impero romano. Ma il cristianesimo, secondo le parole di Prudenzio, fu funzionale all’ideologia di conquista e di integrazione dei popoli barbari, da parte di Roma. L’imperatore Claudio era d’accordo che si concedesse la cittadinanza anche ai goti e quando i senatori sollevarono obiezioni, disse: “Abbiamo concesso la cittadinanza ai veneti e agli insubri, arrivando fino alla Alpi, perché non dobbiamo concederla anche ai barbari? A differenza della Grecia, Roma fa così da sempre. Anche i vostri antenati, o senatori, erano sabini e ora voi vi considerate cittadini romani a tutti gli effetti”. 


Oggi c’è una parte di popolazione che ragiona come l’imperatore Claudio e vuole concedere lo ius soli a tribù barbare di pelle nera. A me sembra che la situazione sia leggermente diversa. La storia ha fatto sì che la pelle degli italiani fosse bianca, anche se non bianchissima come quella degli scandinavi, e l’afflusso massiccio di “diversamente bianchi” impedisce una lenta e pacifica integrazione, denotando inoltre una fretta spropositata da parte degli imperatori occulti, che vogliono raggiungere un meticciamento dell’Europa a tutti i costi.


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