200 milioni di euro mal spesi

Testo di Paolo Sensini

Il decreto sicurezza-immigrazione voluto da Salvini si propone di regolamentare con un minimo di buon senso la bomba migratoria in corso. Niente d'eccezionale, dunque, ma solo ciò che si sarebbe dovuto fare già da vari anni. Del resto un istituto come la "protezione umanitaria" esiste solo in Italia. Il decreto si propone inoltre di abbattere al minimo il business dell'accoglienza, prevedendo una forte limitazione del famigerato SPRAR, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati costituito dalla rete degli enti locali, che negli anni è diventata una mangiatoia che rifornisce a spese degli italiani le varie Onlus e mantiene a gozzovigliare per troppo tempo i sedicenti profughi. Eclatante il caso di Riace, il comune calabrese ripopolato coi soldi dei contribuenti che pagano lo stipendio agli africani perché vivano a "casa" del sindaco Domenico Lucano. 

Ma l'ONU non ci sta e minaccia il Viminale: "L'Italia deve rispettare i suoi obblighi e princìpi, in primo luogo quello di non respingimento", esattamente come aveva fatto il governo Renzi in cambio di un po' di flessibilità sul deficit pubblico per coltivare il suo parco buoi elettorale. In sintesi l'ONU, subito appoggiato dal presidente Mattarella, dice di essere fortemente preoccupato da qualsiasi "tentativo di limitare il diritto delle persone di accedere alla procedura di asilo, soprattutto il diritto di accedere a una procedura equa". Ed ecco che allora le Nazioni Unite tirano fuori tutto il loro armamentario buonista. Se venisse riconosciuto il diritto di rimpatriare chi non ha diritto all'asilo, i richiedenti – secondo l'ONU – si troverebbero davanti a un'unica scelta: "Entrare in modo irregolare". Chiaro no? Se passa il decreto Salvini dovremmo quindi giustificare l'immigrazione clandestina senza più alcun controllo... Prego, avanti tutti!

L'ONU è un'organizzazione di parassiti che lavorano per la destrutturazione etnica dell'Europa, progetto in cui siamo già in fase piuttosto avanzata. E l'Italia la finanzia con 200 milioni di euro l'anno.