Testo di Paolo Sensini
Pubblicano un fotomontaggio con Salvini imbavagliato dalle Brigate Rosse e a sinistra è tutto un applaudire, un compiacersi, un ridacchiare e un augurarsi che il leader leghista finisca davvero in quel modo... E se qualcuno obietta che è un'immagine di cattivo gusto, replicano stizziti affermando che è satira e come tale va lasciata libera d'ironizzare come più gli aggrada. Guai a mettere i bavagli alla "liberta d'espressione", altrimenti si è degli orribili antidemocratici! Fanno lo stesso scherzo con Paolo Berizzi, il cronista immaginario de "la Repubblica" che vede fenomeni di razzismo-fascismo-antisemitismo-nazismo-sessismo-xenofobia ovunque, e allora apriti cielo: comunicati d'indignazione che piovono da PD, ANPI, CGIL, ARCI e tutte le numerose sigle della galassia sinistrata che vogliono esprimergli "solidarietà" e "vicinanza".
In questo caso la satira non ha più alcun diritto di cittadinanza e, come scrive il presidente milanese dell'ANPI, Roberto Cenati, "È un attacco ignobile a chi ha denunciato il pericolo connesso al risorgere di movimenti neofascisti e neonazisti. Questi attacchi rientrano in quel clima di insopportabile intolleranza dovuto al ritorno di ideologie razziste, antisemite e xenofobe in Italia e in Europa". Capito l'antifona? L'"odio" è tale solo se riguarda loro, i buoni per definizione, altrimenti è "diritto alla satira" che va tutelata e lasciata libera d'esprimersi.
Fate quel che dico ma non fate quel che faccio.
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