sabato 17 febbraio 2018

Agli americani, studenti compresi, piace fare le cose in grande


Testo di Dario Dabizzi


Provo a immaginare le obiezioni. L’odio e la frustrazione, la pazzia o la lucida malvagità, bastano a procurarsi i mezzi per uccidere ferire e fare strage. Basta un furgone, un’accetta. Però: questo è l’AR-15 Rifle che il diciannovenne espulso “per ragioni disciplinari” dalla scuola della Florida ha impiegato mercoledì per ammazzare 17 fra studenti e insegnanti, ridurne tre in fin di vita e ferirne altre decine. In sparatorie scolastiche come questa sono state uccise negli ultimi cinque anni 400 persone, molti fra loro erano bambini: 291 sparatorie, in media una a settimana. “E’ un fucile semiautomatico, il cui marchio è passato dalla Armalite alla Colt… È camerato principalmente per la cartuccia 5,56 × 45 mm NATO”. Eccetera. Domanda: pensate davvero che i nostri affabili episodi quotidiani, una coltellata subito pentita alla guancia della professoressa, una gragnuola di cazzotti sulla faccia del professore e così via, non saprebbero fare tesoro del salto tecnologico consentito dalla disponibilità di strumenti come l’AR-15 Rifle e le “innumerevoli altre armi che il giovane deteneva”, secondo lo sceriffo locale?

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