venerdì 21 settembre 2018

Dio salvi gli italiani dal servilismo!


Scartata l’ipotesi che si tratti di un fotomontaggio, la foto è almeno verosimile e deduco che si tratti di uno dei tanti convegni che la comunità ebraica italiana organizza per celebrare se stessa. O qualche ricorrenza assurta a festa religiosa. Il 27 gennaio è l’apoteosi di tali giornate del ricordo. Mettersi la “Kippa” in testa viene fatto passare come un gesto di rispetto verso le credenze religiose di una onorata minoranza, ma può essere anche interpretato come una forma di sottomissione nei confronti dei nostri veri padroni, che non sono gli americani, ma gli ebrei. La scelta tra le due interpretazioni, rispetto o sottomissione non è facile. In altre occasioni, abbiamo visto donne parlamentari mettersi il velo in testa quando erano in visita nei paesi musulmani. Anche lì, rispetto o sottomissione? Visto che Islam significa proprio sottomissione, viene facile credere che si tratti della seconda ipotesi. Se Napolitano e gli altri sinistroidi si fossero trovati all’interno di una sinagoga, allora potrei capire, ma se era solo una normale sala per convegni, che necessità avevano di mettersi la papalina in testa? Cosa farei io al loro posto? E’ probabile che mi adeguerei, visto che quando mi capita di entrare in una chiesa per ammirare le opera d’arte mi tolgo sempre il berretto. Con gli ebrei ho un rapporto di amore-odio. Li ammiro per la loro intelligenza, ma anche li disprezzo per la loro falsità congenita. Per la loro arroganza. Dio salvi gli italiani dal servilismo!

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