giovedì 22 marzo 2018

Come la capisco!



Treviso - Ha convissuto per tre anni con un tumore al seno. Sapeva di averlo. Ma non ha fatto nulla. Perché? Difficile spiegare una scelta  incomprensibile. Per paura. Probabilmente sperava di riuscire a sconfiggere la malattia con cure alternative e con l'omeopatia. Quel che è certo è che dopo la terribile diagnosi la donna, una trevigiana di 49 anni, con un figlio di 12 anni, ha rifiutato ogni tipo di trattamento. I dottori con lei sono stati molto chiari: senza un intervento, non avrebbe avuto possibilità di sopravvivere a lungo. Nonostante questa prospettiva, la donna ha rifiutato tutto per tre lunghi anni. Ha detto di no alla chemioterapia e ha respinto anche la possibilità di sottoporsi a un intervento chirurgico per asportare la massa tumorale. E inevitabilmente il suo quadro clinico è drasticamente peggiorato. Tanto che ora ha cambiato idea.



In vino veritas: Altra vittima del famigerato dottor Hamer? Ne ha ammazzati più lui di Vlad Tepes.

Acamus: Fermiamo i ciarlatani! Fuori l'omeopatia dalle farmacie! Espulsione dall'ordine professionale per i medici "omeopati"! Subito una legge a difesa dei cittadini dai ciarlatani! Subito campagne di informazione e sensibilizzazione per difendere i cittadini dai ciarlatani! Non se ne può più di sentire queste storie dolorosissime.

Berlinboy: Grande donna. Se fossimo tutti come lei i medici andrebbero a zappare la terra e, magari, perderebbero quell'aria di superiorità che si danno.

Refolo60: Sicuramente l'omeopatia andrebbe regolamentata. Che poi certi trattamenti lenitivi, ma non curativi, fatti con le erbe, funzionino, questo non lo metto in dubbio, però c'è un'eccessiva e soprattutto incontrollata proliferazione di omeopati ciarlatani con le loro ''cure miracolose''. Sarebbe da metterli in galera tutti quanti!

In vino veritas: Prodotti omeopatici la cui valenza è quella di un bicchiere d'acqua con dentro un cucchiaino di zucchero venduti a peso d'oro, cosa dovremmo regolamentare secondo te? Altra cosa sono tisane, decotti e quant'altro, fatti con le erbe. Attenzione. Non sono medicine non confondiamo le due cose.


Osco Osco: Dopo aver accompagnato una familiare in un percorso di malattia, capisco benissimo questa donna. Anzi condivido la scelta. Ognuno deve poter decidere per se stesso, scegliere la propria sorte in modo consapevole, informato, civile. I medici, e direi anche il personale infermieristico, dovrebbero fare un’analisi, un’autocritica, in situazioni difficili come quelle della malattia, in cui si somma all’impotenza anche la vergogna. L’umiliazione e la frustrazione di un corpo ispezionato, indagato. Il medico troppo spesso non ha empatia, non ha “pietas”. Se nelle facoltà di medicina istituissero dei bei corsi di “pietas”, di “educazione”, di rispetto, di piccole attenzioni, di modalità di rispetto del corpo e dell’uomo ci sarebbero molti meno casi di Uomini che preferiscono restare tali, affidandosi al destino.

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