sabato 10 marzo 2018

Pensavamo di essercene liberati


E’ forse la donna più odiata d’Italia. La sua frase sui migranti e sui loro costumi che presto, a suo dire, diventeranno il nostro nuovo stile di vita, passerà alla storia. Quando lo disse, sicuramente non si rendeva conto di ciò che diceva. Non si rendeva conto che gli usi e i costumi di un popolo variano nel tempo e sono direttamente legati al livello di benessere, cioè la civilizzazione è tanto più alta quanto è alto il benessere collettivo di una società. Di modo che, se le necessità primarie sono soddisfatte, ci si può dedicare a comportamenti altruistici e solidali. Per fare un esempio, in tempo di guerra, la fame spinge la popolazione a mangiare i topi dopo aver mangiato tutti i cani e i gatti in circolazione. In tempo di pace e di prosperità, nessuno si sognerebbe di mangiare cani e gatti. Le notizie che giungono dai centri di accoglienza, secondo cui i migranti avrebbero cucinato dei cani randagi, vere o false che siano, generano inquietudine perché ci catapultano indietro a ottanta anni fa, a quando la gente sopravviveva sotto i bombardamenti americani mangiando ciò che trovava.


I clandestini che giungono in Italia dall’Africa, è naturale che portino con sé gli stili di vita dei loro paesi, in cui non solo mangiare scimmie, cani e gatti è moralmente accettabile, ma in casi sempre più numerosi lo è anche il cannibalismo, che credevamo estinto. In quest’ottica, la frase della Boldrini è stata come minimo azzardata, perché non sono state considerate le implicazioni ad essa connesse. Non stiamo parlando solo di alimentazione, in cui il cannibalismo rimane al momento un’opzione remota, ma di altri comportamenti legati alle funzioni fisiologiche che nella nostra cultura vengono sottoposti a restrizioni. 

Fare pipì per strada è una cosa che gli italiani non fanno più da qualche decennio. Da noi anche i vespasiani sono stati eliminati, ma con l’arrivo di orde di migranti sarebbe forse il caso di riesumarli. Furono fatti sparire dalle nostre città perché sgradevoli alla vista, costringendo la gente ad entrare nei bar per espletare certe necessità fisiologiche. Poveri come sono, i clandestini non possono permettersi di entrare nei bar e fare delle consumazioni. Non li sto, con questo, giustificando. Dico solo che la terza carica dello stato, ormai ex, dovrebbe ponderare bene le sue parole, altrimenti rischia di far venire il sospetto che nel quartiere in cui normalmente vive non ci sono africani a zonzo e quindi non li abbia potuti osservare nelle loro faccende quotidiane in giro fra parchi e giardini. Il caso di Capalbio, dove le autorità locali non hanno voluto accogliere migranti, è emblematico di un atteggiamento della Sinistra radical chic, che si può riassumere del detto: “Tutti sono froci col culo degli altri”. Se Laura Boldrini vive ai Parioli, magari non ha mai visto con i suoi occhi i migranti espletare i loro bisogni fisiologici all’aperto, dove capita.


Ma, fin qui, stiamo parlando solo di bon ton, di livello di civiltà e di decoro. E non è poco! La Boldrini, con le sue esternazioni, si è dimostrata semplicemente coerente con la sua visione comunista della vita. Il che l’ha resa ancora più inquietante. I comunisti infatti fin dall’inizio hanno avuto la pretesa di estendere all’intera umanità le loro regole. Non per niente è esistita, dal ‘19 al ‘43, la cosiddetta “Internazionale comunista”. Far trionfare il comunismo marxista in tutto il mondo, anche se non è mai stato detto dalla Boldrini in maniera esplicita, è stata però una costante implicita del suo pensiero, forse maturato negli anni in cui è stata rappresentante dell’ONU. E sappiamo che l’ONU è un’emanazione della Massoneria intenta alla realizzazione del nuovo ordine mondiale. Che il NWO si raggiunga con l’ideologia comunista o con forme laiche di globalizzazione basate sul libero scambio delle merci, poco importa. Laura Boldrini, insieme alla Bonino e a tanti altri parassiti insediatisi nei gangli del potere, vogliono inondare l’Europa di asiatici e africani, secondo il piano Kalergi. Noi che ci teniamo alla nostra identità e non vogliamo che venga snaturata, non possiamo non provare sdegno e rabbia verso una donna che ha aderito ai progetti degli Illuminati sionisti e massoni. Che ne abbia consapevolezza o no, poco cambia. Probabilmente non succederà, ma siccome i nostri schemi di pensiero contemplano eventi come le rivoluzioni e le riscosse dei popoli, tutti noi un pensierino su Lauda Boldrini che penzola da un lampione lo abbiamo fatto. E’ nella nostra cultura, ancora prima della rivoluzione francese. 

Ma siccome siamo persone pacifiche che aborrono la violenza, ci saremmo accontentati che non venisse rieletta il 4 marzo scorso. Cosa che in effetti è accaduta, ma per un perverso meccanismo di recupero che solo i parassiti della casta potevano inventare, è stata – come si dice – ripescata, insieme ad altri loschi figuri suoi colleghi. Quindi, a questo punto, ci verrebbe spontaneo dire: “Allora, volete proprio farci arrabbiare!”. Ma anche questa nostra rabbia non avrà sbocco, non quello desiderato nei nostri sogni proibiti: i lampioni adorni di corpi penzolanti. Anche stavolta dovremo rassegnarci e deglutire l’amaro boccone: la Boldrini siede ancora in parlamento. Forse farà meno danni, ma probabilmente verrà sostituita con qualcuno a lei ideologicamente omogeneo. E il teatrino continuerà. La merda viene sempre a galla e i mondialisti vengono sempre in superficie. C’è bisogno di un depuratore!

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