giovedì 29 marzo 2018

L’integrazione è contro natura


Del resto, a propugnare l’integrazione sono proprio quelle due filosofie di vita, il cristianesimo e il comunismo, che amano anche altri comportamenti contro natura, a cominciare dal mangiar carne, che per i Sapiens è la base di tutti gli stili di vita contro natura. Anche l’aborto è un evento che si può dire sia contro natura, giacché è previsto solo in casi eccezionali, come capita negli zoo dove le femmine gravide a volte abortiscono per non far vivere alla loro prole una vita innaturale. Oppure, negli altri casi rari in cui un leone maschio sopraggiunto nell'harem nella savana, uccide i cuccioli del leone predominante sconfitto e allontanato, ma questo più che aborto è infanticidio. Le unioni omosessuali sono un altro esempio di stile di vita contro natura e, sia l’aborto che l’omosessualità, vengono infatti propugnati e promossi dalla filosofia comunista, o per lo meno dalla sua odierna degenerazione. Il cristianesimo, se prendiamo per buono che la Chiesa cattolica ne sia la rappresentante, si oppone all’aborto, ma non più alle unioni gay, da quando Bergoglio in aereo fece l’ammissione storica “Chi sono io per giudicare?”.



La mescolanza delle razze è quindi, per il Sapiens, contro natura, giacché nel nostro cervello è presente lo schema mentale del clan, ovvero del gruppo ristretto, del piccolo villaggio. Lo si vede nell’esigenza di ricostruirlo mediante la tifoseria calcistica, per uscire dall’anonimità della metropoli e per rifarsi un’identità perduta che solo il clan può donare. Clan può diventare anche il credo religioso e basta poco per differenziarsi dalla massa degli altri credenti, che diventano, in vario grado, il nemico. “La ragazza del mondo” è un film sui Testimoni di Geova. Il loro credo si discosta per alcuni elementi di verità che i cattolici non hanno e non li hanno perché mentre i Testimoni di Geova leggono la Bibbia ogni giorno, i cattolici non la leggono mai e si fidano di pochi versetti, sempre gli stessi, estrapolati e forniti loro dal sacerdote. E’ una fortuna per il clero che i cattolici non leggano la Bibbia. Tuttavia, i Testimoni di Geova sono rimasti a metà del guado e non conoscono tutta la verità su come siano andati realmente i fatti presso gli antichi israeliti.

Siccome è un film che non vedrete mai, posso permettermi di raccontare una scena, almeno una, che mi sembra pertinente riguardo al discorso sull’integrazione. La protagonista, dopo aver detto al suo compagno spacciatore che non lo ama più, va nell’altra stanza per prendere le sue cose e andarsene, come il compagno, ovviamente arrabbiato per quella notizia, le aveva detto di fare. Costui però, preso da un infantile attacco di autolesionismo, assume una quantità di cocaina eccessiva, tanto che cade a terra in preda alle convulsioni. La ragazza se ne accorge e chiama i soccorsi. Nella scena successiva la protagonista è seduta sul letto d’ospedale dove giace il compagno, da lei salvato. Rassegnato all’idea di averla persa, lui, riavutosi, le chiede:
-Dove andrai adesso?
- Non lo so. E tu?
- Credo che me ne tornerò in carcere, a salutare i miei amici spacciatori. Come dicevi tu? Che non bisogna avere rapporti col mondo: così è anche per quelli come me!



Esiste quindi anche una difficoltà di integrarsi con il mondo dei borghesi, i cosiddetti normali, anche per quelle personalità fragili e primitive che delinquono e non sanno fare altro. E così esiste per quelli che scelgono strade diverse dalla religione ufficiale, come pure per chi sceglie partiti e filosofie politiche estreme, minoritarie rispetto alla massa. Per soddisfare un bisogno di identità, il ragazzo dei centri sociali si vestirà in un certo modo e sceglierà di combattere il nemico storico, la Destra, i fascisti. Per l’africano emigrato in Italia non ci sarà bisogno di vestirsi in un certo modo, perché si porta la “divisa” incollata addosso, come natura gli ha dato e le sua pelle sarà la sua patria, come diceva Curzio Malaparte. Troverà pertanto, nel luogo in cui è migrato, oppositori naturali che avranno una divisa diversa, una pelle più chiara, con meno melanina, e lo scontro sarà inevitabile, nonostante tutte le mediazioni e le sovrastrutture ideologiche messe in campo da cattolici e comunisti accoglienti. Contro la natura non si può andare, o lo si può fare solo fino a un certo punto. Come la natura che è fuori di noi presenterà il conto, se noi continuiamo ad inquinare e distruggere le foreste, così la natura che è dentro di noi farà la stessa cosa e i conti ce li presenterà sotto forma di conflitti razziali.

2 commenti:

  1. salve
    il cattolicesimo, quello vero e non quello relativista di "el papa", non parla mai e in nessun modo di "minestroni razziali", tutt'altro; il vero cattolicesimo auspicava, tramite i missionari (che spesso pagavano con la vita, la scelta di diffondere il vangelo tra i non cattolici) che il credo in Gesù Cristo diventasse universale; andate e moltiplicatevi era inteso in questo senso ...
    I comunisti e i loro creatori massoni, sono la controchiesa che, sparando la belinata senza senso del "siamo tutti uguali" ha abbindolato e fregato, atei e (presunti) credenti
    un saluto
    Piero e famiglia

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    1. Evidentemente, la Chiesa si è accorta del fallimento dell'azione missionaria, trasformatasi in mera assistenza.

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