lunedì 15 ottobre 2018

Il colonialismo cinese in Africa ha già i suoi martiri



Una decina di giorni fa a Sosso Nakombo, nel sud-ovest della Repubblica Centrafricana, tre cinesi, impiegati della società mineraria Yong, sono stati uccisi dalla folla inferocita che li riteneva  responsabili della scomparsa di Ignace Dimbelet, presidente dell’associazione locale dei Giovani. Gli espatriati asiatici erano in compagnia di Dimbelet per un sopralluogo in un sito minerario sulle rive del fiume Kadéï. Durante il tragitto, la piroga sulla quale viaggiavano si sarebbe rovesciata e tutti e cinque – quattro cittadini cinesi e il giovane centrafricano, sarebbero caduti in acqua. Gli espatriati hanno raggiunto la riva a nuoto, mentre Dimbeletnon è stato dato per disperso.



Ovviamente questa notizia ha fatto andare su tutte le furie la famiglia e gli abitanti di Soddo Nokombo. Hanno preso d’assalto la stazione di polizia, dove i cinesi erano sotto interrogatorio. La folla ha aggredito gli espatriati, uccidendo tre di loro, le cui salme sono state portate a Bangui, la capitale della ex colonia francese. La stampa locale ha riportato che qualche giorno fa sono state arrestate tredici persone, con l’accusa di essere responsabili della brutale aggressione. La tensione è sempre alta in questa regione, ricca di giacimenti auriferi e di diamanti. Spesso i minatori vengono pagati poco, lavorano senza protezione e sovente gruppi armati sono coinvolti in estrazioni e traffici illeciti dei preziosi minerali per autofinanziarsi.

[N.d.R. Grazie a Francesco Spizzirri per la segnalazione]

3 commenti:

  1. Chissà da qui a 20 anni come si sarà evoluta questa situazione!

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    Risposte
    1. E' prevedibile che ci saranno comunque molti morti. Gli africani proveranno a ribellarsi, ma la Cina non....mollerà l'osso e scatteranno le repressioni.

      Le razze umane esistono, se non a livello biologico, almeno a quello della percezione. E questo basta perché gli esseri umani non possano, per loro natura, andare d'accordo fra etnie diverse.

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