martedì 30 ottobre 2018

In Africa non fabbricavano collanine


La differenza tra uno spacciatore africano che violenta una ragazzina in coma e un becchino necrofilo che si scopa un cadavere è che la ragazzina è calda, mentre il cadavere è freddo. Ma una cosa lo spacciatore e il necrofilo hanno in comune: sono entrambi malati di mente. Forse il necrofilo è nato con quella malattia, mentre lo stupratore è diventato tale per consuetudine, ma entrambi provocano ribrezzo e fanno danni alla società dei loro simili. Società che, fin dalle origini del Diritto, ha diritto a prendere provvedimenti nei loro confronti. Mi si consenta il gioco di parole. Come? Curando negli ospedali psichiatrici il necrofilo e nelle carceri (che è un’altra forma di rieducazione) lo stupratore. Se non lo fa, specie per quanto riguarda la seconda tipologia di comportamenti, che è contagiosa perché produce emulazione, la società è in grave pericolo. Diventa lecito domandarci – e lo abbiamo fatto miriadi di volte, ormai – da cosa scappano certi africani che da noi spacciano e stuprano? Non dalla guerra di sicuro, ma dalla polizia, forse. O dai creditori che vogliono fargliela pagare. Gente capace di segare un osso umano, di sicuro non fabbricava collanine. E’ meglio non avercene, di quel genere, presso di noi.
[Ringrazio Francesco per la segnalazione]

Nessun commento:

Posta un commento