sabato 7 luglio 2018

Destra e Sinistra per me pari sono



Che si senta parlare ancora oggi di destra e di sinistra con gli stessi schemi mentali e con gli stessi progetti sociali ed economici e le stesse formule politiche che sono nati più di un secolo fa quando la società era diversa come impostazioni, come rapporti tra classi sociali, come mezzi di produzione, come dinamiche economiche e finanziarie, come prospettive di sviluppo, come connessioni tra gli Stati è semplicemente grottesco, sia perché nasconde quali siano le vere problematiche da portare a soluzione e sia perché cristallizza le posizioni politiche e sociali su parametri che non rappresentano più la realtà che viviamo, bensì una realtà virtuale e passata che non ha riscontro nella vita di oggi. Se ne potrebbe fare una lunga e dotta disquisizione teorica, ma preferiamo attenerci alla storia dell’ultimo secolo per di mostrare come destra e sinistra siano due ectoplasmi senza più vita e senza speranza.


La sinistra, nella sua forma più ortodossa e genuina, è stata incarnata dal Marxismo che si è concretizzato nel comunismo che, checché ne dicano Matteo Salvini e Silvio Berlusconi per incantare i loro sciocchi serpenti, è oramai morto e sepolto, senza possibilità di recupero, a causa del suo fallimento sul campo della gestione pratica della cosa pubblica in decine e decine di Stati e di situazioni, le più diverse, ed ha dimostrato inequivocabilmente la sua inadeguatezza a risolvere i problemi sociali, economici e politici del mondo.

La destra, intesa come ideologia e progetto di società, è nata con il liberismo di Adam Smith che si è concretizzato nel capitalismo e nel consumismo che ne è la conseguenza diretta e, più recentemente, nella speculazione finanziaria che, astraendosi dalla produzione di beni, crea profitti senza produrre ricchezza. Le cronache recenti ci narrano come anche questo sistema economico stia dando segni di cedimento strutturale e di come esso contenga in sè il seme della propria autodistruzione, non fosse altro che per la necessità assurda ed innaturale di aumentare all’infinito produzione e produttività senza considerare l’ipotesi di una saturazione dei mercati oltre a quella di un progressivo esaurimento delle risorse e di un continuo incremento dell’inquinamento del pianeta!

Quanto all’aspetto sociale, questo sistema sta allargando sempre di più la forbice tra chi è ricco e chi è povero, arricchendo i ricchi ed impoverendo i poveri. Nessuno dei due sistemi poi è riuscito, nonostante l’enunciazione dei propositi, a sanare quella enorme ingiustizia umanitaria per la quale due miliardi di esseri umani vivono abbastanza bene mentre quattro miliardi muoiono di fame. Questo, senza tenere conto dell’aspetto etico che pretenderebbe equità sociale, armonia dei rapporti umani, solidarietà, coerenza con le tradizioni della propria cultura.

Ma evidentemente manca la fantasia e l’onestà intellettuale per riconoscere la morte dei due schemi che hanno determinato la politica da più di cento anni e che sono oggi obsoleti ed inadeguati ed è anche la mediocrità di chi non sa avere idee nuove e la furbastra speculazione di chi ci ha costruito sopra la propria carriera politica, che li tiene in vita, mummificati ed inefficaci incatenandovi l’umanità.

Solo il Fascismo, con il pensiero di Benito Mussolini, che fu senza dubbio alcuno, oltre che l’unico vero rivoluzionario del XX° secolo, il suo più grande statista, era riuscito a spazzare le ragnatele della politica lanciando finalmente nuove idee, moderne, originali e risolutive che ancora oggi sono di attualità per la semplice ragione che sono in grado di risolvere l’eterno conflitto tra ricchi e poveri, tra capitale e lavoro, tra egoismi e solidarietà, individuando la terza via che, con la mediazione attiva del potere di uno Stato etico, era riuscita a trasformare i conflitti in sinergie e le differenze in complementarità nell’ambito di una Nazione compatta e solidale.

Tutta la legislazione del ventennio, che culminò con l’apoteosi della socializzazione che vide i lavoratori nei consigli di amministrazione delle aziende, è stata una ininterrotta marcia verso la realizzazione di quegli ideali ed ancora oggi l’intero impianto dello stato sociale italiano è retaggio del Fascismo. Gli interessi economici di un capitalismo mondiale ancora imperante e di un marxismo allora al potere in mezzo mondo hanno scatenato una guerra mondiale che aveva l’unico vero scopo di cancellare quelle idee che erano l’antitesi del marxismo e del capitalismo e che costituivano il pericolosissimo esempio di una soluzione alternativa, che metteva quei due sistemi fuori gioco.

La sconfitta militare dell’Asse ha bloccato quel processo di modernizzazione del mondo, ma non è riuscita a cancellare quelle idee che sono ancora oggi ed anzi specialmente oggi, le più rivoluzionarie, le più moderne, le più risolutive dei problemi dell’umanità. Noi non sappiamo quando, né sappiamo se con lo stesso nome, ma siamo sicuri che quelle idee finiranno per trovare la strada del successo perché sono una via obbligata dalla ineluttabilità dell’evoluzione delle cose.

Per questo affermiamo qui che noi Nazionalpopolari che abbiamo l’onore e l’onere di essere gli eredi di quelle idee, ci dichiariamo oltre la destra ed oltre la sinistra guardando con pragmatismo il futuro alla luce delle esperienze del recente passato. Facciamo testimonianza attiva e rendiamo fertile il suolo in cui gettare quel seme. Buttiamo fuori bordo il vecchiume e le zavorre di quelle idee che hanno fallito o che stanno fallendo e proseguiamo la navigazione leggeri, con le idee che sono ancora nuove e moderne, dritti verso la meta.

Innestiamo nuovi virgulti sul tronco della tradizione!

Noi Nazionalpopolari siamo per la fine della contrapposizione tra gruppi sociali e questo sia per quelle motivazioni ideali che ci fanno considerare assurdo ed inutile il contrasto tra membri di una stessa nazione, quanto anche perché tali contrapposizioni danno sempre come risultante un valore che ha la tara di quelle forze contrarie che si elidono a vicenda. A chi ci accusa di utopismo, rispondiamo che venti anni di storia italiana sono lì a darci ragione ed a smentire le loro obiezioni.Oltre la destra ed oltre a sinistra, con i piedi saldi nella tradizione e gli occhi fissi verso il domani.
Il futuro siamo noi!

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