giovedì 19 dicembre 2019

I migranti ci portano il virus della barbarie


Fonte: Asia News

Haitham Ali Ismael aveva 17 anni. Era nato in un quartiere modesto nei pressi di piazza Al Wasba; sperava in una vita migliore, un lavoro decente che gli permettesse di badare a sua madre. La vita di Haitham è finita ieri in un modo cruento ed orribile. Ieri una inferocita massa di manifestanti ha fatto irruzione a casa di Haitham, hanno picchiato sua madre davanti a lui, lo hanno tirato fuori a forza, riempito di botte, incendiato casa sua. Poi lo hanno sgozzato, legato il cadavere con una corda e trascinato con un furgone prima di appenderlo dai piedi a testa in giù su un palo della luce a fianco della strada. L’orrore maggiore è stata la reazione dei presenti venuti ad assistere: incoraggiando i boia, scattando selfie per immortalare il momento. Tanta violenza ricorda da vicino le pratiche criminose dell’Isis, da cui l’Iraq si è liberato due anni fa. La motivazione espressa da alcuni è che il 17enne Haitham, fosse un “Jocker”, un epiteto che in Iraq si dà a coloro che sono parti di una “quinta colonna al soldo degli americani”, che seminano disordine nelle manifestazioni, uccidendo e sparando in modo indiscriminato su dimostranti e forze dell’ordine, per creare disordini e nuove violenze.


Le notizie di AsiaNews ottenute da fonti locali parlano di tutt’altro. Secondo Hussein Suker, un testimone oculare, da giorni i manifestanti si erano piazzati davanti alla casa di Haitham, creando disagio alle donne all’interno, che non uscivano più, soprattutto dopo essere state anche molestate da alcuni manifestanti. Hussein afferma che la maggior parte dei manifestanti non erano abitanti del quartiere, ma provenienti da altre province. Ieri, continua la fonte, Haitham aveva chiesto ai manifestanti di non bruciare davanti a casa gli pneumatici, che intossicavano i suoi familiari, ma di farlo più lontano. Piazza Al Wasba a Baghdad, dove viveva Haitham, conduce al ponte degli Ahrar, nei pressi di piazza Khellani e del ponte di Sanak, in direzione della zona verde.

“E’ un Jocker, è uno della Resistenza”, hanno gridato i rivoltosi. La madre ha cercato di calmare la folla, ma è stata picchiata. Haitham, volendo proteggere sua madre, ha preso un kalashnikov ed ha sparato alcuni colpi, senza uccidere nessuno. A quel punto i rivoltosi lo hanno accusato di essere un infiltrato, un Jocker, ed è accaduto l’orribile crimine filmato orgogliosamente coi telefonini. Dopo aver ripreso il cadavere dalla forca, molti hanno profanato la salma. I capi religiosi iracheni - la Marjayya sciita – hanno condannato con forza il crimine disumano. Le autorità del governo hanno definito “un’infamia” l’esecuzione sommaria e hanno chiesto alle forze dell’ordine di consegnare i responsabili alla giustizia entro 48 ore.

Da oltre un mese l’Iraq è teatro di un vasto movimento di protesta contro governo e autorità. Le manifestazioni, represse con la forza dalla polizia, hanno portato alle dimissioni del premier Adel Abdul Mahdi, ma i dimostranti - senza distinzioni etniche, confessionali, religiose - mirano alla caduta dell’intera classe politica. In generale, le manifestazioni si svolgono in modo pacifico. Ma a fine novembre, dopo un doppio assalto della folla al consolato iraniano a Najaf, vi sono stati 450 morti e 20mila feriti.

I video dell’esecuzione sommaria – con immagini molto violente - sono stati diffusi su Twitter: Video uno e Video due.

2 commenti:

  1. Abbiamo già molte disgrazie in casa non serve cercarne all'estero.

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  2. quando c'era saddam queste cose non succedevano...Poi ha abboccato all'inganno ZionUsense che lo hanno sobillato a cuccari il Kuwait. Poi Afghanistan, poi Gheddafi, poi Siria. Guai a chi vuole essere pladrone a casa sua. Ma...
    il kharma esiste e "lotta insieme a Noi"....ah ah ah ah

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