mercoledì 17 gennaio 2018

Il vero razzismo è il cosiddetto antirazzismo





Secondo i criminali del pensiero unico e i seguaci servi le razze non esistono, loro sono già proiettati nella dimensione della razza bastarda unica, il meticciato è il loro credo. Non esistono diversità tra gli abitanti delle varie zone del Pianeta. Siamo d'accordo che tutti siamo uguali davanti alla legge, ci mancherebbe, ma, come ci ricorda giustamente Sallusti, la stessa nostra Costituzione riconosce l'esistenza delle razze umane e la diversità degli individui. Afferma verità Martino Mora quando scrive “...Affermare che bisogna salvaguardare e difendere le "razze" (e quindi anche la nostra) è fare un'affermazione profondamente antirazzista”. Di seguito il condivisibile punto di vista sul nuovo razzismo dei fautori della neolingua.

 
Il "razzismo" (quello vero, non quello immaginario) non è l'affermazione dell'esistenza delle razze, ma l'affermazione che una razza sia superiore alle altre, oppure inferiore. Il "razzismo" (sempre quello vero, non quello immaginario) non è, ripeto, l'affermazione dell'esistenza delle razze, ma la convinzione che le razze, quindi la biologia, siano la chiave unica o principale per comprendere la storia e la società e per classificare il valore degli uomini. Come il freudiano assolutizza il sesso e il marxista l'economia, il "razzista" assolutizza la biologia. Il "razzismo", quindi è condannabile sia per il suo materalismo (biologismo scientista) che per le sue conseguenze pratiche (apartheid, lager, segregazione). Affermare che un essere umano sia disprezzabile per il colore della sua pelle o i suoi carateri somatici è disgustoso. 

Però oggi il razzismo tradizionale si è capovolto in un antirazzismo che mira al "meticciato", quindi alla razza unica. Viviamo nell'epoca di quel razzismo capovolto di cui l'antesignano fu quell'hitleriano speculare e ribaltato del conte Kalergi, nella sua opera "Idealismo pratico" (1923). 
Esagero? No. Nichi Vendola ha affermato che "Il progresso passa dalla mescolanza delle razze". Di "meticciato" come obiettivo politico hanno parlato tra gli altri Eugenio Scalfari, Corrado Augias, lo storico Andrea Giardina e pure il cardinale Scola. Molto prima di loro il conte Kalergi, appunto. Oggi il vero razzismo è, al contrario, l'antirazzismo ideologico, figlio dell'odio di sè della cultura occidentale. L'antirazzismo che, ormai scevro dalle nobili passioni di un tempo, si propone la creazione di un'umanità unica senza differenze etniche, culturali, religiose, sessuali e finanche biologiche. Il nuovo antirazzismo è un razzismo.

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