lunedì 16 settembre 2019

Ovunque nel mondo, dietro le deportazioni di schiavi, c’è il Vaticano


Fonte: L’Officina

Noi Italiani siamo soliti guardare al nostro giardinetto che non è, per rispetto del Guicciardini, il “particulare” ma il più profano “kazzimiei”, come anche di recente scritto dalla superba penna di M. Veneziani. In realtà, da popolo sconfitto nella 2^ Guerra Mondiale, siamo stati marginalizzati ai confini dell’Europa, con il nobile Conte in ginocchio e dimentichi che nel 1980, prima dell’assalto europeo guidato dall’ infido prode Prodi, eravamo il secondo PIL dell’Europa. Un occhio all’estero è invece assai utile per capire come stanno le cose. L’immigrazione indiscriminata ci è raccontata dal mainstream mediatico come un fenomeno epocale, già avvenuto nel passato e, quindi, “naturale”, dovuto a pestilenze, carestie ed altre calamità, condito di sofferenze e di bambini, molti dei quali molto cresciuti.


Si vuole cioè far passare l’idea che ci si debba rassegnare e accettare l’eliminazione dei confini per la creazione di una popolazione i cui strani contorni sono definiti dal termine “umanità”, usato da El Papa ed abusato da politici e giornalisti. La realtà è assolutamente diversa. Un ben organizzato gruppo di potere ed affari sta lavorando per distruggere le vestigia della Civiltà bianca europea, in linea con l’ideale del Conte massone Coudenhove Kalergy (come ben racconta, in “Inferno Spa”, la brava giornalista Francesca Totolo, Altaforte Edizioni). 

La conferma che si tratta di un business miliardario, economico con fini politici, ha la controprova in quanto accade altrove, al confine tra Messico ed USA. Un ben congegnato e finanziato gruppo d’azione, organizzato, al vertice, dall‘IMO (International Organization for Migration) affiancato dal U.N. High Commissioner for Refugees (UNCHR)…- l’onnipresente ONU…- e costituito in larga maggioranza (si legga, carità bergogliana) da organizzazioni cattoliche come l’Istituto Cattolico “Hogar de la Misericordia”, il “Jesus el Buen Pastor del Pobre y el Migrante”, il “Jesuit Refugee Service” ,  i” Catholic volunteers”. In particolare i Gesuiti fanno parte della coalizione  USA-Messico Kino Border Initiative (KBI). Poi c’è il California Province of the Society of Jesus, il Missionary Sisters of the Eucharist, il Mexican Province of the Society of Jesus e molte diocesi (Tucson, Nogales e molte altre). Quindi l’onnipresente  Médecins Sans Frontiéres (MSF). A Città del Messico la struttura è organizzata in molti centri di accoglienza; anche per i migranti LGBTQIP (P sta per pedofili) come Casa Mambré. Esiste anche una specie di TripAdvisor di tali centri di accoglienza: Contratados.org, che consente ai migranti di condividere le loro esperienze e di dare valutazioni sia sui centri sia sugli operatori.
Per chi è interessato, “Open Borders, Inc.” di Michelle Malkin, giornalista best seller n.1 del New York Times.

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