lunedì 10 dicembre 2018

L'eterna dicotomia tra chi lavora e chi sfrutta il lavoro altrui


Non so in base a quale criterio i nostri creatori decisero chi doveva faticare e chi invece assumeva ruoli dirigenziali. Presumo sulla base del titolo di studio: scienziati e militari comandavano, mentre i senza titolo andarono a fare i minatori in Sudafrica. Si vede, però, che non erano abituati alla fatica e dopo un po’ si ammutinarono. Approfittarono di una visita del capo militare, ENLIL, e di notte diedero l’assalto ai suoi quartieri. Non riuscirono a farlo fuori, ma il capo non rimase sordo alle loro istanze. Disse che era disposto ad essere sostituito e a tornarsene su Nibiru, ma in cambio voleva che l’istigatore della rivolta venisse messo a morte. 


Dopo 300.000 anni, in Francia, siccome la dicotomia tra chi fatica e chi no, non è stata ancora superata, il capo dei rivoltosi, tale Jean Francois Barnaba, con la qualifica che si ritrova, potrebbe non essersi messo a capo delle “Sottogiacche gialle” spontaneamente, ma essere stato delegato da Macron stesso, o da qualche suo oscuro tirapiedi. Sarebbe come se il Robespierre minatore di 300.000 anni fa fosse stato incaricato di organizzare la rivolta da ENLIL stesso, facendo finta che le intenzioni ostili del minatore fossero serie, mentre era tutta una manfrina. Se questa ipotesi complottista sia vera oppure no, non mi è dato di sapere, anche perché le uniche fonti sono le tavolette sumere. E io non sono un sumerologo. Viceversa, sugli eventi sedicenti rivoluzionari che si verificano al giorno d’oggi, abbiamo più possibilità di accertare la loro genuinità. Soros, per esempio, attraverso la sua “Open Society”, sappiamo tutti che è solito finanziare le Primavere arabe, quelle arancioni, la Bonino e perfino quelle scostumate delle Femen. 

Non mi stupisco quindi che uno dei capi dei Gilet Gialli sia un funzionario governativo in aspettativa. Non credo che per lui Macron chiederà la pena di morte. Nel frattempo, i minatori ribelli, cioè, nella fattispecie, il popolo francese vessato dalle troppe tasse e dall’austerità, si prende un sacco di botte. A Genova, nel 2001, era avvenuta la stessa cosa. Grazie ai Black Bloc, che attuavano azioni “mordi e fuggi”, la polizia poté sfogare i propri istinti sadici su inermi manifestanti, in base a un metodo ben collaudato. Se poi pensiamo che i Black Bloc venivano lasciati agire, con tanto di poliziotti infiltrati al loro interno, si capisce che la distruzione di macchine e arredi urbani valeva bene una messa, cioè valeva bene la possibilità di rifilare una pioggia di legnate a quei facinorosi che alzano la testa e non vogliono più lavorare per l’élite. Morto un papa se ne fa un altro e, mutatis mutandis, allontanato un Macron se ne farà un altro. 

1 commento:

  1. Digitate:" dans LA guerre des gliles Jaunes video" I francesi CE l'hanno nei genii LA rivoluzione mentre gli Italiani hanno il razzismo nel DNA inutile camuffarsi come fa Salvini cripto negro ebreo che I cioccolatini li va pure a prendere in aeroporto ,salvini e' da ghigliottina immediata almeno I sinistri si sa che son nostri nemici se fossero rimasti I sinistri finiva come in Francia e invece adesso con i 2 partiti acchiappa merli lega e 5 stelle non se ne fa piu niente ve ne state blindati in casa a vedere le strade Italiane con I beduini che girano con I cammelli!

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