giovedì 14 marzo 2019

Il finto ecologismo dei padroni e l'amarezza dei veri ecologisti


Testo di Liliana Peloso

Sto pensando al cambiamento climatico con tutte le conseguenze che sappiamo. Non ho nulla da aggiungere, ma esprimere un po' di rabbia sì. E non per quanto sta avvenendo (un po' di rabbia non basterebbe) ma per un senso di inutilità che provo, anche se non vorrei. Tutto quello che viene detto ora, si era detto fin dagli anni 70. Ricordate le battaglie del WWF? Di Italia Nostra? Degli Amici della Terra? Ricordate gli esperimenti di ecologia a scuola per studiare l’erosione del suolo? Esperimenti semplici, eh, con i bambini: innaffiare un pezzo di terra nuda per vedere schizzi di fango ovunque, e un pezzo di terra erbosa, per vedere che l’acqua viene assorbita. Un esempio fra tanti. 


Ora che si è scoperta l’ecatombe delle api e le drammatiche conseguenze, chi si ricorda del libro pubblicato negli anni '60, dal terribile titolo "Primavera silenziosa"? Parlava di un mondo senza insetti, destinato a perire. Perché le nostre lotte sono morte? Perché abbiamo perso? Perché per tanti anni nessuno ha più parlato con forza? Ben venga il rinascere di tutto ciò, ben vengano le manifestazioni del 15 marzo in contemporanea in varie città, ma chiedo scusa, lasciatemi un po' di amarezza. Mi passerà.

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