giovedì 12 luglio 2018

Malati di futuro


Non si può parlare di malattia mentale vera e propria, ma poco ci manca. Più che definirli malati mentali, meritano di essere definiti caratteriali. Qualcosa che non funziona nel loro cervello c’è, ma è dovuto alle loro forme del pensiero e in ogni caso il danno va ricercato nella corteccia cerebrale, piuttosto che nel nucleo rettiliano. Si tratta spesso di persone dotate di una coscienza molto evoluta, così evoluta che non sentono ragioni, le ragioni degli altri, i quali finiscono per essere considerati in modo snobistico, da superiore ad inferiore. Io che ho avuto un passato da animalista posso dirlo per esperienza: quando si ha una grande capacità empatica e si vede come vengono trattati gli animali, si finisce per volere a tutti i costi la realizzazione di un mondo pacifico, dove uomini e animali possano vivere armoniosamente in pace, senza accorgersi che quel mondo non esiste e non esisterà mai. Non ci si accorge di essere entrati nel recinto dorato dell’utopia e si soffre perché il resto dell’umanità non vi vuole entrare. O per lo meno, non si capisce il perché.


Prendiamo in esame i cattocomunisti favorevoli all’accoglienza, detti dispregiativamente “accoglioni” o buonisti. Essi si sono sempre battuti per la giustizia e contro le iniquità sociali. Se Gino Strada da giovane era per il comunismo violento, vestito da metalmeccanico e armato di chiave inglese, non dipendeva dal suo stato mentale di criminale, ma dall’idea utopica che aveva in mente già all’epoca. Tanto è vero che, invecchiando e laureandosi, ha preso un’altra strada, del tutto encomiabile.

La Titti all’epoca fu il mio braccio destro e venne con me a liberare molti animali, facendosi anche arrestare insieme a me. Le sue scelte non dipesero dal suo stato di criminale, come certi giudici per poterci sbattere in cella sostenevano, ma dall’idea utopica che ella aveva in mente, del tutto simile a quella che avevo in mente io. Tanto è vero che, dopo un periodo di processi e detenzioni varie, con relativa emorragia di denaro per pagarci gli avvocati, lei si è messa a fare la gattara, come Strada a lavorare per Emergency, mentre io mi sono messo a fare il blogger, assecondando la mia vecchia passione per la scrittura. La realtà ci ha preso tutti per i capelli, trascinandoci al suo livello.

Oggi Gino Strada fa parte di quella folta schiera di utopisti castigati che non vogliono più salvare il mondo (nel suo caso instaurando il comunismo internazionale), ma non vogliono nemmeno rinunciare, per questo, agli ideali della giovinezza. Sarebbe un tradimento se lo facessimo e in ogni caso non credo che un idealista possa trasformarsi in materialista, né di punto in bianco, né attraverso una lenta metanoia. Oggi, di persone come Gino strada, preso qui a paradigma, ce ne sono tantissime, provenienti sia dal mondo cattolico che da quella che un tempo si chiamava Sinistra. Oggi non vestono Prada (alcuni di loro sì) ma magliette rosse. Le loro armi predilette sono i gessetti colorati, i fiori, le candele, la danza e la musica, le performance teatrali.

Se andate a una manifestazione animalista vedete tutto questo, con l’aggravante di una tendenza al macabro, allo sbattere sul muso dei cadaveriani i retroscena del loro mangiar carne. Molti passanti carnivori, infatti, protestano, ma la spiegazione è semplice: la verità fa male. Quel briciolo di coscienza che anche un cadaveriano può avere, rimorde.

Prendiamo i froci, detti anche omosessuali o gay, per usare un barbarismo. Anch’essi, come gli accoglioni e gli animalisti sono malati di futuro, giacché anch’essi immaginano un mondo dove non ci siano più discriminazioni sessuali, come del resto dice anche la carta dei diritti dell’uomo. Pure questa è un’utopia e lo vediamo continuamente anche alle nostre laiche latitudini, per tacere di quei paesi barbari dove per i froci c’è la pena di morte. I gay si radunano di tanto in tanto nelle loro parate pubbliche che, secondo me, dovrebbero essere vietate per il loro bene, prima ancora che per difendere il decoro pubblico delle città.

I favorevoli all’invasione afroasiatica immaginano un mondo unito e fraterno. Gi animalisti ne immaginano uno fraterno con gli altri animali e, se possibile anche unito. I froci ne immaginano uno in cui l’amore sia libero e si possano formare coppie sposate tra omosessuali, con tanto di prole acquisita legalmente. Se capita che avvenenti animaliste, specie quelle della Peta americana, si spogliano per i diritti degli animali, non capita mai che gli animalisti richiamino simboli religiosi nelle loro manifestazioni pubbliche. I gay lo fanno. Non solo si denudano provocatoriamente, ma uniscono anche la contaminazione del sacro con il profano, attaccando la Chiesa e tutto il clero che a loro dire è bigotto e retrogrado. Questo è uno dei motivi per cui i gay pride dovrebbero essere messi fuori legge. Non perché la Chiesa mi stia particolarmente a cuore, ma perché con simili attacchi osceni, i gay si danno la zappa sui piedi da soli.

