domenica 12 agosto 2018

Negli ambienti della Chiesa si parla di fine della Chiesa


Fonte: Stop euro

Aldo Maria Valli, vaticanista della Nave ammiraglia della RaiTv, fa gli auguri di natale a Papa Francesco dedicando al 266mo papa un romanzo dal titolo inquietante: Così la Chiesa finì (Liberilibri, pp. 156, euro 16). Il narratore del racconto è il Cantore cieco, che, come Omero è l’ unico che vede lontano in un modo unificato dalle fax-news. Egli ci fa conoscere i molti papi che verranno dopo Bergoglio, tutti di nome Francesco e tutti sudamericani. Essi ne continuano l’opera dissolutrice. Nel mondo secolarizzato e nichilista la Chiesa, incapace di opporsi al radicale anticristianesimo trionfante, si illude di sopravvivere trasformandosi in una filantropia sociale: “Dimentica del Vangelo e impegnata a inseguire il mondo, nel folle tentativo di rendersi più amichevole e attraente, più dialogante e accogliente, meno arcigna e dottrinale, finisce per tradire se stessa e si consegna nelle mani dei dominatori di turno”.



Ciò che più conta è annacquare il messaggio cristiano, così da renderlo indistinguibile rispetto al pensiero dominante. Vale anche per il culto e per i sacramenti: “Occorre aprire le porte a chiunque e rendere la liturgia quanto di più simile a un incontro festoso, fatto per stare insieme lietamente, in spirito di condivisione”. E così l’ ultimo papa, Francesco XXX, cioè l’argentino Carlo Ramirez Cabrera, stabilì che del presepio era bene fare a meno: “La suprema causa del Dialogo imponeva una scelta nuova, un’ opera che rappresentasse tutte le religioni del mondo”.

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