martedì 3 luglio 2018

Il caldo infuria, il pan ci manca, sulle ONG sventola bandiera bianca



Migrazioni e clima, mera speculazione o realtà? La mia analisi sull'Africa, uscita su Eastwest - Rivista di Geopolitica cartaceo, numero intitolato"Gli invasori", in edicola. Non è un caso se le zone più colpite dal binomio “clima e migrazioni” sono anche le più povere, arretrate, densamente popolate e politicamente instabili. Spesso sono territori in guerra, dove la maggior parte della popolazione mondiale si contende risorse vitali disponibili in misura limitata e decrescente.


Sono anche aree in cui la corruzione e l’assenza di forme efficienti di governo ostacolano i piani strategici di gestione e di sviluppo, a partire dall’individuazione di linee guida per favorire l’inclusione sociale di quelli che per semplicità chiamiamo “migranti climatici”. Va da sé che le migrazioni innescate esclusivamente dall’ambiente non esistono, se non per tempeste violente, alluvioni o siccità estrema, casi in cui gli spostamenti forzati hanno durata limitata, e in genere prevedono il rientro nei luoghi di origine all’esaurirsi degli eventi. Di fatto però, gli effetti dei cambiamenti climatici aggravano condizioni preesistenti come guerre, povertà, emergenze alimentari e instabilità politica, accelerando i fenomeni migratori che diversamente da quanto si crede, restano in larga maggioranza (80%) concentrati a livello regionale.


Nell’Africa Sub Sahariana, nei prossimi trent’anni, 86 milioni di abitanti affronteranno l’impatto del riscaldamento globale, con ripercussioni su economia ed equilibri sociali. Incluso nella vasta fascia di territori subsahariani, il Sahel viene individuato come Ground Zero dei cambiamenti climatici. Si tratta di un’area di 2,5 milioni di chilometri quadrati posta a sud del Sahara, dall’Atlantico al Mar Rosso, e interessa Senegal, Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger, Nigeria, Ciad, Camerun, Sudan, Etiopia ed Eritrea. Qui, 150 milioni di persone vivono in un contesto di instabilità endemica, aggravata e spesso causata da caldo estremo, siccità e desertificazione, i principali effetti a lungo termine subiti dai Paesi del Sahel, dove nel 2017, seppur con difformità regionali, ha piovuto dal 15 al 50% in meno rispetto al 2016. 

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