Gli “accoglioni” manifestano la loro utopia mediante sit-in variopinti e tirando in ballo canotti e salvagente, come succede in certe chiese durante la messa. Oppure, esternando la loro rabbia contro Salvini, il parafulmine politico del momento, come fanno gli esponenti dei centri sociali, anche questi da vietare per legge. La loro malattia mentale non gli permette di cogliere l’universale e rimangono ancorati al particolare. Guardano il contingente e dimenticano il trascendente. Si fissano sul dito e non vedono la luna.

Le Femen sorosiane colpiscono con le loro esecrande oscenità perfino in piazza San Pietro (non so fino a che punto siano imparentate con il mondo LGBT), mettendo in scena parodie dei riti cattolici, ma così non fanno altro che implementare ciò che fin dal Medioevo si riteneva fosse una caratteristica di Satana. Si diceva infatti che Satana è la “scimmia di Dio” e, come le scimmie vere e proprie imitano gli uomini, così il Diavolo imita il Padreterno. Probabilmente, le Femen e tutti quei froci che fanno la parodia dei riti sacri, non si rendono conto di essere, in quel momento, scimmie di Dio. E nemmeno gli allibiti cattolici ne hanno cognizione.

Ecco che, tra queste tre categorie, tutte malate di futuro, buonisti, animalisti e omosessualisti, c’è un danno al presente in nome del futuro. Si degrada lo stato attuale in nome di un’idea di futuro che probabilmente non si attuerà mai, anche se, obiettivamente, gli animalisti più di mostrare foto o filmati di macellazioni non fanno, nelle pubbliche vie, e i buonisti accoglioni più di gridare slogan e distinguersi snobisticamente dal resto della gente, non fanno. 

Delle tre categorie, se tutte sono animate da buone intenzioni (ricordiamoci dell’inferno), i froci sono i peggiori, perché attaccano il buon costume e degradano il presente ora, senza rendersi conto che così pongono le basi per un futuro ancora più degradato. La trasgressione diventerà norma, un domani, a forza di accumulare trasgressioni oscene oggi. Questo è il motivo per cui i gay pride dovrebbero essere proibiti, perché i singoli partecipanti, malati caratterialmente come sono, non arriveranno a capirlo. Bisognerà usare le maniere forti. Le altre due categorie hanno per il momento il nulla osta per esprimersi e, anzi, quella degli animalisti è non solo la migliore, ma svolge anche un ruolo educativo sacrosanto.

2 commenti:

  1. Gino Strada è sempre stato un violento che odia il suo prossimo e forse pure anche se stesso. Ma essere violenti e basta suona male allora ha dovuto cercare una dimensione che gli è stata data dall'ideologia comunista. Cercava solo una giustificazione, una bandiera sotto la quale battersi. Ora è diventato un violento fanatico dell'immigrazione, non gratuitamente. In futuro potrebbe diventarlo per la sopravvivenza del panda. Non importa,e solo un pretesto, lui e sempre lo stesso, dentro di lui è sempre vivo il desiderio della trasgressione magari violenta, verso l'ordine costituito ed il buonsenso. Cosi sono i pacifisti dei centri sociali, talmente amanti della pace che nel suo nome devastano le città. I manifestanti incatenati con i salvagenti sono gente dalla vita vuota che cerca una ragione di vita, una bandiera, una posa, per giustificare e nobilitare il loro odio verso il prossimo. In maniera non diversa si comportano i terroristi islamici, quasi sempre immigrati di 2 o 3 generazione. Si tratta di MERDE UMANE, spacciatori delinquenti che odiano tutto e tutti. L'ISIS ha dato loro una giustificazione, una ragione di vita, una bandiera che nobiliti la loro pochezza umana.

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    1. Devo dissentire da questo tuo commento, perché l'obiezione fu posta ancora nel secolo scorso a un'attivista di A.L.F. (Loredana Jerman), ma non aveva e non ha tuttora fondamento.

      Quando si sceglie un obiettivo, non si può passare ad un altro. Di norma, non sono intercambiabili.

      Gino strada è stato educato ad avere una mentalità specista, ovvero per lui gli animali non esistono. Esistono solo gli esseri umani e solo a questi si possono elargire aiuti e solidarietà. Mettersi a difendere i diritti degli animali, per un cattolico o un comunista impegnato socialmente e politicamente, sarebbe uno scendere di livello. Quasi una vergogna.


      Viceversa, un animalista, se vuole, può anche farsi frate e andare in Amazzonia come missionario. Ne ho conosciuto uno: si chiamava Benito Fusco ed era di Casalecchio di Reno. Ha lasciato l'ENPA ed è partito per il Sudamerica.

      Se non è morto, è ancora in qualche missione in Brasile.

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