venerdì 6 luglio 2018

Li chiamano migranti ma sono schiavi deportati



Ecco a cosa servono i migranti: per fare gli schiavi e, naturalmente, per livellare verso il basso i salari e cancellare i diritti anche dei lavoratori italiani. Avete presente quelle assunzioni che già fanno nei villaggi turistici e anche in tante altre imprese anche a due passi da casa vostra? E’ la precarietà eterna dei giovani oggi. Rispetto alla società dei settanta, ottanta e anche novanta nella quale un giovane poteva ipotizzare auto, casa, famiglia e lavoro, quindi il proprio futuro, stanno cancellando già tutto. Distruggono la società e i nostri diritti in funzione degli interessi economici e finanziari, delle élite e delle multinazionali. Usando i migranti come cavallo di troia per trasformarci tutti in individui senza identità e facilmente addomesticabili. Davvero questa è la società che vogliamo consegnare alle future generazioni? Serve reagire e riaffermare il diritto dei popoli ad esistere, a vivere nei rispettivi territori e stati, in tutte le loro differenze e specificità. No al liberismo selvaggio!


Lecce, bracciante muore mentre lavorava con 40°: non aveva contratto, si chiamava Mohammed. Ecco qui l'integrazione e l'accoglienza, nobili parole dietro le quali si occulta la vera essenza neoschiavista dell'immigrazione di massa, voluta dalla destra del danaro e glorificata dalla sinistra del costume. Abbassare i salari della classe lavoratrice, terzomondizzare l’Europa, degradare ulteriormente le condizioni del lavoro.

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