sabato 24 febbraio 2018

Perché Pound, poi?


Testo di Daniela Leusch


L'aver adottato Ezra Pound come simbolo del movimento ha provocato polemiche sull'opportunità dell'operazione da parte della figlia del poeta statunitense, Mary de Rachewiltz, che ha lamentato una distorsione del significato del lavoro di Ezra Pound parlando apertamente di una “indebita appropriazione” dell'immagine del padre. Nel dicembre 2011, a seguito dei due omicidi razzisti avvenuti a Firenze da parte di un simpatizzante del movimento, la figlia di Ezra Pound ha dichiarato a The Guardian e al Corriere della Sera di procedere per le vie legali in quanto ritiene infangato il nome di suo padre e affermando che: «Un'organizzazione politica compromessa come questa non ha nulla a che fare con il nome Pound». Il 10 giugno 2016 il tribunale di Roma ha dato ragione a CasaPound rigettando le contestazioni di Mary de Rachewiltz in quanto "il nome CasaPound è diverso e autonomo rispetto al nome Ezra Pound" e l'associazione CasaPound non "ha in alcun modo legittimato l'uso della violenza sotto il nome del poeta Pound".

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