giovedì 25 gennaio 2018

A colpi di sensi di colpa


Fonte: Il Giornale


Gli studenti in "gita" per conoscere gli immigrati. È questa la nuova idea messa sul campo dal ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli. A quanto pare il ministero ha firmato un protocollo d'intesa con la fondazione Cittalia e il Comitato 3 ottobre. Di fatto secondo quanto previsto dal protocollo gli studenti dovranno "essere protagonisti e agenti attivi della lotta alla discriminzione". Insomma questa missione che piomberà sulle spalle degli studenti potrà compiersi in un solo modo: incontrando richiedenti asilo sul nostro territorio. E il processo potrà anche essere inverso: i migranti potranno andare nelle scuole per raccontare la loro esperienza e il loro "viaggio" verso il nostro Paese, come sottolinea ilFatto.




E su questo protocollo è intervenuto anche il presidente del Comitato 3 ottobre, Tareke Kobane: "Il testo che abbiamo firmato prevede anche la possibilità di portare i richiedenti asilo nelle scuole, perché possano raccontare le loro storie – conclude il presidente del Comitato Tre Ottobre – e far in modo che i ragazzi si rendano conto di cosa vuol dire lasciare la propria terra e cercare una vita migliore in un Paese straniero”, ha raccontato al Fatto. Dunque al posto delle gite che permettono di ai ragazzi di conoscere il nostro partimonio culturale, arriveranno le gite per conoscere il problema dell'immigrazione. Tema già ben presente nelle classi scolastiche con il multiculturalismo e l'integrazione tra gli studenti italiani e i figli degli immigrati che vivono nel nostro Paese. 

Infine, come ricorda la Verità, il Comitato 3 ottobre è nato dopo la strage dei migranti del 3 ottobre 2013 a largo di Lampedusa. L'associazione aveva uno scopo, quello di far riconoscere quella data come "Giornata della memoria e dell'accoglienza". In serata il Miur fa sapere che gli studenti, nell’ottica di "creare occasioni di scambio culturale, potrebbero incontrare esclusivamente loro coetanei ospitati in centri di seconda accoglienza in cui siano presenti soltanto dei minori". E ancora, precisa il ministero, "il protocollo impegna alla realizzazione di iniziative di sensibilizzazione ai processi di accoglienza e integrazione e prevede attività che hanno come obiettivo quello di “migliorare il livello di conoscenza degli studenti italiani sui temi legati al fenomeno migratorio, al sistema di accoglienza italiano e ai diritti umani”. Infine il Miur fa sapere che gli incontri "avverrebbero in spazi pubblici (ad esempio biblioteche) gestiti dall’Ente locale che offre il servizio".

4 commenti:

  1. Gli studenti dovrebbero domandare ai migranti: da dove provengono i soldi che vi mantengono? Poi nelle classi verranno selezionate le ragazze più carine che avranno l'onore di passare la notte nelle camerate dei migranti per poterli coccolare a dovere!

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    1. Vent'anni fa, quand'ero maestro elementare, un mediatore culturale del Mali venne a parlare ai bambini della scuola a tempo pieno di Biauzzo.

      Dopo che se ne fu andato, venni a sapere che il maliano, laureato, si era offeso perché noi insegnanti non gli avevamo fatto trovare un bicchiere d'acqua sulla cattedra, quando era entrato in classe, come si usa dalle sue parti.

      Il Friuli, ricco d'acque, non ha questa usanza, tipicamente desertica. Semmai, noi mettiamo in tavola un bicchiere di vino e lui avrebbe dovuto saperlo, visto che era lui ad essere ospite in casa d'altri.

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  2. Digitate:"olocausto una storia fraudolenta" le chiedo scusa free animals se abuso del suo spazio ma lei e' talmente buono... rispetto alle carogne di "controinformatori" messe a 90 che parlano di correnti d'aria complici pure loro ,Celine li chiamerebbe Cascame umano

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